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ANNO 2024

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A Fortezze di Sarzana, antica Luni, castello di San Terenzo e villa del Varignano aperti gratuitamente

Da cittadellaspezia.com del 31 ottobre 2024

Domenica e lunedì appuntamento con i musei statali spezzini.

Torna il 3 novembre “Domenica al Museo” il progetto promosso dal ministero della cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e parchi archeologici statali. L’iniziativa coinvolge anche i musei della Liguria sotto la coordinazione di Direzione regionale musei nazionali Liguria.

Inoltre, in occasione del Giorno dell’unità nazionale e la Giornata delle forze armate è prevista l’apertura ad ingresso gratuito di numerosi musei liguri anche per la giornata di lunedì 4 novembre. Vediamo nel dettaglio gli orari dei musei liguri ed eventuali variazioni previste nelle giornate del 1 e 2 novembre.

Villa Romana del Varignano (Porto Venere)

Venerdì 1 novembre | 8.30 – 13.30 (ultimo ingresso 12.45)
Sabato 2 novembre | 8.30 – 18.30 (ultimo ingresso 17.45)
Domenica 3 novembre| 8:30 – 13:30 (ultimo ingresso 12.45) con ingresso gratuito
Lunedì 4 novembre | 08:30-18:30 (ultimo ingresso 17:45) con ingresso gratuito

Il museo sarà chiuso martedì 5 novembre.

Nelle altre giornate il costo del biglietto di ingresso è: 3 euro, ridotto 2, gratuito per i minori di 18 anni.

Fortezza di Sarzanello e Fortezza Firmafede (Sarzana)

Venerdì 1 novembre | 10 – 13 e 15 -18
Sabato 2 novembre | 10 – 13 e 15 – 18
Domenica 3 novembre| 10 – 13 e 15 -18
Lunedì 4 novembre | chiuso

Nelle altre giornate il costo del biglietto di ingresso è: intero 5 euro, ridotto 4, gratuito under 6 anni

Castello di San Terenzo (Lerici)

Venerdì 1 novembre | 10.-13 e 15 -18
Sabato 2 novembre |15 -18
Domenica 3 novembre| 10 -13 – 15 -18con ingresso gratuito
Lunedì 4 novembre | 15 -18 con ingresso gratuito

Nelle altre giornate il costo del biglietto di ingresso è: intero 3euro , ridotto 2, gratuito minori di 18 anni

Museo Archeologico Nazionale e l’area archeologica di Luni

Venerdì 1 novembre | 8.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18:30)
Sabato 2 novembre | 8.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18:30)
Domenica 3 novembre | 8.30-13.30 (ultimo ingresso ore 12:30) coningresso gratuito
Lunedì 4 novembre | 8.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18:30) coningresso gratuito
Nelle altre giornate il costo del biglietto di ingresso è: intero 4euro

 

8 storie di nuove architetture nate da un bunker

Da domusweb.it del 29 ottobre 2024

Architetture militari trasformate in case, musei e parchi,tra Danimarca, Berlino, Inghilterra, tra Big e Raaf: esploriamo progetti che danno ai bunker nuove vite.

Da sinistra a destra:

Blg, Museo Tirpiz, Blavand, Danimarca 2017

RAAF and Ateller de Lyon, Bunker 599, Dlefdijk, Utrecht, Olanda 2013

Di Chiara Testoni

Quella del bunker è la tipologia di architettura militare più diffusa daltempo dei due conflitti mondiali e della Guerra Fredda, che oggi trova nuove letture e interpretazioni.

Un’architettura nata con lo scopo di proteggere e attaccare che, tra le numerose varianti, mantiene una configurazione tipica: unacostruzione in cemento armato con pochissime aperture, dalla forma compatta per resistere ai carichi dei bombardamenti dall’alto e smussata per mimetizzarsi nel paesaggio, spesso invisibile dall’esterno ma in grado di intercettare dall’interno un ampio campo visivo attraverso scorci selezionati.

Paul Virilio (P. Virilio, “Bunker archéologie“, Parigi 1975) fu tra i primi a riconoscere la potenza emotiva di queste opere dell’ingegno bellico rileggendo, nei “simulacri di cemento eretti di fronte al vuoto dell’orizzonte marino“ che incontrava passeggiando per le coste bretoni, alcune reminiscenze ancestrali (dalle mastabe egizie, alle tombe etrusche, alle costruzioni azteche), oltre che le radici dell’Architettura Moderna, dall’Existenzminimum, a Le Corbusier (https://www.domusweb.it/it/progettisti/le-corbusier.html), al Brutalismo (https://www.domusweb.it/it/movimenti/brutalismo.html)

Ancora oggi molte di queste costruzioni punteggiano litorali e crinali,campagne e città di tutto il mondo: un tempo rimosse come vestigia di un passato da dimenticare, con gli anni la coscienza di un valore testimoniale ha contribuito a codificarle come patrimonio da salvaguardare.

Domus ha selezionato alcuni bunker europei, rinati grazie ad interventi di recupero che hanno saputo innescare nuove energie vitali in immobili abbandonati senza tuttavia distorcerne l’identità figurativa e materica: dai bunker trasformati in spazi turistici (Bunker599), ricettivi (Grüner St. Pauli), culturali ed espositivi (SammlungBoros (https://www.domusweb.it/it/arte/2019/05/21/sammlung-borosuna-collezione-da-bunker.html), Museo Tirpitz (https://www.domusweb.it/it/notizie/2017/07/17/museo_tirpitz.html), Rifugio Digitale), a quelli reinterpretati come abitazioni (BunkerPavilion, Bunker 319, The Transmitter Bunker).

Da sinistra a destra:

Archea Associati, Rifugio Digitale, Firenze, Italia 2022

L+, Gruner St.Pauli, Amburgo, Germania 2015

Corstorphline & Wright, The Transmitter Bunker, Dorset, Regno Unito 2022

 

 


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A cavallo sulla strada dei Forti di Genova: il racconto tra Valpolcevera e Valbisagno

Da telenord.it del 27 ottobre 2024

Di Gilberto Volpara

Si è trattato del primo evento equestre organizzato da Fitetrec-Ante Liguria lungo la Strada dei Forti di Genova. Il tutto attraverso 19 chilometri, oggetto di un ambizioso progetto di restauro e valorizzazione del territorio compiuto da parte del Comune di Genova.

Nonostante le condizioni meteo sfavorevoli, partecipazione al di sopra delle aspettative con 15 binomi che hanno preso parte a una sorta di viaggio nel tempo, dove la natura, il territorio e la storia si sono ben coniugate insieme alla magia del cavallo.

L’iniziativa è stata riconosciuta dal Comune di Genova all'interno del palinsesto ufficiale degli eventi patrocinati con il logo speciale di "Genova 2024 Capitale Europea dello Sport". L'evento è stato, inoltre, patrocinato da Coni Liguria e dal Comune di Sant'Olcese.

Ed è proprio dal Comune di Sant'Olcese, precisamente dalla stazione Campi del Trenino Genova – Casella, che sono partiti cavalieri e amazzoni alla volta del Sentiero dell'Acquedotto percorrendolo fino ad intercettare la Strada dei Forti, l’antica via di collegamento tra il complesso sistema di fortificazioni a protezione della città, lungo il crinale che domina la Superba sullo spartiacque tra laValpolcevera e la Val Bisagno.

In questa occasione i partecipanti hanno avuto la possibilità di accedere al Forte Begato in sella ai propri cavalli e di pranzare all'interno del forte grazie alla Protezione Civile.

A seguire un tuffo nel passato con il professor Fulvio Majocco che ha illustrato ai presenti la storia delle Mura di Genova e delle sue fortificazioni, fino ad arrivare ai giorni d'oggi che vedono prossima l'inaugurazione della Strada dei Forti: 13 chilometri di percorso turistico attrezzato per collegare la città al sistema di fortificazioni genovesi.

In rappresentanza del Comune di Genova, il consigliere delegato allo sviluppo e tutela delle vallate, Alessio Bevilacqua. Le organizzatrici Marzia Meirana e Lara Borello: “Grazie a tutti i partecipanti e a tutte le persone che si sono adoperate per la realizzazione della giornata. Altrettanta gratitudine ad Amt per il supporto e l'azienda Drone Genova per le riprese, ricordi indelebili di una giornata perfetta”.

 

Fortezze, tesori da valorizzare nella cultura e nel turismo

Da lavoce.hr del 24 ottobre 2024

Sebenico ospita in questi giorni la conferenza plenaria dell’europrogetto FORTIC di cui Pola assume il ruolo di lead partner. Si parla anche di modelli di gestione sostenibile

La Città di Pola ha nel mirino la tutela e la fruibilità della Fortezza Bourguignon. Foto: DARIA DEGHENGHI

Di Daria Deghenghi

Il Campus didattico della Fortezza di San Giovanni a Sebenico ospita la conferenza plenaria dell’europrogetto FORTIC “From remains Of the war to the aRchiTecture of peace in cross-border area of Italy-Croatia”, i laboratori “Green Sustain LAB” e il congresso annuale EFFORTS sul tema “Modelli di gestione sostenibile del patrimonio delle fortificazioni”, che vede la Città di Pola nel ruolo di ente capofila. La settimana FORTIC durerà fino al 25 ottobre e vedrà la partecipazione di oltre 70 esperti di management culturale d’Europa, in prevalenza Italia e Croazia. “Da notare il fatto che per la prima volta Pola assume il ruolo di esponente principale di un progetto Interreg, il Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia.

