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La base siciliana di Sigonella spicca il volo
Da infoaut.org del 29 novembre 2023

La base siciliana di Sigonella spicca il volo verso le guerre stellari. L’ufficio stampa di U.S. Space Force, la divisione delle forze armate degli Stati Uniti d’America responsabile di tutte le operazioni spaziali, ha reso nota l’attivazione nella stazione aeronavale siciliana del 5th Space Warning Squadron Detachment 1 (5SWS/Det-1), distaccamento del 5° Squadrone di “pronto allarme” delle unità preposte alle Star Wars. La cerimonia di inaugurazione del centro di comando si è tenuta a Sigonella il 30 ottobre 2023.

Di Antonio Mazzeo su Paine Esteri

“La posizione strategica della Naval Air Station di Sigonella consente alle forze armate USA, a quelle alleate e dei Paesi partner di dispiegarsi e rispondere secondo le necessità, assicurando sicurezza e stabilità in Europa, Africa ed in tutte le aree sotto la giurisdizione di CENTCOM, il Comando Centrale delle forze armate USA”, spiega l’U.S. Space Force. “La missione del distaccamento è quella di operare nello spazio di battaglia attenzionando gli allarmi missilistici attraverso una stazione interforze terrestre tattica (Joint Tactical Ground Station o JTAGS). Ciò è vitale per la difesa attiva e passiva e per le operazioni di attacco in Europa”.

Il nuovo distaccamento di Sigonella opererà a fianco delle altre unità delle forze spaziali USA attivate in altri quattro paesi: nella base aerea di Misawa in Giappone, ad Al Udeid in Qatar e ad Osan in Corea del Sud. “La Space Force conduce le operazioni di allarme missilistico in tutto il mondo”, ha dichiarato il comandante di U.S. Space Force, Dan Sutton, responsabile del nuovo comando di Sigonella. Tutti e quattro i distaccamenti JTAGS con le apparecchiature di allarme missilistico e i sistemi satellitari preposti sono stati ufficialmente trasferiti da U.S. Army alla U.S. Space Force il 1° ottobre 2023. Il Pentagono ha così concluso l’iter di unificazione-integrazione delle costellazioni satellitari delle forze armate USA. Nel giugno 2022 era stata la Marina militare USA a trasferire all’U.S. Space Force il controllo del Naval Satellite Operations Center e di 13 satelliti, seguita tre mesi dopo da US Army. (1)

Il coordinamento delle operazioni di pronto allarme missilistico e delle telecomunicazioni satellitari è stato assunto dal 5th Space Warning Squadron riattivato nella base spaziale di Buckley (Colorado) il 13 ottobre 2023. A capo del 5° Squadrone è stato chiamato il colonnello Michael A. Provencher, con una lunga esperienza nel settore delle guerre missilistiche con l’Aeronautica e l’Esercito USA. Il 5SWS era stato costituito nel 1992 in Australia per contribuire al “pronto allarme” globale contro i missili balistici lanciati nell’emisfero orientale per essere poi disattivato nel 1999. (2) Le sue funzioni furono assunte dalla 1st Space Brigade dell’U.S. Army Space and Missile Defense Command, attiva dal 1992 presso il quartier generale di Colorado Springs (Colorado). Ad una compagnia ultraspecializzata del Comando della 1^ brigata spaziale fu affidato il coordinamento delle attività delle stazioni terrestri interforze JTAG, dispiegate al di fuori degli Stati Uniti d’America per fornire in tempo reale informazioni di avvertimento e segnalazione sull’eventuale lancio di missili balistici con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. (3)

“JTAGS è il principale sistema di U.S. Army per integrare ed espandere le capacità di allarme, attenzione e pronta informazione sui Missili Balistici da Teatro (TBM – quelli con gittata compresa tra i 300 e i 3.500 km, nda) ed altri eventi tattici che interessano il teatro operativo”, spiega il Dipartimento dell’Esercito USA. “Esso è in grado di ricevere e processare tutti i dati trasmessi a banda larga dai sensori della costellazione satellitare del Defense Support Program. JTAGS determina la fonte TBM identificando il punto e il momento di lancio del missile, la sua traiettoria e il punto e il momento dell’impatto. Nel momento in cui è installata nel teatrodi guerra, riduce la possibilità di singole interruzioni nei sistemi di comunicazione dei rispettivi Comandi. I benefici operativi includono anche quello di poter dare i segnali d’attacco agli assetti operativi per individuare e distruggere le capacità di lancio del nemico (…) JTAGS supporta i tre pilastri che sostengono la cosiddetta Difesa dai missili di teatro, cioè la difesa passiva, la difesa attiva e le operazioni di attacco, nonché la gestione del campo di battaglia, delle comunicazioni e delle strutture informatiche e d’intelligence”.

Più specificatamente la cosiddetta difesa attiva del sistema JTAGS punta alla “distruzione della minaccia” con gli intercettori della difesa anti-missile e all’“azione in profondità” contro tutti i sistemi missilistici del “nemico”. “Gli attacchi puntano alla distruzione, disgregazione o neutralizzazione delle piattaforme di lancio dei TBM e dei loro centri di comando, controllo e comunicazione; delle infrastrutture logistiche; dei sistemi di riconoscimento, intelligence, sorveglianza, ecc.”, conclude il manuale   erativo di U.S. Army. “I comandi e i centri di controllo preposti alle operazioni d’attacco riceveranno da JTAGS le informazioni sui punti e i tempi di lancio in modo da facilitare la pianificazione e l’esecuzione delle missioni di fuoco e di altre missioni offensive (strike aerei o da parte delle forze operative)”. (4)

Per anni l’unica stazione terrestre del sistema JTAGS presente nel teatro europeo ha operato dalla base USA “Kelley Barracks” di Stoccarda (Germania); a  ine 2018 essa è stata trasferita a Sigonella “per accrescere le capacità di pronto allarme missilistico”, come ha sottolineato il generale Daniel L. Karbler, comandante delle forze spaziali di U.S. Army, nel corso di un’audizione al Congresso degli Stati Uniti d’America. (5) Secondo quanto dichiarato dall’allora Comandante generale per la difesa  missilistica strategica e spaziale, il generale David L. Mann, per “ricollocare” a NAS Sigonella la stazione JTAGS, le autorità militari USA “hanno ottenuto nel 2016 il sostegno del Governo d’Italia”. Come è quasi sempre  accaduto nelle relazioni militari tra Roma e  Washington, non c’è però traccia nel nostro Paese delle autorizzazioni al trasferimento in Sicilia del  istema di “allerta missilistica” e di “difesa attiva” delle forze spaziali USA. Nel 2016 presidente del Consiglio era Mattero Renzi (Pd, poi Italia  Viva), ministra della difesa Roberta Pinotti (Pd). (6)