Il progetto rende possibile lo scambio di esperienze e conoscenze tra i partner croati e italiani col sostegno di ricercatori e professionisti del campo. La collaborazione transfrontaliera, il raffronto, il trasferimento e la diffusione di modelli gestionali del patrimonio culturale di maggiore successo, sono essenziali allo sviluppo del turismo sostenibile.

La Città di Pola ha nel mirino la tutela e la fruibilità della Fortezza Bourguignon, per la quale produrrà un progetto tecnico che funga da base e supporto agli interventi di conservazione nel prossimo periodo”, ha dichiarato Antonija Babić, responsabile dell’Ufficio per le politiche europee e i progetti di sviluppo della Città di Pola.

Le attività di Base

La direttrice dell’ente Fortezze di cultura di Sebenico, Gorana Barišić Bačelić, aggiunge che la settimana FORTIC è articolata in tre attività di base: la conferenza internazionale omonima, la serie di laboratori Green Sustain LAB e il Congresso annuale dell’associazione Efforts. La conferenza è in agenda il 24 e il 25 ottobre. Verterà su argomenti di interesse generale per la gestione del patrimonio militare fortificatorio: la creazione di modelli di fruizione sostenibili, le tecnologie digitali nella valorizzazione dei beni culturali, l’inclusione sociale degli individui e dei gruppi più vulnerabili, il networking e la cooperazione.

La settimana FORTIC è iniziata col laboratorio Green Sustain LAB sull’adeguamento ai cambiamenti climatici, la sostenibilità ambientale, la salvaguardia degli ecosistemi e argomenti affini. La due giorni è concepita in maniera tale da diffondere la consapevolezza sul fatto che anche gli enti culturali giocano un ruolo fondamentale nella promozione della responsabilità per l’ambiente.

Daniele Sferra, esponente di spicco della network EFFORTS e dell’Università degli studi di Venezia Ca’ Foscari, riconosce nel progetto uno strumento di“sviluppo del binomio cultura e turismo” per cui gli enti soci di EFFORTS incontrano volentieri i partners di FORTIC per discutere i problemi legati alla gestione sostenibile del patrimonio.
Il progetto FORTIC di Interreg Croazia-Italia 2021-2027 trova la Città di Pola nel ruolo di capofila, e in veste di partner i Comuni di Cervia, Vieste e Curzola, l’Università Cà Foscari diVenezia, l’Università Juraj Dobrila di Pola e l’ente Fortezze di cultura di Sebenico.

Tra i partner associati figurano anche la Scuola per l’educazione e l’istruzione di Pola, l’EnteTurismo di Curzola e l’associazione UNPLI Veneto. Il progetto ha nel mirino le sfide comuni della carenza di soluzioni digitali per lo sviluppo di prodotti e percorsi turistici sostenibili dell’Adriatico, la destagionalizzazione turistica, la promozione delle tecnologie verdi e digitali nell’ambito del patrimonio culturale e l’inclusione sociale. L’obiettivo generale è “rafforzare il ruolo del patrimonio culturale del Cross Border Adriatico, riconoscendo modelli di business delle fortificazioni, al fine di promuovere un turismo sostenibile rispetto a soluzioni digitali innovative e nuovi modelli sociali inclusivi”.

 

Palmanova, XXI Giornata Nazionale del Trekking Urbano. Visita guidata per giovedì 31 ottobre

Da udineogg.news del 24 ottobre 2024

Di Francesco Ferrari

 

24.10.24 – 09:30 – Giovedì 31 ottobre torna la Giornata Nazionale del Trekking Urbano che, nella sua 21a edizione , coinvolgerà ben 79 città italiane , tra cui Palmanova. Nato nel 2003 a Siena, ad oggi il progetto coinvolge l’intero stivale da nord a sud, passando per le isole.

Per partecipare alla visita guidata “Palmanova, fortezza dall’arte trasformata e preservata” è consigliata la prenotazione chiamando l’Infopoint di Borgo Udine 4, tel. 0432 924815.

Partenza dal centro di Piazza Grande alle 14:30. Il percorso, di media difficoltà e lungo 3 km, avrà una durata di circa 2 ore e mezza.

Il primo step della passeggiata sarà la Loggia della Gran Guardia, luogo in cui verrà illustrato ai partecipanti il progetto di costruzione della città stellata, elaborato nel 1953 dall’Ufficio Fortificazioni di Venezia.

Si proseguirà poi verso Porta Udine e, camminando all’interno del fossato, sarà possibile ammirare da vicino baluardi, rivellini e le maestose strutture difensive, erette a protezione della fortezza.

 

Una giornata alla scoperta della Torre di Maggio ad Andria

Da andriaviva.it del 24 ottobre 2024

A guidare i presenti Nicola Montrone e Michele De Lucia

Una giornata culturale storica visitando la Torre di Maggio ad Andria, situata nella contrada Troianello.Si tratta di un'affascinante testimonianza del passato e un punto di interesse per gli amanti della storia e dell'architettura.

Di seguito una nota stampa a cura di Antonio Pistillo.

"A guidare i presenti Nicola Montrone e Michele De Lucia. Nicola, con la sua famiglia, ha investito nella valorizzazione di questa opera straordinaria dandogli la giusta visibilità, mentre Michele è uno storico autodidatta della Città di Andria.

Cenni storici sulla Torre di Maggio

La data potrebbe risalire ed essere collocata nel XVI secolo, ma è importante precisare che la datazione esatta di molte torri costiere come questa può essere complessa a causa di successive modifiche e ricostruzioni. Alcuni storici la collocano in un periodo leggermente precedente, ma la sua costruzione risale sicuramente all'epoca medievale. Come suggerisce il nome, queste torri avevano principalmente una funzione di avvistamento. Servivano a segnalare l'avvicinamento di navi nemiche o pirati, consentendo alle comunità costiere di organizzare la difesa, in questo caso erano collocate sul territorio Murgiano e servivano per avvistare gli invasori e trasmettere segnali ad altre Torri di avvistamento con i mezzi appropriati di quei tempi passati (fumo ,fuoco, specchi).

La Torre di Maggio ha subito un importante restauro facendola diventare un'affascinante attrazione per Andria nella provincia unificata Barletta Andria Trani situata nella zona di Troianelli. In origine,questa torre serviva come punto di avvistamento per proteggere la zona circostante, la sua posizione strategica permetteva di scorgere eventuali pericoli da lontano.

Architettura e informazioni generali

La sua architettura è caratterizzata da un'architettura tipica delle costruzioni difensive dell'epoca. Presenta una struttura solida e robusta, con muri spessi e aperture strategiche per l'osservazione.

"La Torre di Maggio" si trova in una zona ricca di storia e natura. Nelle vicinanze si possono trovare la masseria ducale di Troianelli, una quercia secolare e altri elementi che rendono questo luogo un'oasi di pace e bellezza.

Oltre ad ammirare la Torre, si possono fare lunghe passeggiate nella natura circostante, organizzare pic-nic o semplicemente rilassarti godendo del panorama".

 

Parco Nord, annunciate due date per le visite guidate ai bunker Breda

Da sestonotizie.it del 24 ottobre 2024

Ritornano le visite guidate ai bunker Breda nel Parco Nord, un appuntamento imperdibile per gli appassionati di storia e memoria. Le visite si svolgeranno sabato 26 ottobre e sabato 30 novembre, entrambe alle 14.30, al Parco Nord presso la Cascina Centro Parco, in via Clerici 150 a Sesto San Giovanni.

Il tour durerà circa 1 ora e 20 minuti, durante il quale i partecipanti potranno esplorare i bunker, importanti testimonianze del passato industriale e bellico dell’area.

Gli organizzatori consigliano un abbigliamento adeguato al meteo e calzature idonee al contesto naturale dato che all’interno dei bunker del Parco Nord la temperatura è fresca e umida.

Sempre gli organizzatori dell’evento consigliano di arrivare qualche minuto prima dell’inizio per completare le registrazioni. La partecipazione è infatti limitata e richiede una registrazione online obbligatoria.

In loco sarà richiesta una donazione.

 

In Veneto si trova il bunker più grande d’Italia ma sono in pochissimi a sapere com’è fatto: è enorme

Da venetoreport.it del 24 ottobre 2024

In Veneto c’è il buker antiatomico più grande d’Italia, una struttura enormee degna di nota, veramente spettacolare.

Di Valentina Giungati

Nel Veneto esiste il bunker antiatomico più grande d’Italia e in pochi sanno come è fatto realmente. Si trova da molto tempo nella regione al Nord, ma è diventato un’attrazione turistica non molto tempo fa: dove si trova e perché è lì.

Tra borghi, paesaggi e location da sogno, nel Veneto troviamo anche un posto decisamente insolito ovvero un bunker antiatomico costruito a servizio della Nato. Durante la Guerra Fredda infatti si decise di dare vita alla costruzione che, dismessa da molto tempo, è diventata una meta da visitare per la sua particolarità: dove si trova e come mai fu costruita proprio nella regione italiana?

Dove si trova nel Veneto il bunker antiatomico piùgrande d’Italia?

Il più grande bunker antiatomico in Italia si trova ad Affi, in provincia diVerona, ed è uno dei più grandi dell’intero paese. Realizzato negli anni’60 per motivi militari, è stato dismesso ormai da molto tempo perché non ha più alcun utilizzo. Attualmente sono tante le persone che si recano in questo posto puramente per visitarlo e infatti si è pensato di riqualificarlo per renderlo un museo focalizzato sugli eventi della guerra fredda . Fu creato proprio durante la Guerra Fredda quando si pensava che il conflitto nucleare tra Russia e Stati Uniti potesse essere imminente.

Nel Veronese, nella cittadina di 2000 abitanti, è stato costruito il bunker antiatomico più grande di Italia infatti parliamo di 13000 metri quadri di estensione e di un’ampiezza di 4000 metri quadri. La sua grandezza lo rendeva capace di resistere anche a una bomba atomica molto più potente di quella che distrusse le cittadine di Hiroshima e Nagasaki in Giappone, durante la Seconda Guerra Mondiale. All’interno del bunker inoltre potevano sopravvivere 400 persone per almeno 3 mesi. All’interno, oltre a zone di sopravvivenza, anche palestre e bar. Insomma un bunker con i fiocchi.

Il nome del bunker antiatomico è West Star, ed era il centro di comando del FTSAE, ovvero delle Forze Terresti Alleate del sud Europa. A guardare le immagini altro non è che un immenso blocco di cemento, ma è molto di più. La sua funzione e la sua costruzione consentono infatti di ergere la montagna sulla quale è costruito e di schermare dalle radiazioni generate da un ordigno atomico. La struttura ha tre livelli: primo e secondo piano, e piano terra. Nel complesso ci sono sensori di pressione che rilevano anomalie esterne e zone di comunicazione per far entrare ossigeno ma non le radiazioni.

 

"Der Doktor", un horror girato nei bunker della Liguria

Da genovatoday.it del 24 ottobre 2024

Il film è ambientato a Genova durante la Seconda guerra mondiale, con un genetista nazista che conduce esperimenti segreti su prigionieri per creare soldati dotati di forza eaggressività sovrumana: ma le sue creazioni si ribelleranno

Questa sera, giovedì 24 ottobre alle ore 21, il cinema San Siro di Nervi premerà il tasto "play" e darà il via alla premiere di "Der Doktor - L'ombra della morte", horror diretto da Alessio De Bernardi e coprodotto da Cronenter Films, ambientato durante la Seconda guerra mondiale e girato nei bunker della Liguria.

La storia si svolge a Genova, dove il dottor Klaus Herrmann Behnke (Matteo Benvenuti), un genetista nazista, conduce esperimenti segreti su prigionieri con l'obiettivo di creare soldati sovrumani: forti, aggressivi e capaci di adattarsi a ogni ambiente.

Ma nell'aprile del 1945, con la guerra ormai agli sgoccioli, le sue creazioni si ribellano, massacrando i loro carcerieri. Behnke riesce a fuggire, ma invece di lasciare la città, si rifugia in un convento, con l’aiuto del cardinale Tavi (Carlo Valli), continuando isuoi esperimenti sulle suore.

"Ma questo è solo l'inizio di una trama mozzafiato ricca di colpi di scena" sostiene Leopoldo Susio, direttore della fotografia.

Il film è stato girato nei bunker, grazie al supporto di personale esperto. Il San Siro di Nervi, in evento privato, segnerà il principio di una distribuzione nazionale e internazionale e il film è già stato proposto alla piattaforma Prime Video.

Tra gli attori al fianco del protagonista, Matteo Salemi, Mario Giustini, Rosa Angela Rivituso, Maurizio Bonanno e un cammeo di Dario Rigliaco, l'autore e sceneggiatore ligure conosciuto con lo pseudonimo de "Il Leggendario".

 

Protezione civile, esteso l’obbligo di costruire rifugi

Da rsi.ch del 23 ottobre 2024

Messa in consultazione la revisione dell’ordinanza federale che prevede anche l’aumento da 800 a 1’400 franchi del contributo sostitutivo per gli spazi protetti

Per mantenere la capacità di resistenza della Svizzera nel caso di un conflitto armato, occorrerà estendere l’obbligo di costruire rifugi e quello di versare contributi sostitutivi agli ampliamenti, alle ristrutturazioni e ai cambiamenti di destinazione.

È la posizione del Consiglio federale, che nella sua seduta di mercoledì ha posto in consultazione, sino al 7 febbraio, una revisione dell’OCPi, l’ordinanza sulla protezione civile.

Le misure incluse nel progetto si prefiggono di tutelare il valore e il rimodernamento degli edifici di protezione. Esse, continua la nota, includono anche “la sostituzione di componenti obsolete come apparecchi di ventilazione e filtri di protezione”.

L’Esecutivo prevede anche di aumentare i contributi sostitutivi da 800 a 1’400 franchi per ogni posto protetto. Tali contributi permettono di coprire i “costi per la salvaguardia del valore e per il rimodernamento dei rifugi destinati alla popolazione”.

Per il rinnovo di circa 200 strutture saranno investiti 220 milioni.

 

Cent'anni fa E finiamola di spendere milioni per fortificazioni ormai inutili

Da cdt.ch del 17 ottobre 2024

Di Nicola Bottani

Le notizie del 19 ottobre 1924

La Nota

Se io fossi il Capo del Dipartimento militare federale (pensate quanta gente mi scappellerebbe per istrada e mi piglierebbe per un grande uomo!), ai signori colonnelli che mi si presentassero per domandare dei crediti per costruire questa o quella fortifi cazione, per fortificare questa o quella località, terrei pressappoco questo commovente discorsetto:

«Egregi Signori Colonnelli, la sapienza di un regime democratico insegna che il denaro pubblico è sacro più la nostra stessa persona e che prima di spendere dobbiamo interrogare bene a fondo la nostra coscienza.

Facciamo dunque una bella cosa, interroghiamo la coscienza e chiediamole se il raid dello Zeppelin dal Lago di Costanza a New York non le ha insegnato proprio nulla.

La nostra coscienza, se non è fintona, se vuol essere sincera, onesta come devono essere tutte le coscienze in buono stato, ci dirà: anche un bambino dell’asilo deve imparare dal raid dello Zeppelin tedesco che nel regime dei mezzi di offesa e di difesa si è prodotto uno sconvolgimento radicale; le armi che ieri parevano potentissime,oggi sono diventate roba da museo; certe fortificazioni che ieri si affermavano ultrapotenti e imprendibili, oggi fanno ridere come un giuoco da ragazzi;

morale: i milioni che abbiamo versato ieri nella costruzione di fortificazioni e di opere militari, oggi risultano come milioni gettati nel lago;

morale numero due: imilioni che oggi chiediamo per costruire nuove fortificazioni e nuove opere militari destinate fra un anno ad essere svalutate e rese inutili da nuove scoperte (quanti forti oggi, di fronte al pericolo di una invasione di dirigibili, hanno perduto quasi tutta la loro efficacia difensiva ed offensiva), sono milioni che noi sprechiamo;

morale numero tre: i denari del popolo sono sacri, non vanno buttativia, quindi è saggio, è prudente ed è patriottico andare molto cauti nel progettare nuove fortificazioni, nel chiedere milioni per nuove opere militari, anche perchè questi benedetti milioni il popolo li deve sudare parecchio».

Davanti a un tale linguaggio della retta coscienza, scommetto che tutti i colonnelli ci commuoveranno fino alle lacrime e sarebbero essi i primi ad invitare il Dipartimento militare federale a ridurre le spese di fortificazioni effimere, e a impiegare in altro modo i milioni che troppe volte sono stati sprecati, con retta intenzione, si capisce.

 

Il castello dell'Algarve sarà classificato

Da theportugalnews.com del 19 ottobre 2024

L'avvio della procedura per la classificazione del castello di Salir, nel comune di Loulé, come monumento di interesse pubblico è stato pubblicato nel Diário da República, a seguito di una proposta del comune e del Coordinamento e Sviluppo Regionale dell'Algarve.