L’installazione JTAGS all’interno della grande stazione navale siciliana è costata 1.850.000 dollari (un centro di comando, controllo e processamento delle informazioni ospitato in un nuovo edificio con una superficie di 500 metri quadri e un’area recintata con tre antenne di telecomunicazione satellitare del diametro di 4,5 metri). La cerimonia di attivazione del Joint Tactical Ground Station (JTAGS) Alpha Detachment, 1st Space Company, 1st Space Battalion si è svolta a Sigonella il 6 febbraio 2020 alla presenza del colonnello Eric Little, comandante della 1st Space Brigade. “La ricollocazione della stazione JTAGS è stata dettata dalla necessità di avvantaggiarsi delle nuove tecnologie acquisite fornendo un’efficacia vitale e operativa nelle capacità di pronto allarme missilistico ad EUCOM, il Comando delle forze armate USA in Europa”, dichiarava per l’occasione il capitano Dustin Mondloch, comandante del Distaccamento Alfa. “Gli operatori della JTAGS elaborano i dati ricevuti da diversi satelliti a raggi infrarossi (Overhead Persistent Infrared o OPIR) e diffondono avvisi di allerta missilistica o messaggi  d’intelligence ai soldati, fornendo supporto ai   omandanti regionali nell’ambito di più sistemi di comunicazione operativi. Con la nuova stazione a Sigonella si ottimizza il funzionamento e la missione del network satellitare a raggi infrarossi (…) La nuova  facility utilizza il sistema JTAGS Block II che ha aumentato la capacità di rilevare e segnalare l’attività dei satelliti OPIR”. (7)

Intanto le Star Wars sono tornate ad essere al centro delle strategie di supremazia bellica del Pentagono nel confronto-scontro con Russia e Cina. Il 2 maggio 2023, incontrando i membri delle commissioni Difesa del Congresso, il vicesegretario di U.S. Air Force, Frank Calvelli (con delega alle acquisizioni dei nuovi programmi spaziali) e il generale David D. Thompson (vicecapo per le Operazioni spaziali USA), hanno spiegato le ragioni e le finalità della corsa al riarmo stellare. “Il nostro ambiente   spaziale continua a divenire sempre più contrastato, congestionato e competitivo”, hanno esordito Calvelli e Thompson. “Abbiamo assistito ad una crescita esponenziale nelle attività spaziali, incluse le minacce controspaziali (counter-space threats) da parte dei nostri competitori strategici, specificatamente Cina e Russia, che continuano ad ottenere significativi vantaggi in ambito spaziale minacciando la nostra libertà di movimento e rendendo sempre più critica la nostra capacità di mantenere il vantaggio strategico”.

“La crescita dei test distruttivi antisatellite, le dimostrazioni di missili ipersonici e manovrabili e una serie di comportamenti pericolosi da parte dei nostri competitori strategici richiedono che il Dipartimento delle forze aeree e spaziali USA si prepari a proteggere e difendere i nostri interessi di sicurezza  nazionale nello spazio attraverso un insieme di capacità spaziali resilienti, affidabili e capaci”, hanno aggiunto il vicesegretario Frank Calvelli e il generale David D. Thompson. Per contrastare le “minacce spaziali” russo-cinesi, nell’ultimo triennio il Pentagono ha puntato alla radicale trasformazione dei reparti preposti alle Star Wars, potenziando le attività addestrative delle “forze spaziali di pronto intervento”, acquisendo nuove attrezzature “per prevalere in una guerra” e ampliando le opportunità di cooperazione della Space Force con alcuni partner internazionali. (8)

Il 25 aprile 2023 il presidente Biden ha approvato in via definitiva l’Unified Command Plan predisposto dal Dipartimento della difesa con cui sono state trasferite tutte le responsabilità della “difesa missilistica” dall’U.S. Strategic Command all’U.S. Space Command. (9) Enormi risorse finanziarie del bilancio di spesa 2024 sono state destinate al settore spaziale militare: 33,3 miliardi di dollari con una crescita del +15% rispetto all’anno precedente. In particolare il budget predisposto dall’amministrazione USA include 5 miliardi di dollari per l’acquisto di ulteriori sistemi di “allarme” e “tracciamento” missilistico; 1,3 miliardi per lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi di controllo operativo per GPS; 3 miliardi per 15 velivoli di lancio; 4,7 miliardi per un nuovo sistema di comunicazioni satellitari “protette e resistenti ai blocchi”. (10)

Ancora una volta grandissimi affari per le holding del complesso militare-industriale (Lockheed Martin e Northrop Grumman in testa) mentre l’umanità fa un ulteriore passo in avanti verso il baratrodell’apocalisse atomica. Pagine Esteri

Note:

1) https://www.dvidshub.net/news/457523/us-spaceforce-detachment-activates-italy
2) https://www.airandspaceforces.com/space-forcenew-jtags-mission-squadrondetachment/#:~:text=The%205th%20SWS%20was%20initially,it%20was%20deactivated%20in%201999.
3) https://www.buckley.spaceforce.mil/News/Article-Display/Article/3559014/5-sws-activation-ceremony/
4) http://everyspec.com/ARMY/FM-Field-Manual/FM_40-1_13618/
5) https://www.armedservices.senate.gov/imo/media/doc/Karbler%20Written%20Statement%20to%20SASC%206-091.pdf
6) https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2017/12/sigonellabase-operativa-per-le.html
7) https://issuu.com/nas_sigonella/docs/7feb2020/s/10187469
8) https://www.armedservices.senate.gov/imo/media/doc/Calvelli-Thompson%20Joint%20Written%20Testimony%20-%2005.02.23%20SASC-SF%20Space%20Force%20Budget.pdf
9) https://www.spacecom.mil/Newsroom/News/Article-Display/Article/3411944/usspacecom-assumesmissile-defense-mission/

10) https://www.defense.gov/News/News-Stories/Article/Article/3375577/official-details-spacebased-threats-and-us-countermeasures/

 

Chioggia, in arrivo i fondi per il restauro della Polveriera veneziana di Forte San Felice
Da ilgazzettino.it del 28 novembre 2023

744.397,87 € disposti per l’intervento di recupero e valorizzazione della Polveriera Veneziana

Di Davide Sfriso

CHIOGGIA (VENEZIA) - La Polveriera veneziana, situata all’interno del Forte San Felice di Sottomarina, è tra gli edifici destinati al finanziamento stanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’iniziativa, guidata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, è dedicata alla tutela del patrimonio culturale e storico dei numerosi beni presenti in tutta Italia appartenenti allo stesso Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il totale di euro stanziato in totale ammonta a 95 milioni
di euro.

Nello specifico, per l’intervento di recupero e valorizzazione della Polveriera Veneziana del Forte San Felice sono stati disposti 372.198,94 euro per l’anno 2023, 186.099,47 per l’anno 2024, 186.099,47 per il 2025, per un totale di 744.397,87 euro.

Tali risorse finanziarie, destinate ai comuni e agli enti ecclesiastici presenti nel territorio italiano, sono state previste con la legge n.190 del 23 dicembre 2014, rifinanziata nuovamente con la legge di bilancio 2022. Nonostante ciò, gli interventi erano bloccati ormai da tempo. A giugno 2023, grazie all’emanazione delle Linee guida per la programmazione degli interventi da parte del Ministero, è stato possibile procedere al bando, rendendo possibile la candidatura dei relativi progetti. Per questa ragione, i fondi sono pienamente disponibili per il triennio 2023/2025.

«Queste risorse erano attese da tempo. Grazie al Ministro Salvini per avere sbloccato questi stanziamenti relativi a tanti progetti destinati a tutta Italia e che coinvolgono anche la nostra città. I lavori saranno seguiti dal Provveditorato per le opere pubbliche di Venezia, ex Magistrato alle Acque», commenta e ringrazia Mauro Armelao, sindaco di Chioggia.

IL FORTE DI SAN FELICE

Il Forte San Felice, una fortezza militare edificata dalla Repubblica di Venezia, è situato nei pressi della bocca di porto di Chioggia. Fu eretto dopo la Guerra di Chioggia di fine Trecento, per rendere l'ingresso nella parte meridionale della laguna veneta più difendibile. Nel corso dei secoli fortunatamente non subì mai alcun attacco, ma venne intensamente modificato, seguendo l’avanzare delle tecnologie belliche.

La struttura, che si mostra dall'alto a forma di stella, è di 25.000 metri quadrati e ospita diversi edifici, come il Castello della Luppa, costruito nel 1385 nella medesima zona di una precedente fortificazione in legno, e i bastioni, ovvero una cinta muraria sfruttata per rendere la fortezza più difendibile da attacchi d'artiglieria e dalle frequenti mareggiate. Degni di nota sono inoltre il Portale del Tirali, un monumentale accesso alternativo edificato dall’architetto Tirali nel 1704, il Blockhaus, che aveva funzione di dormitorio, e la polveriera.

LA POLVERIERA VENEZIANA

Costruita a metà del Settecento, la più antica polveriera fu eretta con l'obiettivo di proteggere la polvere da sparo da eventuali attacchi a lunga gittata. Come molte altre strutture con scopi simili, essa è caratterizzata da spesse mura e una copertura progettata per resistere alle esplosioni. Durante il periodo di dominazione austriaca, divenne evidente che la capacità di questa polveriera non era più sufficiente per accogliere il crescente numero di armamenti della fortezza. Di conseguenza, furono realizzate nuove polveriere lungo i bastioni. Il deposito settecentesco, privato della sua funzione principale, venne successivamente incorporato in un edificio più ampio e adibito a deposito di carbone e poi anche ad alloggio per il consegnatario del deposito di nafta. All’interno di questo piccolo edificio, è possibile ammirare inoltre un prezioso fabbricato: il Casello delle Polveri, uno dei pochi esemplari dell’epoca veneziana ancora esistenti.

Tutti gli alti ufficiali in visita negli ultimi anni al Forte San Felice, vedendola dall’interno, ne sono rimasti sorprendentemente affascinati. Per quanto concerne l’intervento di recupero e valorizzazione della Polveriera Veneziana, si è espressa la richiesta di fare il possibile per rendere la struttura di quest’ultima almeno parzialmente visibile anche dall'esterno. Sono già state effettuate ricerche archeologiche preliminari che hanno dato riscontri utili per il progetto esecutivo.

 

Una delle fortezze napoleoniche più imponenti al mondo si trova in provincia di Brescia: si affaccia sul lago d'Idro ed è una struttura davvero incredibile
Da paesionline.it del 28 novembre 2023

Rocca d'Anfo in provincia di Brescia. Un viaggio con visite guidate lungo le sponde del Lago d'Idro. Un'esperienza unica nella storia e nella natura

Di Clarissa Cataldi

Indice dei contenuti:

1: La storia di Rocca d'Anfo: un sito storico di importanza nazionale
2: Cosa vedere a Rocca d'Anfo: un viaggio nel tempo
2.1: Gastronomia locale: i sapori autentici della Val di Sabbia
2.2: Consigli pratici per visitare la Rocca d'Anfo
2.3: Un giorno alla Rocca d'Anfo
3: Raggiungere la Rocca d'Anfo da Brescia: come arrivare

Rocca d'Anfo a Brescia: storia, visite guidate e naturale bellezza

Immersa nella provincia di Brescia
(https://www.paesionline.it/italia/guida-brescia), la Rocca d'Anfo è un  gioiello di storia e architettura. Occupando un'area di 50 ettari lungo la sponda   ccidentale del Lago d'Idro, questa fortezza è un esempio straordinario di ingegneria militare, originariamente costruita nel XV secolo dalla Repubblica di Venezia e ampliata in seguito durante l'epoca napoleonica. Questo sito affascinante non è solo un simbolo di potenza storica, ma anche un punto di interesse paesaggistico, offrendo viste mozzafiato sul lago e la natura circostante.

La storia di Rocca d'Anfo: un sito storico di importanza nazionale

La storia della Rocca d'Anfo è un racconto di guerre, potere e arte militare. Con le sue origini nella Repubblica di Venezia, la fortezza ha visto numerosi cambiamenti nel corso dei secoli. Ampliata notevolmente in epoca napoleonica, la Rocca oggi si presenta come un complesso di 34 strutture principali, tra cui caserme, polveriere, e batterie militari, tutte interconnesse da un intrico di camminamenti, scalinate e percorsi sotterranei. Ogni angolo della Rocca racconta una storia diversa, da battaglie storiche a periodi di pace, rendendola un luogo imperdibile per gli appassionati di storia.

Cosa vedere a Rocca d'Anfo: un viaggio nel tempo

Esplora il Fascino Storico del Lago d'Idro:

Le visite guidate alla Rocca d'Anfo sono un'occasione per immergersi nella storia. I visitatori possono esplorare la zona veneziana vicino al lago, gli alloggi napoleonici e l'osservatorio, scoprendo i segreti di questo sito storico. Il museo, gestito da volontari, offre una panoramica dettagliata della storia della fortezza. Durante le visite, è possibile ammirare l'architettura militare e le tecnologie belliche del passato, oltre a godere di una vista panoramica sul Lago d'Idro e le montagne circostanti.

Gastronomia locale: i sapori autentici della Val di Sabbia

Dopo una visita alla Rocca, immergersi nella gastronomia locale è un must. La Val di Sabbia e le Valli Giudicarie offrono una varietà di piatti tradizionali, spesso a base di pesce fresco del Lago d'Idro e specialità montane. I ristoranti della zona servono piatti genuini, che riflettono l'eredità culinaria della regione, ideali per ristorarsi dopo una giornata di esplorazione.