Il castello è una fortificazione di origine islamica del XII secolo che rappresenta un "valore culturale e storico di grande significato nel territorio nazionale, appartenente a un patrimonio medievale islamico e medievale cristiano, nella categoria dell'architettura difensiva dell'Algarve", evidenzia la Commissione di Coordinamento e Sviluppo Regionale (CCDR) dell'Algarve nelle informazioni disponibili sul suo sito web relative alla richiesta di classificazione.

La CCDR ha evidenziato che il castello di Salir, situato nell'omonima parrocchia, fu "conquistato da D. Paio Peres Correia, maestro dell'Ordine di Santiago, dopo la cattura della città di Tavira e di altri castelli della costa, tra il 1248 e il 1249", e servì da base all'esercito di Afonso III per la successiva conquista della città di Faro.

"Le rovine del castello si trovano nella zona occidentale del villaggio, integrate nell'area urbana del paese, su una collina calcarea alta 256 metri", si legge nella motivazione del CCDR, che sottolinea il ruolo della struttura come "parte delle fortificazioni ricostruite durante il periodo almohade per difendere Loulé e proteggere i villaggi della regione rurale".

L'immobile, che è in corso di schedatura, e quelli situati nella "zona di protezione generale (50 metri dai suoi limiti esterni) sono coperti dalle attuali disposizioni di legge", si legge nell'avviso. Gli interessati possono consultare la motivazione, l'ordinanza e la planimetria del bene in corso di classificazione e la rispettiva zona di protezione generale sui siti web dell'istituto pubblico Património Cultural, della CCDR e del Comune di Loulé.

"L'interessato può presentare reclamo contro l'atto che decide l'avvio della procedura di classificazione, secondo i termini e le condizioni stabiliti dal Codice di procedura amministrativa, fatta salva la possibilità di contestazione", si legge ancora nell'avviso.

 

Presentazione del libro “Torri costiere della provincia di Lecce” di Francesco Pio Fersini presso la Biblioteca Comunale in Villa Cleopazzo

Da tgnordsalento.it del 17 ottobre 2024

Con la chiusura della stagione estiva, la Pro Loco Casalabate Marina di Squinzano A.P.S. ha registrato unaserie di validi successi per le iniziative programmate, richiamando una varia ed entusiasta compagine dituristi e avventori da diverse zone d'Italia.

La ricerca e l’impegno dell’associazione si protrarranno anche nel periodo autunnale, attraverso un ventagliodi proposte culturali che coinvolgeranno i cittadini in attività stimolanti quanto formative. Il primo di questieventi si terrà il 18 ottobre 2024 alle ore 18.30 presso La Sala Cingolani della Biblioteca Comunale in VillaCleopazzo, a Squinzano, con la presentazione del libro intitolato “Torri costiere della Provincia di Lecce” dell’autore castrense Francesco Pio Fersini.

Tema centrale del volume è la proposta di elaborare una sorta di guida completa alla riscoperta delle Torri costiere, vere e proprie sentinelle sul mare. Esse hanno svolto per secoli un ruolo decisivo nella difesa del territorio dalle minacce rappresentate da aggressive e potenti popolazioni straniere. L’autore compie un excursus storico presentando le varie fasi di costruzione e gestione di questi edifici fortificati e,successivamente, ne approfondisce gli aspetti tecnici. Egli fornisce inoltre aneddoti sulle loro origini. Particolare enfasi verrà conferita alla Torre Specchiolla, vero gioiello della marina di Casalabate e punto diriferimento per generazioni di turisti e residenti.

Il testo si presenta come un’enciclopedia che riassume caratteri storici, architettonici e paesaggistici. Tuttavia, la vera peculiarità risiede nell’aver fornito per alcune costruzioni un confronto fotografico tra la situazione attuale e il passato, attingendo ad archivi storici. Una simile catalogazione dei beni culturali si traduce in un ottimo espediente per conoscere realtà importanti e sconosciute, nonostante l’estrema vicinanza ai più significativi centri della penisola salentina.

La manifestazione si aprirà con la presentazione ufficiale dei volontari del Servizio Civile Universale susseguitisi presso la Pro Loco di Casalabate – Marina di Squinzano durante gli ultimi anni, sotto l’attentaguida della responsabile di progetto, la dottoressa Anna Pagano.

Nel corso della serata si alterneranno i saluti istituzionali delle figure politiche di spicco del settore culturale del comune ospitante. A prendere la parola saranno il Presidente della Pro Loco Casalabate – Marina di Squinzano Mino Patera, il sindaco Mario Pede, l’assessore alla Cultura Eleanna Bello e l’assessore alla Marina di Casalabate Alessia Lionetti
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Nel bunker di Mussolini di guardia alla frontiera: due giorni in Carnia immersi nella storia

Da iltirreno.it del 16 ottobre 2024

Sabato e domenica visite guidate nel bosco di Invillino a Villa Santina. È l’Opera 2 composta da sei postazioni per mitragliatrice

Di Tanja Ariis

 

CASTELLO ROCCACASALE: FINANZIAMENTO DI OLTRE 2,5 MILIONI DI EURO PER IL PRIMO LOTTO DEI LAVORI

Da reteabruzzo.com del 16 ottobre 2024

Un importante traguardo per il Comune di Roccacasale, che ha ottenuto un finanziamento di 2.527.042,22 euro per il primo lotto dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza del castello De Sanctis.

A darne notizia è il quotidiano Il Centro. L’iniziativa fa parte del più ampio progetto“La Via dei Castelli”, promosso dal Parco nazionale della Maiella, che miraa valorizzare il patrimonio storico e architettonico della Valle Peligna e della Val Pescara.

“Si tratta di un altro grande risultato ottenuto grazie al lavoro costante di questa amministrazione”, ha dichiarato con soddisfazione il sindaco Enrico Pace, evidenziando l’impegno e la dedizione che hanno portato all’ottenimento del finanziamento.

Il progetto “La Via dei Castelli” si propone di recuperare e valorizzare i castelli e le fortificazioni del territorio, rendendoli punti di interesse culturale e turistico. Il castello De Sanctis, simbolo di Roccacasale e della storia locale, sarà dunque oggetto di un intervento che punta a preservarne l’integrità strutturale e ad aumentarne la fruibilità per i visitatori.

Questo primo lotto di interventi rappresenta solo l’inizio di un percorso che si prefigge di trasformare il castello in un vero e proprio fulcro turistico per l’area, contribuendo allo sviluppo economico e culturale del comune e del territorio circostante.

L’amministrazione comunale continuerà a lavorare per garantire che ilavori vengano portati a termine nei tempi previsti, affinché il castello De Sanctis possa diventare un fiore all’occhiello del patrimonio della Valle Peligna.
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Cingoli, 2 milioni per il recupero della cinta muraria

Da sisma2016.gov.it del 16 ottobre 2024

La Conferenza regionale ha approvato il progetto per il recupero della cinta muraria di Cingoli, nel Maceratese, per un importo di 2milioni di euro.

L’intervento, ricompreso tra quelli finanziati dall’ordinanza numero 137, prevede lavori sulla porzione di mura medievali che si sviluppa da Porta Piana fino alla Portella e tra Porta Spineto e le mura storiche sottostanti il convento di San Benedetto, per una lunghezza totale di 1,8 chilometri circa. Tutto ciò perché le scosse di terremoto del 2016/2017 hanno aggravato la situazione di quello che rappresenta uno dei tratti distintivi e più ammirati del centro storico cingolano.

«Il patrimonio storico del cratere è innegabilmente vasto e prezioso in tutte le sue manifestazioni – spiega il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli -. Nostro dovere non è solo ricostruire ma preservare tali tesori. L’ordinanza 137 viaggia anche in questa direzione, e la sua pronta attuazione ci conferma la bontà della scelta. Ringrazio come sempre il Comune,l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».

Soddisfazione da parte del Sindaco Michele Vittori. “E’ un importante intervento che avrà un impatto rilevante che riguarda anche l’accoglienza. Le Mura sono un biglietto da visita fondamentale della nostra città. Chi decide di visitare il nostro borgo, può apprezzare la bellezza che contraddistingue le nostre Mura. Facciamo sentire sicuro e accolto chi viene a visitarci ma anche chi ci abita”.

La progettazione ha suddiviso il lavoro in quattro settori, per i quali sono previste diverse tipologie di intervento. Il primo comprende unicamente Porta Piana, oggetto di una pulizia approfondita dei fregi in pietra tramite una soluzione di sali di ammonio disciolti in acqua. Il secondo si sviluppa da Porta Piana fino a Portella mentre il terzo include Porta Spineto e il muro adiacente. Gli interventi sui tratti di mura inclusi in questi raggruppamenti hanno come scopo principale quello di migliorarne la coesione e la stabilità.

Infine il quarto settore, di cui fanno parte le mura del convento di San Benedetto, che si sviluppano su due livelli. Qui sono previsti,tra le altre cose, lo smontaggio e rimontaggio della fascia sommitale della porzione di mura poste più alto, compreso il manto di copertura in coppi, e l’esecuzione di cuci e scuci di muratura nei tratti fessurati.

 

L'Allegri diventa scuola nazionale dei Vigili del Fuoco, Giordani: «Operazione incredibile»

Da padovaoggi.it del 8 ottobre 2024

Il vertice con il prefetto Franceschelli ha confermato il progetto da 40 milioni di euron ell'area dell'ex aeroporto dismesso ormai da anni dall'Aeronautica

A Padova sorgerà una delle tre scuole nazionali dei Vigili del Fuoco. «Sono estremamente soddisfatto rispetto all’esito dell'incontro avuto (ieri, 7 ottobre, ndr) presso il Ministero degli Interni con oggetto la nuova scuola nazionale dei Vigili del Fuoco presso l'area lasciata libera, ormai alcuni anni fa, dall'Aereonautica Militare, all'interno del complesso dell'Aereoporto Allegri» il commento del sindaco, Sergio Giordani. Il vertice, presieduto dal Prefetto Renato Franceschelli (ex Prefetto di Padova),capo del dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ha visto la presenza anche del Senatore Antonio De Poli oltre ad esponenti apicali di Enac,del Genio della Difesa, dell'Agenzia del Demanio.

«Adesso possiamo finalmente affermare che il progetto di dare casa a Padova a una delle tre scuole nazionali dei Vigili del Fuoco è ufficiale - prosegue Giordani - .Superate le ultime complessità si passerà ora alla fase operativa. L'investimento stimato è di circa 40 milioni di euro e l'area interessata è di 150mila metri quadrati. Dopo i frazionamenti di cui si è fatto carico il Comune di Padova ora tutti gli enti interessati sono pronti per formalizzare gli atti necessari all'assegnazione definitiva delle aree e avviare dunque le attività per larealizzazione della nuova scuola».

«E' un’ottima notizia per Padova che non solo scongiura il crearsi di un vuoto urbano in un area centrale e di pregio ma porta in città una nuova funzione importante di rango nazionale che rigenererà la zona e porterà nuove energie positive e un nuovo indotto. Il tutto con un fine assolutamente nobile, poichè non serve certo spiegare il ruolo fondamentale che i Vigili del Fuoco giocano nel servizio alla comunità nazionale - chiude Giordani.

Voglio ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile negli anni questa progettualità, in primis il Prefetto Franceschelli che ha sempre lavorato pazientemente alla sua concretizzazione e un grazie anche al Senatore Antonio De Poliche si è speso con generosità per affiancare e aiutare questo percorso».

 

BELLINZONA, VALORIZZARE I CASTELLI PER DESTAGIONALIZZARE L'OFFERTA

Da ticinonews.ch del 6 ottobre 2024

Torna Il Municipio ha preparato il messaggio per investire 24 milioni nel progetto. Branda: "Il Cantone faccia però la suaparte, ci sarebbero ricadute positive per tutti".

Bellinzona è pronta a investire per il rilancio dei suoi castelli, in ottica soprattutto turistica, a patto che il Cantone facciala sua parte. Il Municipio bellinzonese ha preparato il messaggio per stanziare 24 milioni per un progetto ritenuto strategico. Si tratta di una cifra più alta di quella di cui si parlava inizialmente quando si ha cominciato, ormai più di un anno fa, a pensare al credito. Il sindaco Mario Branda ai microfoni di Ticinonews ha voluto sottolineare, però, che anche il Ticino deve essere pronto a spendere.

BRANDA: "AIUTEREBBE LA DESTAGIONALIZZAZIONE DEL TURISMO"

"Il messaggio è stato allestito nei dettagli, l'abbiamo anche presentato al Cantone affinché possa pronunciarsi in merito all'entità del suo finanziamento", ha spiegato, rimarcando che "si tratta di un monumento di proprietà cantonale, ma la Città ha deciso di investire un importo significativo perchè questo progetto che dal nostro punto di vista è molto bello e molto importante in termini culturali, storici, ma soprattutto economici e turistici, merita veramente di essere portato avanti e sostenuto". Mettere in campo, in questo periodo storico, 24 milioni di franchi, dunque più della metà della cifra prevista per valorizzare i tre castelli bellinzonesi, non è scontato, il sindaco è convinto che porterebbe a ritorni importanti in termini turistici e di presenze, "dando una mano al processo di destagionalizzazione del turismo, inserendosi bene anche nel panorama dell'offerta generale ticinese. Sarebbe rivolta anche a chi soggiorna in altre parti del cantone, da Lugano a Locarno, e in un giorno di brutto tempo potranno venire da noi a vedere qualcosa di interessante".

SI ATTENDONO NOVITÀ ENTRO UN PAIO DI MESI. E DOMANI AI CASTELLI SI FA FESTA

A livello di tempistiche, la Città aspetta risposte dal Cantone entro le prossime settimane e si augura di poter avere il parere positivo del Consiglio Comunale, cui ora passa la palla, in un paio di mesi, al massimo entro la fine dell'anno. Che cosa prevede, nei dettagli, il progetto? "Si parla di implementare la realtà virtuale, sia tri che quadrimensionale", ha raccontato Branda. "Si apriranno degli spazi ora chiusi, come la galleria della murata sotterranea. Ci sarà un percorso che collegherà i tre manieri, in modo da far scoprire, attraverso la fortezza, anche l'intera Città di Bellinzona". In attesa di sviluppi, domani avranno luogo, in occasione della nona giornata svizzera dei castelli, attività musicali, la spada nella rocca, delle cacce al tesoro.

CLERICETTI: "LE VALLI HANNO SOFFERTO MENO DELLA CITTÀ PER LA CHIUSURA DI ALPTRANSIT"

Ospite in studio nel tg delle 18 di TeleTicino, il direttore dell'Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e AltoTicino, Juri Clericetti, ha ribadito quanto detto da Branda, ovvero l'importanza in termini turistici delle fortezze, per chi sireca a Bellinzona, per i visitatori in generale del Ticino, per chi soggiorna in seconde case o per chi arriva da Oltr'Alpe. Accennando a come il fatto di dover pagare un biglietto scoraggi parte del potenziale pubblico, ha aggiunto che "dietro la fortezza c'è una storia, c'è il nostro passato e dobbiamo essere capaci di offrire non solo il monumento ma anche una animazione attorno e all'interno dei castelli. In questo senso, giornate come quella di domani, dove in occasione della nona giornata svizzera dei castelli, ci saranno musica, la spada nella rocca e delle cacce al tesoro, sono fondamentali". In termini numerici, la regione bellinzonese, dopo tre anni da record, ha visto un calo del 5%, ma i risultati per Clerichetti sono comunque positivi. La chiusura prolungata della galleria del Gottardo ha avuto un influsso a suo dire maggiore sulla Città rispetto che nelle Valli. Il turismo di giornata è in ogni caso sceso del 30%, ora con la riapertura della
galleria e visite alla fortezza sono tornate ai soliti livelli.

IL RUOLO DELLA VALORIZZAZIONE DELLA FORTEZZA NEL FUTURO TURISTICO DELLA ZONA

La valorizzazione dei castelli e l'offerta che essa permetterà avrà un ruolo importante nella destagionalizzazione. "Concordo col sindaco Branda: valorizzare i castelli può portare a offrire qualcosa di interessante anche quando è brutto tempo e durante i mesi invernali come dicembre, gennaio e febbraio, quando il Ticino, visto come Sonnenstube, rischia di essere un po' dimenticato. Se riuscissimo a portare qualcosa di valore dal punto di vista culturale, sicuramente potremmo prolungare le nostre stagioni. Ormai non si parla più nemmeno di destagionalizzazione bensì di annualizzazione".

 

Campagna di ricerca tra Castello di Vignale e pieve san Giovanni

Da iltirreno.it del 6 ottobre 2024

Università di Siena: incontro con gli archeologi il 7 ottobre (alle 17)

RIOTORTO. C’era una volta, nel cuore della Val di Cornia, un progetto che sta riportando alla luce millenni di storia nascosta sotto la terra e i boschi di Vignale. Era il 2003 quando un gruppo di archeologi, guidato da Enrico Zanini dell’Università di Siena, iniziava a studiare la villa romana e poi il mosaico di Aiòn, capolavoro artistico che racchiude i misteri del tempo. Progetto di“archeologia condivisa” in cui non solo gli studiosi, ma pure la comunità locale, si è lasciata coinvolgere. E la storia va oltre.

Oggi, il progetto “Uomini e cose a Vignale” ha ampliato i suoi orizzonti, volgendo lo sguardo oltre la villa romana, verso il Castello medievale che domina le colline. Elisabetta Giorgi, del Dipartimento di scienze storiche e beni culturali dell’Università di Siena, insieme a Zanini, spiega come il prossimo passo sia quello di connettere questi due mondi: il mondo romano e quello medievale.«Necessario contestualizzare lo studi della villa e le molte conoscenze che ha prodotto nel territorio circostante» racconta Giorgi. Se ne parlerà durante l’archeo-aperitivo al sito archeologico di Vignale il 7 ottobre (alle 17) , che chiuderà la campagna ’24.