Consigli pratici per visitare la Rocca d'Anfo

Per godere appieno della visita alla Rocca, è consigliabile indossare abbigliamento da montagna e scarpe comode, dato il terreno accidentato e le scalinate. Le visite guidate durano circa 2-4 ore e richiedono una prenotazione anticipata. È importante controllare gli orari di apertura e gli eventi in programma per pianificare al meglio la visita.

Un giorno alla Rocca d'Anfo

Un tour di un giorno alla Rocca può includere la visita guidata, un pasto in un  tipico ristorante della zona e una rilassante passeggiata lungo le rive del Lago d'Idro. Questo itinerario offre un'esperienza completa, combinando storia, cultura e paesaggi naturali.

Raggiungere la Rocca d'Anfo da Brescia: come arrivare

Situata a breve distanza da Brescia, la Rocca d'Anfo è facilmente accessibile sia in auto che con i mezzi pubblici.

Questa prossimità la rende una destinazione ideale per una gita di un giorno, permettendo di combinare la visita alla Rocca con altre attrazioni nella regione di Brescia.

 

FORTEZZE MEDICEO-LORENESI. FRONTE DI ATTACCO DI MARE. LA CINTA MURARIA DELLA DARSENA E LA BATTERIA SOPRA LA PORTA NUOVA (PARTE 1)
Da elbareport.it del 23 novembre 2023

Scritto da Marcello Camici

Nella Darsena di Portoferraio andando verso la Linguella è presente un antico edificio dove ora si trova la Croce Verde e fino a qualche tempo fa la caserma dei carabinieri (Foto di copertina).

CSuperato l’antico edificio si arriva alla Linguella, una striscia sottile di terra che divide le acque marine della darsena da quelle della rada, la quale sin da millenni è stata abitata: lo testimoniano i resti della villa di epoca romana ancora oggi visibili.Le testimonianze vennero alla luce durante la fondazione di Cosmopoli .Di queste scoperte avvenute durante gli scavi di fondazione di Cosmopoli (1548-1555) parlano Ilaria Monti, Fabrizio Paolucci e Michelangelo Zecchini.

Quando il duca Cosimo acquistò questo tratto di terra essa divenne sin dal 1548 oggetto di   articolare attenzione in quanto importante zona dove costruire difese contro il nemico dalla parte di mare. Non a caso l’opera della Torre della Linguella, detta anche del Martello, e l’opera della Cianca, furono tra le prime fabbriche ad essere aperte insieme con cortina muraria, bastioni e batterie che chiudevano al nemico dalla parte di mare.

“…Alla Bocca del Porto della Darsena fondò una gran Torre di forma ottangolare, che difende l’entrata del suddetto seno, e contigui a quella formò tre Bastioni a proporzione del sito. Il primo fu chiamato Bastione della Linguella. Il secondo del Maggiore. Il terzo dei Pagliai; restando questi dalla parte di Levante, chiudono essi tale luogo,e difendono l’entrata di tutta l’Insenata del Porto…” (Cfr pg 109-110 di ”Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba“ Sebastiano Lambardi 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni editore, Bologna 1966)

La distruzione dovuta ad eventi bellici del secondo conflitto mondiale, distruzione oggi presente ed evidente con i resti ancora giacenti in mare del bastione di S. Cosimo (poi di S. Teresa), insieme con lo sviluppo urbanistico, rendono difficile la lettura delle opere difensive della Linguella, edificate in epoca medicea (1548-1737) e poi allargate e modificate con aggiunte in epoca lorenese (1737-1860). Queste opere difensive della Linguella costituiscono il fronte di attacco di mare (cinta difensiva a mare).

Questo fronte è articolato in tre zone:

A) dal fronte rivolto in pieno mare - un semplice muro con al suo centro il Bastione dei Mulini che parte dalla sinistra di Forte Falcone e arriva alla destra di forte Stella.
B) dal fronte sito nell’entrata della rada (partendo dal forte Stella scende giù fino alla Linguella a corona con quattro bastioni dei Pagliai (poi di S. Giuseppe), del Maggiore (poi di S Carlo), di S. Cosimo (poi di Santa Teresa), ed infine batteria di San Francesco
C) dal fronte di difesa sito sull’apertura della darsena (al fianco sinistro, verso ponente, costituito dal bastione della Cornacchia, al fianco destro, verso levante, dalla batteria di San Francesco).

Rino Manetti individua molto bene, con linea tratteggiata sulla cartografia attuale, l’antica cinta difensiva della Linguella.
Manetti, analizzando in un carteggio d’archivio del 1744 le opere difensive realizzate in epoca lorenese alla Linguella, distingue in essa due zone: una della Torre e una delle Galeazze in quanto divise da uno stretto fossato d’acqua di mare che andava dalla Darsena alla Rada e dove ”…un piccolo ponte scavalcava il fossato e metteva in comunicazione la zona della Torre con quella delle Galeazze e ciò avveniva tramite una porta che era denominata Porta Segreta delle Galeazze che immetteva in quella strada urbana ancora denominata Via Porta Nuova…”. (Cfr pg 115 di “Portoferraio 1744. Aadeguamenti alle fortificazioni nel periodo lorenese” Rino Manetti. Alinea editore 1996)
Questo piccolo stretto fossato d’acqua di mare è individuabile al piede dell’antico edificio posto alla radice della Linguella e precisamente nella testata di questo edificio rivolta verso la Torre della Linguella.

Il fossato d’acqua e l’edificio al piede del quale esso scorreva hanno un nome in antiche mappe che indicano la pianta planimetrica della zona della Linguella.

E’ben individuato nella mappa databile nel sec. XVIII chiamata “La Pianta che dimostra la  estrutturazione e riduzione da farsi a tutte le parti che bagna il mare”dove con la lettera D è individuato il “Fosso della Linguella” con la lettera E “altra comunicazione di detto fosso col Mare” con la lettera F ”Nuova Porta Segreta”.

L’antico edificio i piedi del quale scorreva il fossato d’acqua è ben individuabile in una pianta planimetrica inizio sec XIX “Pianta del Bastione di S.to Francesco. S.ta Teresa e S.to Carlo. Levata disegnata e acquarellata da me Paride Landrucci sotto la direzione del sotto tenente di artiglieria Gustavo Mellini”. Qui con la lettera “d“ è chiamato “Bastione di San Carlo e la Batteria sopra la Porta Nuova”.
Tale carta evidenzia che la batteria del fosso della Linguella fa parte del bastione del Maggiore poi  detto di S Carlo.

In architettura militare fortificata per batteria si intende un insieme organico di più pezzi di artiglieria, bocche di cannone che attraverso le troniere, o cannoniere, grosse feritoie angolate ricavate nel muro del bastione, sono rivolte al nemico per la difesa di tipo radente.

Troniere per l’impiego di bocche da fuoco sono ancora oggi visibili in cima alla batteria sopra la porta nuova.

Il conto di queste troniere dice che in questa batteria i pezzi d’artiglieria erano in tutto cinque: quattro rivolti verso l’apertura della Darsena e una all’interno della stessa.

In queste troniere è visibile il parapetto a botta di cannone.

Questa batteria era strategica per la difesa dell’ingresso dentro la Darsena e si aggiungeva alle altre difese poste una a levante, la batteria di S. Francesco, e l’atra a ponente, il bastione della Cornacchia. In più questa batteria sopra la porta nuova avendo anche una troniera rivolta con angolazione all’interno della Darsena consentiva una difesa di artiglieria all’interno del circuito acqueo della darsena.

Per tale funzione strategica difensiva nel fronte di attacco di mare, la batteria sopra porta nuova era luogo dove si svolgeva fervida attività di truppe della guarnigione militare della piazzaforte.

Ce lo fa sapere Il governatore Coresi del Bruno il quale nel capitolo “degl’ordini militari dati in questi tempi nella città di Portoferraio,molto dei quali si trovano registrato nel Corpo di Guardia di porta di Mare”, scrive nel 1729 che questa batteria con tutto il quartiere della Galeazze dipendeva dal Corpo di Guardia di porta a Mare.

Era una batteria dove gli artiglieri della guarnigione militare, chiamati bombardieri, erano di servizio e dove le ronde di guardia camminavano sul camminamento della cinta muraria della darsena. A ricordo di questo camminamento di guardia ancora oggi possiamo vedere la piattaforma di sostentamento per garitta all’angolo della Batteria sopra la Porta Nuova .

Essendo un luogo dove il mare arrivava fino sotto, accadeva che vi si facesse il bagno.

“A dì 17 luglio 1707…le ronde passeranno sempre con la dritta e le contro ronde con la sinistra verso la muraglia e finiranno il giro al punto dove l’hanno cominciato… A di 24 luglio 1710… L’ill.mo Sig Maestro di Campo diede ordine al sottotenente Alfiere Tanteri di guardia questo in posto di porta a Mare, che la sentinelle del Rastrello a basso, quelle delle Galeazze, e degli Amanti, che non permettino che sia tanto grandi che piccoli dentro la Catena non si lavino o bagnino….” (Cfr. pg 5,11 di “Zibaldone di Memorie”Vincenzo Coresi del Bruno 1729.Manoscritto copia dattiloscritta dell’originale. Biblioteca civica di Portoferraio)

Questa importante Batteria sopra la Porta Nuova, militarmente strategica nel fronte di attacco di mare, è chiusa al pubblico ed è in stato di abbandono.

Marcello Camici

 

FOTO DI COPERTINA - Portoferraio. FRONTE DI ATTACCO DI MARE. Muraglia di cinta della darsena. Sopra era il percorso del cammino di ronda per il corpo di guardia lungo la darsena. In angolo, a destra, è presente una troniera con parapetto per posizionamento di cannoniera per la difesa radente del bacino acqueo della darsena e una piattaforma per sostenimento di garitta. La Troniera, con parapetto e piattaforma per garitta, appartengono alla batteria chiamata “Batteria sopra la Porta Nuova” nella sua parte che guarda la darsena.
FOTO 2 - Portoferraio. Cartografia Attuale. Linea punteggiata indica il profilo planimetrco della cinta difensiva del FRONTE DI ATTACCO DI MARE. Ripreso da “Portoferraio 1744. Adeguamenti delle fortificazioni nel periodo lorenese“. Rino Manetti
FOTO 3 - Portoferraio. FRONTE DI ATTACCO DI MARE. Qui era il “fossato della Linguella“, al lato della palazzina della guardia costiera. In fondo, dietro la palazzina, è il cammino di ronda che univa il bastione di S. Cosimo e il bastione del Maggiore.
FOTO 4 - Portoferraio. Linguella. Il fossato d’acqua marina della Linguella è ben individuato in questa mappa databile alla seconda metà del sec. XVIII che è “La Pianta che dimostra la restrutturazione e riduzione da farsi a tutte le parti che bagna il mare” disegno a china acquerellato. Con la lettera D è chiamato il “Fosso della Linguella” con la lettera E “altra comunicazione di detto fosso col Mare”con la lettera F”Nuova Porta Segreta”. dell’Arma del Genio. Roma Istituto Storico e di Cultura.
FOTO 5 - Portoferraio. Linguella. Mappa con l’antico edificio ai piedi del quale scorreva il fossato d’acqua è ben individuabile in questa pianta planimetrica inizio sec XIX chiamata “Pianta del Bastione di S.to Francesco, S.ta Teresa e S.to Carlo. Levata disegnata e acquarellata da me Paride Landrucci sotto la direzione del sotto tenente di artiglieria Gustavo Mellini”.

Con la lettera “d“ è chiamato “Bastione di San Carlo e la Batteria sopra la Porta Nuova”. Tale mappa evidenzia con chiarezza che la batteria del fosso della Linguella sopra la Porta Nuova fa parte del bastione del Maggiore poi detto di S. Carlo. Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Roma)

 

Il presidente Emiliano alla firma dell’Accordo tra Governo e NATO sulle attività del SOC di Taranto: “Il supporto della Regione per raccontare a ragazzi e ragazze pugliesi il ruolo e la storia dell’Alleanza Atlantica”

 

Da regione.puglia.it del 22novembre 2023

“È bene chiarire che la NATO è un'Alleanza politica e militare ed è la più rilevante forza di deterrenza militare che esista al mondo, con funzioni esclusivamente difensive ripudiando la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L'Italia fa parte di questa alleanza  che ha una capacità d'intervento rapidissima ed è l'erede di quella alleanza che ci permise di sconfiggere il fascismo e il nazismo. Ho proposto alla NATO il supporto della Regione Puglia per coinvolgere i ragazzi e le ragazze pugliesi in queste storie, per raccontare loro il lavoro che l’Alleanza Atlantica svolge, e la sua capacità di intervento. Sarebbe importantissimo in questo momento storico. Questa capacità di intervento a Taranto si realizza anche come supporto umanitario. La logistica è la base di ogni movimento umano. La logistica per Taranto - ha concluso Emiliano - significa il porto, l’aeroporto di Grottaglie, la base militare, e significa anche tantissimi posti di lavoro. La NATO a Taranto, l'ONU a Brindisi dove pure c'è una base importantissima con analoghe caratteristiche, sono un patrimonio della Puglia e un patrimonio della città. Il dispositivo della Difesa italiana e della NATO in Puglia è il più importante di tutto il paese”.

Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano partecipando questa mattina all'interno del NATO Southern Operational Centre (SOC) di Taranto, alla ratifica dell'accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e l'Organizzazione per il Supporto e l' Approvvigionamento della NATO relativamente alla gestione dello stesso SOC quale centro di eccellenza per le attività logistiche dell'Alleanza Atlantica.
In particolare, alla presenza delle maggiori autorità regionali e locali, Marco Peronaci, Ambasciatore Italiano presso la NATO e Rappresentante del Governo Italiano, e Orhan Muratli, direttore delle Operazioni per il Supporto Logistico, hanno siglato un nuovo accordo per rinnovare e confermare l'importanza del Southern Operational Centre nei confronti della Nazione e del capoluogo jonico.

“È una giornata molto importante - ha spiegato l’ambasciatore Peronaci - perché qui abbiamo uno straordinario insieme di forze operative a cominciare dal Centro Operativo Sud della NATO, ma abbiamo anche la scuola Aeronautica, il porto di Taranto, l’aeroporto di Grottaglie. L'accordo che firmiamo con la NATO è un rafforzamento dei mezzi di questo centro operativo in coordinamento con le infrastrutture nazionali sul territorio che ho citato prima. Quindi l’accordo è importante sia per la sicurezza generale del Paese e dell'Alleanza, sia naturalmente per il territorio perché schiude a nuovi investimenti”.

Il Centro, nella sua originale denominazione di Deposito Sud, ebbe origine nel 1972 a seguito dell'accordo con il Governo Italiano per svolgere le funzioni di deposito per lo stoccaggio dei materiali della NATO; attualmente il SOC rappresenta una delle sedi internazionali della NATO Support and Procurement Agency (NSPA) che ha lo scopo di assicurare alle Nazioni acquisizioni multinazionali e sostegno logistico per i Paesi membri dell'Organizzazione.
Negli ultimi anni, in occasione di calamità e crisi nazionali ed internazionali, il SOC ha reso disponibili i propri materiali ed assetti in diverse circostanze e con enorme vantaggio per la collettività.
Particolarmente significativo si è rivelato il contributo fornito durante l'emergenza COVID quando, in appena 48 ore, ha messo a disposizione tutto il necessario all'allestimento di un campo di medie dimensioni su richiesta del Governo del Lussemburgo. In Italia, proprio all'interno della Scuola Volontari dell'A.M. di Taranto, il SOC ha approntato un Presidio Vaccinale che ha consentito la somministrazione di circa 80.000 dosi a beneficio dei cittadini dell'intera provincia.
Nell'ultimo anno, inoltre, è stato decisivo il supporto fornito in occasione del terremoto che ha colpito la Turchia dove, nell'arco di soli 7 giorni, sono stati immediatamente trasferimenti ben 890 containers per l'allestimento di 3 grandi campi in soccorso della popolazione.
L’accordo tra Governo e Nato, rinnovato dopo più di 50 anni, definisce un nuovo corso per lo sviluppo delle potenzialità del Southern Operational Centre ponendo le basi per completare una importante capacità operativa a supporto non solo dei Comandi NATO ma di tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica.

Link video dichiarazione Emiliano
http://rpu.gl/JbJzg

Link video ambasciatore Peronaci
http://rpu.gl/8pbfL

Link video immagini copertura
http://rpu.gl/sVMi4

 

Il Belgio dei castelli. Nelle Fiandre lungo il corso della Schelda
Da .it del novembre 2023

Castello di Marnix de Sainte Aldegonde a Bornem

Di Isabella Brega

Le prossime vacanze natalizie possono essere una buona occasione per unire bellezze naturali, arte, cultura, gastronomia alle testimonianze storiche delle Fiandre, culla della pittura fiamminga, e di uno fra i fiumi più importanti del Nordeuropa, la Schelda, lungo il quale sorgono molti castelli e dimore storiche. Il “Paese piatto” cantato dal cantautore belga Jacques Brel è infatti interrotto dai pinnacoli, dalle torrette e dalle guglie dei molti edifici fortificati che punteggiano le piane trapunte di corsi d’acqua e canali e solcate dai fiumi Schelda e Leie, che si spingono fino al confine con l’Olanda. 

Se molti conoscono le fortezze legate alle città d’arte come il possente castello Gravensteen a Gent o la fortezza Het Steen di Anversa, sono molti i castelli ancora da scoprire percorrendo il Parco fluviale della valle della Schelda, una delle più interessanti riserve naturali del Paese, oppure seguendo le piste ciclabili della Icon Route della Schelda, che costeggia tutto il corso del fiume nelle Fiandre.

PARTENZA A GENT

Castello di Ooidonk

Il castello Gravensteen della città di Gent, eretta su una serie di isolette formate dalla confluenza della Leia con la Schelda, è noto come la fortezza dei Conti ed è l’unico esempio medievale della regione.

Costruito intorno all’867 dal conte Baldovino Braccio di Ferro, ricostruito nel 1180 da Filippo d’Alsazia e più volte rimaneggiato, è una massiccia costruzione in calcare di Tournai, circondato da un fossato chiuso da cortine di mura merlate, sopra le quali si eleva imponente il mastio con torri angolari e il rivellino.
Si possono ammirare il camminamento di ronda, le prigioni, la cappella, gli appartamenti comitali, la grande sala delle udienze e le cantine, mentre dall’alto si può godere di uno splendido panorama sulla città.

Poco più a ovest si trova il castello di Ooidonk, situato fra Gent e Deinze, sulla riva del fiume Leie. Circondato da un ampio parco, eretto nel XIII secolo e più volte ricostruito, è oggi un elegante edificio in stile rinascimentale fiammingo trasformato in albergo e in parte aperto alle visite.

Gli interni, caratterizzati da un sontuoso scalone in marmo che conduce al primo piano, sono elegantemente arredati e vantano mobili di pregio, molti di produzione italiana e spagnola, quadri e oggetti, fra cui svariate fotografie con dedica delle principali famiglie regnanti d’Europa, che ne rappresentano di lunga e complessa storia.

Castello di Gravensteen

VERSO EST, TRA STREGHE E CARROZZE

Il tour può proseguire a est di Gent con il castello di Laarne, uno dei castelli con fossato più belli e meglio conservati del Belgio.

Il massiccio ma elegante edificio eretto nel XII-XIII secolo e più volte rimaneggiato, vanta una piccola corte interna rinascimentale sulla quale si affacciano i diversi corpi di fabbrica, un maschio con torri angolari, una cappella in stile gotico. Di proprietà di una organizzazione privata, conserva mobili di secoli XVI-XVII, dipinti, arazzi e l’importante collezione di argenti di Claude D'Allemagne.

Da non perdere la sala dei cavalieri, ricca di armature, la cucina e le prigioni in cui furono imprigionate alcune donne passate alla storia come le streghe di Laarne, mentre nelle stanze sono nascosti piccoli pupazzi che impegnano i più piccoli in una sorta di caccia al tesoro.