La villa, con il mosaico e le sue sepolture altomedievali, rappresenta il fulcro del paesaggio antico. Ma non è sola. Sopra, sul poggio chiamato “del Castello”, c’era una fortezza, costruita intorno al 1280. Castello con una cinta muraria ben visibile ancor oggi, che racchiudeva edifici di cui restano cumuli di pietre e tegole crollate, testimoni silenziosi di vite passata. Fuori dalle mura, la pieve di san Giovanni, imponente chiesa costruita con blocchetti di pietra squadrati, segno di una qualità edilizia sorprendente («che richiama quella di Campiglia» dice Giorgi). Poi, un borgo, forse più grande di quanto si pensasse all’inizio.

«La sfida – spiega Giorgi – è far emergere questi tesori nascosti, rendere visibile ciò che da secoli è invisibile». Quest’anno, un gruppo di 15 archeologi dalle università di Siena, Milano e Bologna, ha avviato una nuova campagna di rilievi, unendo modalità tradizionali alle più avanzate tecnologie per l’archeologia dei paesaggi. Obiettivo? «Tracciare una linea di conoscenza – risponde Giorgi – che parta dall’antica laguna fino alle colline, per connettere la villa romana e il Castello medievale in un’unica narrazione». Dal 16 settembre questi giovani “esploratori del passato” hanno percorso il territorio, mappando ogni dettaglio, studiando il potenziale archeologico dei terreni e cercando di riportare alla luce strutture e storie. Non si tratta solo di scienza, ma pure esperienza di condivisione, sostenuta da UniCooop Tirreno,Sezione Soci Coop Piombino Riotorto, Associazione Cultura e Spettacolo Riotorto, RioLab, La Madonnina Village Resort, Baia Etrusca. Ora il Castello e la villa non sono più semplici resti di pietra e mosaico, ma capitoli di vicende di uomini e cose che, secoli fa, abitavano queste terre.

 

La città operaia di Dalmine e i bunker antiaerei

Da ecodibergamo.it del 5 ottobre 2024

Torna per la sesta edizione il festival di letteratura del lavoro Produzioni Ininterrotte: in programma il tour letterario con il racconto sui luoghi del lavoro operaio della città di Dalmine.

Tour tratto da "Tute blu" di Andrea Sangiovanni (Donzelli, 2006)

Immergersi nei luoghi del lavoro operaio della città di Dalmine rivivendo le storie di operai che dagli anni cinquanta hanno dato il via a quel miracolo economico che in breve tempo ha trasformato l’identità del paese portandolo tra i più industrializzati del mondo. L’Italia operaia dal 1950 al 1980, di cui Dalmine rappresenta luogo iconico del lavoro grazie alla grande industria siderurgica nata nei primi anni del novecento con gli edifici pubblici e le residenze per i lavoratori e le dirigenze. È compresa nel tour anche la visita ai bunker antiaerei costruiti nel periodo della seconda guerra mondiale nei quartieri in prossimità dell’azienda.

Orari di partenza dei tour: ore 10, 14, 16
Durata: 2 ore circa

I tour letterari si svolgono dal 5 ottobre al 23 novembre e coniugano letteratura e visite guidate per scoprire e vivere località dalla forte connotazione identitaria, spesso non accessibili al pubblico. Per scoprire e rivivere luoghi di archeologia industriale del territorio bergamasco raccontati nei romanzi e saggi di noti autori e autrici. Sono luoghi che ci parlano di epoche passate,del mondo del lavoro, del nostro presente attraverso storie di famiglie, avventure intrise di giallo, storie di guerra, storie dipace. Un’occasione unica e singolare per tutti coloro che vogliono vivere un’insolita esperienza di visita.

 

Casematte, bunker e postazioni contraeree: l’isola di Pantelleria svela il volto militare

Da palermo..repubblica.it del 5 ottobre 2024

Una rete di sentieri si snoda per chilometri lungo il Parco nazionale e riporta in luce gli insediamenti  della Secconda guerra mondiale

Di Paola Pottino

Trentacinque giorni di bombardamenti aerei durante i quali furono sganciate oltre 6.200 tonnellate di bombe.

Era l’8 maggio 1943 quando iniziarono gli attacchi alleati su Pantelleria.

La storia militare dell’isola rivive attraverso attraverso un sentiero sulle tracce della Seconda guerra mondiale allestito all’interno del Parco nazionale.

 

Area 51: la base segreta americana tra UFO e tecnologia avanzata

Da gaeta.it del 4 ottobre 2024

L’Area 51, base militare segreta nel Nevada, è al centro di teorie su UFOe tecnologie extraterrestri, alimentando mistero e curiosità nonostante il riconoscimento ufficiale da parte del governo statunitense.

Di Armando Proietti

L’Area 51, situata nel Nevada, è al centro di speculazioni e teorie riguardo avvistamenti di oggetti volanti non identificati e tecnologie extraterrestri. Sebbene l’installazione sia stata ufficialmente riconosciuta dal governo statunitense nel 2013, il suo mistero e il suo fascino rimangono intatti, alimentando la curiosità del pubblico. Questo articolo esplora la storia, la geografia e le attività associate a questo noto insediamento militare.

La posizione e la grandezza dell’area 51

L’Area 51 si trova a circa 200 chilometri a nord-ovest di Las Vegas, nel deserto del Nevada, circoscritta tra le località di Rachel e Hiko. Questa zona remota è stata designata per la prima volta dalla Commissione per l’Energia Atomica nel contesto della Guerra Fredda. Fondata nel 1955, l’Area 51 era inizialmente parte del Nevada Test and Training Range e venne ribattezzata “Paradise Ranch” per attrarre ingegneri e personale tecnico della Lockheed Martin, società aerospaziale coinvolta nei progetti di difesa.

Oggi, l’Area 51 rappresenta solo una porzione del più ampio Nevada National Security Site , il quale comprende vari laboratori e strutture per la ricerca e sviluppodi nuove tecnologie di difesa. Le dimensioni esatte dell’ Area 51 non sono completamente note, ma si stima che l’installazione si estenda su una superficie di oltre 1.200 chilometri quadrati. La geografia del luogo, caratterizzata da vaste distese desertiche e montagne circostanti, contribuisce a mantenere la segretezza delle operazioni all’interno della base.

In passato, l’accesso al territorio è stato limitato e ben sorvegliato, rendendo difficile per il pubblico avvicinarsi. Anche se alcune aree sono state aperte per ricerche e test, la maggior parte degli edifici e delle strutture rimane inaccessibile. La segretezza che avvolge l’Area 51 ha generato molteplici leggende e narrazioni suitest di tecnologia aliena e approvvigionamenti extraterrestri, cementando il suo status di luogo leggendario nel panorama culturale moderno.

Attività e segretezza dell’area 51

L’esistenza dell’ Area 51 è stata confermata dal governo degli Stati Uniti, ma ciò nonha diminuito il mistero che la circonda. Nel 2013, la CIA ha riconosciuto ufficialmente che l’Area 51 era stata utilizzata come campo di prova per una serie di progetti di aviazione militare. Tuttavia, le informazioni dettagliate riguardo le operazioni condotte all’interno rimangono scarse e frequentemente soggette a strette restrizioni di accesso.

La sorveglianza dell’area è intensiva. Segnaletica di avvertimento e guardie armate monitorano i confini; tali misure di sicurezza sono necessarie per proteggere non solo la tecnologia strettamente riservata, ma anche il personale coinvolto nelle operazioni.

Nonostante i segnali di avvertimento, ci sono regolarmente avvistamenti di persone che tentano di penetrare nel perimetro per catturare immagini e fare improvvisate indagini sul campo. Chi entra senza autorizzazione corre il rischio di multe o di essere arrestato.

Le restrizioni che circondano l’Area 51 hanno alimentato una vasta gamma di speculazioni sulla vita extraterrestre e sul recupero di tecnologia aliena da incidenti, tra cui il famigerato caso di Roswell . La vigilanza trapela ulteriormente attraverso foto satellitari e immagini raccolte in vari contesti geografici, che non riescono mai però a fornire conferme tangibili riguardo agli avvistamenti di UFO o a presunti testdi tecnologie aliene. Queste circostanze contribuiscono alla fama dell’ Area 51 come una delle località più segrete e affascinanti al mondo
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L’associazione con gli UFO

L’Area 51 è spesso associata a oggetti volanti non identificati per via della suastoria come base di test per aerei spia. Inizialmente progettata per lo sviluppo del U- 2, la base ha successivamente ospitato lavori su diversi altri aerei avanzati, come l’ Archangel-12 e l’ F-117 Nighthawk . La scoperta e il collaudo di tecnologie militari sono stati sostenuti, in parte, da avvistamenti di strane luci nel cielo da parte ditestimoni nei dintorni della base.