Una tappa a Dendermonde, città sorta alla confluenza della Dender con la Schelda, permette di ammirare sulla piazza del Mercato Grande il Palazzo Comunale del 1350. Di grande interessa anche la Chiesa di Nostra Signora, edificio gotico del XIV   secolo con torre ottagonale sulla crociera e cappelle dei secoli XVI e XVII dove è conservata una Adorazione dei Magi di Anthonis van Dyck e l’ancora ben conservato complesso del beghinaggio.

Castello di Laarne

Una straordinaria collezione di incisioni di Pieter Bruegel il Vecchio e una altrettanto importante collezione di carrozze accolgono invece i visitatori del castello di Marnix de Sainte Aldegonde a Bornem, sulle rive della Schelda. Caratterizzato da uno stile neogotico custodisce sale sontuosamente arredate con mobili di pregio, dipinti, collezioni di porcellane.

ARRIVO AD ANVERSA

Ultima tappa l'imponente la fortezza Het Steen di Anversa, eretta nel XII secolo, più volte rimaneggiata e utilizzata anche come prigione. Costruita sul lungofiume iniziato da Napoleone lungo la Schelda e posizionata accanto al terminal crociere che sottolinea l’importanza della città come maggior porto del Belgio e il sesto nel mondo, offre una interessante esposizione multimediale che permette di ripercorrere la storia della città.

INFORMAZIONI

- Per saperne di più e per organizzare un viaggio nelle Fiandre, visitate il sito di Visit Flanders (in italiano) (https://visitflanders.com).

Siti dei castelli citati nell'articolo:
- Gent, castello Gravensteen (http://visit.gent.be);
- Ooidonk, castello di Ooidonk (http://ooidonk.be/en/);
- Laarne, castello di Laarne (https://www.herita.be/nl/monumenten/kasteel-van-laarne);
- Bornem, castello di Marnix de Sainte Aldegonde (https://www.kasteelvanbornem.be/);
- Anversa, fortezza Het Steen (https://visit.antwerpen.be/en/het-steen).

 

I 7 borghi fortificati in Italia da visitare assolutamente: ecco dove trovarli
Da trend-online.com del 5 novembre 2023
Stradine, mura e bastioni: piccole gemme dall'atmosfera medievale che ci riportano indietro nel tempo.

Non solo grandi città d'arte: l'Italia è ricca di tantissime cittadine che conservano tutto il fascino del loro tempo e sono ricche di storia.

Con le loro stradine strette, torri, mura e bastioni, sono sicuramente dei luoghi magici che racchiudono storia e cultura. Insomma, sono dei luoghi che proprio non puoi perdere. Scopriamo, allora, quali sono i borghi che ospitano le fortezze più belle d'Italia.

Cosa sono i borghi fortificati

Oggi la parola "borgo" è usata per identificare un centro abitato di medie dimensioni, ma in origine serviva per indicare un luogo fortificato. Questa accezione affonda le sue radici nella tradizione germanica e denotava quindi un insediamento circondato da mura e bastioni. Inoltre, al suo interno, vi era solitamente un mercato.

I centri fortificati erano tipici del periodo medievale e nascevano di norma in zone geograficamente strategiche per il commercio. Per tale ragione, era necessario proteggere questi luoghi.

L'Italia è ricca di centri abitati di questo tipo, che anche a distanza di secoli sono riusciti a mantenere intatte le mura originali.

Le 7 fortezze da non perdere: un viaggio in giro per l'Italia

I borghi fortificati sono cittadine dal fascino medievale che si possono trovare in tantissime regioni d'Italia, ecco i più belli.

1. Candelo, Piemonte

È un borgo situato in Piemonte, nella provincia di Biella e di questo insediamento si hanno notizie da prima dell'anno 1000.

Un luogo magico racchiuso da 500 metri di mura risalenti al XVI secolo: al suo interno è possibile trovare circa 200 abitazioni collegate da stradine acciottolate e anche 4 torri laterali, di cui una rappresenta l'unico ingresso del paese.

2. Sabbioneta, Lombardia

Situata in provincia di Mantova, dal 2008 è una delle bellezze che fanno parte del patrimonio dell'Unesco e ha ricevuto la bandiera arancione del Touring Club italiano. Non a caso, il borgo è stato costruito dal Duca Vespasiano di Gonzaga con l'obiettivo di creare la città ideale.

Il borgo conserva tantissimi tesori dell'architettura rinascimentale, come il Palazzo Ducale, il Palazzo del Giardino e la Galleria degli Antichi.

3. Vipiteno, Alto Adige

Una cittadina nella provincia autonoma di Bolzano, in Alto Adige, Vipiteno è considerato un piccolo gioiello alpino. Il simbolo della cittadina è la Torre Civica, ma è anche ricca di castelli medievali, come Castel Tasso, chiese gotiche e palazzi signorili.

Si possono fare delle passeggiate nel centro e scoprire tanti bar, ristoranti e negozi eleganti.

4. Cittadella, Veneto

Cittadella è un borgo in provincia di Padova, risalente al 1200 circa. Nasce come un insediamento che aveva l'obiettivo di difendere il territorio padovano, per questo motivo troviamo ben 32 torri e 4 portali che consentono l'accesso.

Inoltre, la sua principale peculiarità è il fatto che sia l'unica cittadina d'Europa in cui è possibile percorrere le mura di cinta, alte 15 metri e ammirare così il paesaggio dall'alto.

La Torre di Malta, presente in questo piccolo borgo, è stata citata da Dante nella Divina Commedia. Da non perdere il Duomo, al cui interno si possono trovare gli affreschi di Jacopo Brassano, ma anche il Palazzo Pretorio e il Teatro sociale, in cui invece troviamo gli affreschi di Bagnara.

5. Corinaldo, Marche

Conosciuto come il paese natale di Santa Maria Goretti, Corinaldo si trova in provincia di Ancona, su una collina sulla sponda sinistra del fiume Nevola.

Il paese è circondato da quasi 1 chilometro di mura di cinta risalenti al XIV secolo e l'accesso è possibile grazie a tre portali: la Porta Nova, Porta di San Giovanni, e la porta di Santa Maria del Mercato. Da qui è possibile ammirare la scalinata del Pozzo della Polenta, composta da 100 gradini, che porta al pozzo, rimasto intatto.

6. Borghetto sul Mincio, Veneto

Si trova in provincia di Verona ed è una frazione di Valletto sul Mincio. Tuttora è abitato da circa 400 abitanti, è anch'esso circondato da mura rimaste intatte che comprendono due porte di accesso.

Il borgo sorge in una posizione strategica e, per questo motivo, è stato conteso da diversi regni nel corso dei secoli. La cittadina è stata completamente restaurata negli anni '90 e al suo interno si possono ammirare il Ponte Visconteo, le chiese e la Torre Campanaria di epoca scaligera.

7. Monteriggioni, Toscana

Costruito in cima a una collina senese, Monteriggioni è stato definito il più bel borgo fortificato d'Italia e anch'esso appare nella Divina Commedia, nel XXXI canto dell'Inferno.

Il borgo possiede un piccolissimo centro storico, con un'unica piazza circondata da negozi, bar e ristoranti e qui si trova anche la chiesa di Santa Maria Assunta, sicuramente da visitare. Le mura sono percorribili solo in parte, ma si può comunque ammirare il bellissimo paesaggio delle colline senesi

 

Castelli e borghi medievali vicino a Monza aprono le porte al pubblico
Da monzatoday.it del 3 novembre 2023

Castello di Padernello

Borghi medievali, castelli e palazzi aprono le porte ai visitatori tra storia e leggenda.

Domenica 5 novembre torna la Giornata dei Castelli Aperti in Lombardia e sarà un'occasione per fare un salto indietro nei secoli e visitare borghi medievali e palazzi che, eccezionalmente, apriranno le porte per visite speciali.

Le "Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali" sono promosse dall'associazione Pianura da Scoprire. Quest’anno sono oltre 20 i castelli, palazzi e borghi medievali, sparsi nella pianura tra Bergamo, Brescia, Cremona e Milano, che si potranno esplorare durante le date previste dalla manifestazione. "Un circuito così diffuso nella pianura lombarda perché nel Medioevo questo territorio ha rappresentato un importante confine, in particolare tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che oggi ha lasciato numerose eredità in termini architettonici e di fortificazioni, unitamente a preziose testimonianze storiche e artistiche" spiegano dal consorzio Pianura da Scoprire, organizzatore della manifestazione.

Le aperture e gli orari di ciascuna località sono consultabili e aggiornati sul sito dell’associazione Pianura da Scoprire: www.pianuradascoprire.it. Vicino a Monza si può visitare il Castello Visconteo di Trezzo sull'Adda, il Castello Colleoni a Solza (Bg), il borgo storico di Rivolta d'Adda, il Castello Visconteo di Pandino (Cr), il borgo storico di Martinengo nella bergamasca e il castello di Pagazzano.

 

“Dentro e fuori la casamatta”, una passeggiata tra storia e natura alla scoperta delle fortificazioni militari della Riserva di Capo Gallo
Da ilvespro.it del 2 novembre 2023

Domenica 5 novembre “Tacus Arte Integrazione e Cultura” in collaborazione con Palermo Pillbox Finders organizza l’evento “Dentro e fuori la casamatta”, una visita guidata alle casematte militari della Seconda Guerra Mondiale presenti all’ interno della Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo, Palermo. L’evento consentirà ai partecipanti di trascorrere una mattinata all’insegna della natura e della storia tra le bellezze naturali della Riserva di Capo Gallo e le testimonianze storiche dell’architettura militare che le due casematte presenti all’interno della Riserva naturale costituiscono.

La visita guidata di domenica 5 novembre, svolta in compagnia dei Ricercatori di Palermo Pillbox Finders e dei Soci di Tacus Arte Integrazione e Cultura avrà inizio alle ore 9,00 con appuntamento davanti l’ingresso della Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo per poi procedere lungo il percorso costiero che attraversa la Riserva Naturale e giungere quindi, alle due casematte militari site in prossimità del faro.

La visita alle casematte sarà condotta dai Ricercatori di Palermo Pillbox Finders che descriveranno ai partecipanti le principali caratteristiche costruttive e le funzioni strategiche di queste importanti testimonianze storiche che oggi vengono sempre più rivalutate grazie anche allo studio che gli stessi Ricercatori di Palermo Pillbox Finders portano avanti dal 2017 attraverso il Progetto di censimento “CE.R.CA.MI.”

Saranno presenti, durante la visita, anche numerosi cimeli d’epoca per rendere ancora più reale ed interattiva, l’esperienza della permanenza all’interno delle due fortificazioni italiane della Seconda Guerra Mondiale.

Per informazioni e prenotazione è possibile contattare Tacus Arte Integrazione e Cultura al numero di telefono 320-2267975 Michelangelo Marino

 

 

Base all'ex Cisam, "Dubbi sull'impatto ambientale"
Da quinewwspisa.it del 1 novembre 2023

L'associazione Italia Nostra esprime perplessità sul progetto: "Rimangono molti interrogativi, non esiste ancora una proposta progettuale definita"

PISA — Italia Nostra, per mezzo di una nota, esprime "Dubbi sull'impatto ambientale della base al Cisam". La questione riguarda il progetto per la realizzazione della nuova sede del Gis e del primo reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania in un'area che ricade all'interno della Tenuta di Tombolo nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

"Rimangono molti interrogativi -scrive Italia Nostra- in quanto non esiste ancora una proposta progettuale definita, comprensiva di un'accurata valutazione d'impatto ambientale, e non c'è una chiara idea di dove reperire i fondi, sia per la struttura, sia per le opere compensative. Su queste ultime, sempre da quanto si apprende dai media, i finanziamenti sarebbero ancora più incerti e vaghi che per l'opera principale: invece sarebbe doveroso, a prescindere dalla compensazione dell'impatto dell'eventuale nuova base, eliminare definitivamente i rischi ambientali e sanitari legati al reattore nucleare, non ancora rimosso dall'area della Difesa che ospita l'attuale sede del Cisam a San Piero a Grado, e ovviare al degrado e all'abbandono in cui versano a Coltano importanti edifici, come la Stazione Radio Marconi, la storica Scuola Elementare Diaz e le Stalle del Buontalenti , si noti, tutti all'interno del Parco".

"In particolare - si legge nella nota di Italia Nostra- non abbiamo avuto garanzia che la nuova destinazione dell'area, ospitante attualmente il Cisam, non possa generare un indebolimento dell'azione di tutela ambientale, implicita nelle finalità di qualsiasi area protetta, in specie dell'importanza del Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli". Secondo l'associazione, quindi, "E' necessario capire se l’impatto della nuova caserma a San Piero sarebbe maggiore di quello attuale del Cisam".

"Non sappiamo - conclude Italia Nostra- se ci sarà un aumento di volumetrie, nella porzione dell'area già in uso alla Difesa e ora designata per ospitare le nuove attività, né abbiamo un’idea chiara di quanti alberi secolari andrebbero abbattuti o di quante dune e zone umide sarebbero eliminate per realizzare la nuova base. È indispensabile garantire una informazione pubblica più approfondita in merito a questi importanti nodi. Basta una passeggiata lungo le recinzioni del Cisam a San Piero a Grado per rendersi conto della bellezza degli antichi boschi allagati e delle monumentali pinete ancora presenti nel sito".