Il termine “UFO” spesso evoca immagini di astronavi extraterrestri, ma nella sua definizione originale si riferisce a qualsiasi oggetto volante non identificabile; di conseguenza, molti avvistamenti di oggetti vicino all’Area 51 potrebbero derivare dalla sperimentazione militare piuttosto che dalla presenza di vita aliena. Nonostante ciò, il fascino degli UFO ha permeato la cultura popolare, che continua a legare l’Area 51 a misteri e avventure fantastiche.

Diverse sono inoltre le teorie del complotto che circondano l’Area 51. Queste teorie suggeriscono esperimenti segreti e tecnologie alienígena, contribuendo a rendere il sito uno degli argomenti di discussione più ampi tra appassionati di UFO e ricercatori del fenomeno. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la mancanza di prove concrete non ha impedito il proliferarsi di queste narrazioni, che continuano a stimolare l’immaginazione collettiva e a sostenere la fama dell’Area 51 come cuore pulsante di misteri e avventure.
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IL RESTAURO DEL CANCELLO MONUMENTALE DELL’ARSENALE DI VENEZIA

Da difesaonline.it del 4 ottobre 2024

Di Marina Militare

04/10/24 - Dopo sette mesi di intenso lavoro, si è concluso l'importante intervento di restauro del cancello monumentale e della terrazza seicentesca prospicente l'ingresso terrestre dell'Arsenale Militare Marittimo di Venezia. Particolare cura è stata dedicata alla recinzione, che fa da compendio a quella che storicamente è chiamata “Porta da Tera", già “Magna Porta", costituita da sei pannelli metallici identici per dimensioni e disegno, fissati alle colonne ed alla base di pietra d'Istria tramite piombatura, chiusi da un cancello a due ante.

Ogni pannello è caratterizzato da 8 aste verticali a sezione ottagonale, aventi ognuna cinque decorazioni in fusione di lega di rame e finale a punta di lancia, con decorazioni in bronzo bloccate con fusione di piombo.

Prima del restauro, la Porta da Tera presentava numerosi problemi di corrosione attiva ed estesi fenomeni di mineralizzazione del metallo, in special modo sulle zone degli incroci e al di sotto di quasi tutte le decorazioni in lega: i fenomeni di degrado, innescati principalmente dalla specifica modalità costruttiva - caratterizzata da un numero molto alto di incastri - e le coppie galvaniche venutesi a creare tra i diversi metalli utilizzati, hanno causato il distacco di molti elementi originali, sostituiti nel tempo da copie realizzate con leghe diverse.

L'intervento manutentivo, avviato alla fine dell'invernodel 2024 ed ultimato nel mese di settembre, ha restituito a Venezia e ai suoi cittadini, nonché ai visitatori che si soffermano davanti l'ingresso del vecchio Arsenale, il fasto e l'anticofascino di uno dei luoghi più iconici della città lagunare.

L'area sulla quale è stato effettuato il nuovo restauro,che segue quello realizzato esattamente 50 anni fa, nel 1974, per opera della Società Dante Alighieri, è densa di significato per le vicende della Serenissima: nel 1692,dopo l'elezione a doge di Francesco Morosini, conquistatore della Morea, l'attuale penisola del Peloponneso, in Grecia, la modesta passerella in legno antistante la porta d'ingresso all'Arsenale venne sostituita dall'attuale splendida terrazza con le statue allegoriche su un pontile in pietra, chiusa dall'inferriata realizzata dagli Alberghetto, una famiglia, attiva dal 1485 fino alla caduta della Serenissima, che per ben venticinque generazioni lavorò in Arsenale con eccellenti risultati nell'arte dei fonditori.

Il restauro è la felice sintesi di una collaborazione tra la Marina Militare, nello specifico l'Istituto di Studi Militari Marittimi, Polo culturale della Forza Armata, con Venetian Heritage e la prestigiosa azienda Dior chene hanno finanziato il progetto, mettendo a disposizione tecnici e maestranze specializzate in restauri.

Il recupero della terrazza seicentesca dà nuova luce a un luogo denso di significati, specchio di un lungopassato, oggi simbolo del concreto impegno che la Marina Militare imprime per la rivitalizzazione delle infrastrutture, ponendole al servizio del cittadino mediante nuove e performanti modalità di collaborazionecon il privato, nel segno della valorizzazione di un patrimonio storico caro alla Forza Armata.

 

Le Giornate FAI d’Autunno in Calabria, da Longobucco a Francavilla Angitola. Ecco cosa visitare

Da calabria.gazzettadelsud.it del 4 ottobre 2024

Di Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazzadedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese,organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Da Nord a Sud dellaPenisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, pococonosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili,apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità dipartecipazione su www.giornatefai.it), grazie all’impegno, alla creatività ealla passione di migliaia di volontari del FAI attivi in ogni regione.

LONGOBUCCO (Cosenza)

Museo della ginestra, della lana e della seta “Eugenio Celestino” Nel centrostorico di Longobucco, la tradizione della tessitura della ginestra, pianta molto diffusa nel territorio calabrese, è illustrata nel palazzo della famiglia Celestino, dove ha sede il Museo della Ginestra, della Lana e della Seta“Eugenio Celestino”. Al piano terra si trova l'esposizione di ricercati manufatti, foto e documenti della storia della ditta artigiana; al primo piano la bottega storica e i laboratori con gli antichi telai in legno; al piano superiore, un’ulteriore esposizione con la rappresentazione di tutti idisegni originali e delle lavorazioni più recenti. Negli anni Venti il giovane Eugenio Celestino intuì l'importanza della tessitura artistica a livello imprenditoriale e riunì nel suo laboratorio le donne che in casa tessevano sugli antichi telai, avviando nel 1930 un’attività che prosperò, divenendo famosa per il pregio e la bellezza dei manufatti. Celestino diede vita a lavorazioni originali, tra cui coperte, tappeti e scialli, riprendendo disegni antichi e rimettendo in uso l'arte della colorazione con tinte vegetali; nel1938 le sue creazioni furono esposte al Palazzo delle Esposizioni a Roma,alla presenza della principessa Maria Josè e la bottega giunse a servire la casa reale. Nel 1949 Celestino presentò i suoi tessuti al capo di governo Alcide De Gasperi e nel 1956 fu insignito della Medaglia d'oro e del diploma d'onore dal Presidente della Repubblica Gronchi. Nel 1960 Mario Celestino, figlio di Eugenio e titolare dal 1959, partecipò alla realizzazione degli accessori d’alta moda delle Sorelle Fontana a Milano e successivamente ha collaborato con importanti realtà italiane per la creazione di manufatti di alto artigianato. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, nei laboratori di tessitura del museo, sarà illustrato il ciclo della trasformazione della ginestra e la storia delle produzioni d’arte della famiglia Celestino; durante la visita sarà presente una tessitrice che mostrerà il lavoro al telaio orizzontale calabrese e le varie fasi di realizzazione dei decori a mano, rimaste identiche in un secolo di attività.

Campo Calabro (Reggio Calabria)

Luogo di straordinaria bellezza, Poggio Pignatelli sorge nel pieno dell'area naturale protetta ZPS – Zone di protezione speciale Costa Viola, dichiarata di notevole interesse pubblico con Decreto del Ministero della Cultura e pertanto sottoposta a tutela paesaggistica. Il forte, di epoca post-unitaria,fa parte di un grande Piano generale di fortificazione del nuovo Stato (le cosiddette “Fortificazioni umbertine”) che prevedeva la costruzione, sia inSicilia che in Calabria, di ben 24 fortezze, vere e proprie piazze d'armi bastionate e ridossate, per il posizionamento della cosiddetta “Artiglieria da costa” in difesa dello Stretto. Presenta una pianta quasi trapezoidale, sei postazioni dedicate all'artiglieria e tre caponiere. L’edificio è collegato ad altre due opere che si trovano nelle immediate vicinanze, la cosiddetta Batteria Matiniti Inferiore e Forte Siacci, attualmente impiegato per grandi eventi culturali, come la Biennale dello Stretto. Il sito verrà eccezionalmente aperto a tutti in occasione delle Giornate d’Autunno, con priorità riservata agli iscritti FAI. Un percorso naturalistico sarà abbinato alla visita del Forte in compagnia di esperti del settore.

FRANCAVILLA ANGITOLA (Vibo Valentia)

Francavilla Angitola, a pochi passi dall'Oasi WWF del Lago Angitola, sorge nell'entroterra calabrese a 290 metri sul livello del mare e stretto tra due torrenti, Fiumicello/Pirricchio e Talagone/Fischia. La fondazione di Francavilla risale al X-XI secolo per la riunificazione dei preesistenti casalidi Rocca Angitola, ovvero Carlopoli, Clopani e San Foca, e s'inquadra nella politica militare dei Normanni tesa a realizzare una rete difensiva per il controllo della costa orientale e occidentale della Calabria e della regione interna, che si rinviene nella presenza di diverse fortificazioni, come il castello, le cinte murarie e le torri difensive. La sua storia si intreccia inoltre con la devozione a San Foca Martire, al quale è dedicata la più importante chiesa del borgo nonché i molti racconti che hanno ispirato il canto popolare A' Raziuoni e che ne ricordano le gesta. Non meno importante è la leggenda del Drago, dal quale prende il nome la via d'accesso al paese e la cui origine risale alla presenza di una grotta naturale. Si narrava inoltre che il paese di Francavilla, visto dall'alto, avesse appunto le sembianze di un drago. Durante le Giornate FAI sivisiteranno la Chiesa del Rosario, decorata a stucco dai fratelli Riga da Pizzo; il vicino Palazzo Mannacio, generalmente chiuso al pubblico, ex convento dei domenicani, con la biblioteca e il Museo dell'Identità; la chiesa di San Foca Martire, costruita a fine Settecento sul castello medioevale; la chiesa di Santa Maria delle Grazie ricostruita dopo ilterremoto del 1783; infine, l’area archeologica del "Pendino", anticoinsediamento di origine medievale.

Sono, inoltre, previste le seguenti aperture:

CROPANI (CZ)
Borgo
Villa Albani

FRANCAVILLA ANGITOLA (VV)
Cantine Benvenuto

LONGOBUCCO (CS)
Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta

SPEZZANO DELLA SILA (CS)
I Giganti della Sila - Bene del FAI Questo sito fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno,beneficiando di fondi europei PNRR - programma protezione evalorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale.

SANT'AGATA DEL BIANCO (RC)
Musei e Murales nel centenario di Saverio Strati

SCANDALE (KR)
Centro storico

 

Regno Unito, storica cessione delle isole Chagos alle Mauritius. In cambio mantiene la base di Diego Garcia

Da ilsole24ore.com del 3 ottobre 2024

Di Marco Masciaga

NEW DELHI - Chiunque abbia mai condotto un negoziato sa che il modo più semplice per ottenere ciò che si vuole consiste nell’offrire alla controparte qualcosa di cui si può fare a meno.

Diego Garcia resta al Regno Unito per 99 anni

La regola è stata applicata magistralmente dal governo britannico, che giovedì ha ceduto il controllo delle Isole Chagos a Mauritius. La contropartita è di quelle di cui Downing Street e la Casa Bianca non potevano fare a meno. Si chiama Diego Garcia ed è l’isola-base militare nel cuore dell’Oceano Indiano che, secondo il patto siglato tra Londra e Port Louis, per i prossimi 99 anni continuerà a essere una sorta di gigantesca portaerei - in grado di far decollare bombardieri, non semplici caccia - strategicamente collocata in uno dei quadranti più cruciali dello scacchiere geopolitico mondiale. È da Diego Garcia che durante le guerre in Afghanistan e Iraq si alzavano in volo i B-52 americani. Ed è dalle acque che la circondano che transita il traffico di merci, gas e petrolio che fa della direttrice tra Estremo e Medio Oriente la più importante, delicata e studiata del secolo asiatico.

Una lunga storia

La vicenda che ha portato alla cessione delle Chagos è annosa.Affonda le sue radici nell’epoca della decolonizzazione, quando - nel 1965, tre anni prima dell’indipendenza di Mauritius - il Regno Unito, intuendo la futura importanza di quel pugno di isole, trasformò le Chagos (compresa DiegoGarcia) nel British Indian Ocean Territory, così da separare il loro destino da quello, inevitabile, dalla presto libera Mauritius. L’anno successivo venne siglato il contratto di “affitto” con gli Stati Uniti e, a partire dagli anni 70,iniziò la deportazione degli abitanti per far posto sull’isola principale dell’arcipelago, Diego Garcia appunto, a una base militare.

Cambio di approccio

L’accordo siglato giovedì segna un cambio di approccio da parte del governo britannico, la cui linea è sempre stata sostanzialmente la seguente: gli abitanti originari dell’arcipelago non potranno mai farvi ritorno. Negli anni però le pressioni si sono fatte più forti. Prima è toccato ad alcuni Stati Africani.Poi anche le Nazioni Unite, nel 2019, si sono pronunciate sulla questione, con un risoluzione non vincolante che sosteneva che il Regno Unito dovesse cedere il controllo delle isole e consentire il ritorno degli abitanti. Lo scorso anno Human Rights Watch ha definito la vicenda «un crimine contro l’umanità perpetrato da una potenza coloniale contro una popolazione indigena» Non esattamente una medaglia da appendersi al petto, specialmente in un’epoca di profondo riesame dei peccati originali delle potenze occidentali come questa.

Una pressione crescente, accompagnata da cause in vari tribunali internazionali, che alla fine ha convinto Londra che la strada meno rischiosa era quella della cessione delle Chagos ai legittimi “proprietari”. La decisione è immediatamente diventata materiale di battaglia politica. «Weak, weak, weak!» ha commentato su X James Cleverly, un ex ministro degli Esteri britannico che è in corsa per diventare il prossimo leader del Partito conservatore. «Rafforzerà il nostro ruolo nella salvaguardia della sicurezza globale», ha risposto l’attuale Foreign Secretary David Lammy, senza resistere alla tentazione di aggiungere che l’accordo «eliminerà ogni possibilità che l’Oceano Indiano possa venire utilizzato come un pericoloso canale dell’immigrazione illegale verso il Regno Unito». Segno che - neppure nel mezzo di una guerra che potrebbe presto ribadire l’importanza strategica di Diego Garcia - sembra possibile parlare alla testa, anziché alla pancia, dei propri elettori.

 

Concluso l’intervento di Acque Veronesi: restaurata la terza Torre Massimiliana

Da larena.it del 3 ottobre 2024

Con un milione e mezzo di investimento. Il nuovo serbatoio avrà una capacità di accumulo di 930 metri cubi di acqua, circa il triplo del precedente

Nuove infrastrutture e il recupero di un pezzo di storia della città. Concluso l’intervento di Acque Veronesi sulle Torricelle. Con un milione e mezzo di investimento è stato realizzato un nuovo serbatoio idrico - che renderà ancora più efficiente il servizio - e restaurata la Terza Torre Massimiliana, uno dei simboli di Verona.

Il recupero di un simbolo della Verona ottocentesca e della sua storia militare con in contemporanea un nuovo serbatoio idrico,tecnologicamente innovativo, per rendere ancora più efficiente il servizio in città.

È quanto Acque Veronesi ha realizzato sulle Torricelle, con il progetto che ha portato al restauro della terza torre Massimiliana e alla realizzazione di nuove infrastrutture.

La Torre Massimiliana

Costruita tra il 1841 e il 1844 durante il dominio austriaco per rafforzare le difese cittadine, la torre è una preziosa testimonianza dell’architettura militare del diciannovesimo secolo e della storia di Verona.

Alta circa venti metri, dotata di merlature e feritoie, fu realizzata in una posizione strategica sulla collina di San Leonardo perché da lì siaveva una la migliore visuale sulla città e sulle vallate circostanti.

Con la fine del dominio austriaco e il passaggio dell’Italia all’unità nazionale, la torre perse il suo ruolo militare, assumendone un altro non meno importante nell’immediato dopoguerra.

Da presidio militare a serbatoio idrico

Nel 1948 la crescente richiesta di acqua potabile nei contesti urbani in espansione, come la Verona dell’epoca, portò a realizzare all’internodella torre un serbatoio idrico
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La sua collocazione anche questa volta risultò strategica perché dalla collina si garantiva una migliore distribuzione dell’acqua. Nel corso degli anni si aggiunsero poi altre vasche di accumulo, la parte elettrica, una cabina per alimentare quadri e impianti elettrici al servizio del serbatoio; tutte strutture che sono state rimosse e in parte sostituite nel corso dei lavori, durati circa 2 anni, che hanno richiesto uninvestimento di circa un milione e mezzo di euro interamente coperto da Acque Veronesi.

“Un progetto impegnativo, frutto di ricerche e studi ingegneristici ed architettonici approfonditi, che hanno tenuto conto del contesto di grande interesse e rilevanza storico, monumentale ed ambientale del luogo dove abbiamo operato” ha spiegato Elena Nucci, componente del consiglio di amministrazione di Acque Veronesi, che ha espresso soddisfazione per un intervento che non solo ha un alto valore “tecnico” maanche culturale.“

Il nuovo serbatoio avrà una capacità di accumulo di 930 metri cubi di acqua, circa il triplo del precedente. Ciò permetterà un servizioed una distribuzione ancora più capillari ed efficienti, in grado anche a sopperire ad eventuali criticità nel periodo estivo. La maggior parte delle nuove opere, è interrata e non visibile” ha concluso la Nucci “armonizzandosi perfettamente nel paesaggio e nell’ambiente circostante”.

L’intervento ha ricevuto il via libera della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Verona.

Il nuovo serbatoio

Il nuovo serbatoio è formato da tre comparti separati. I due vani laterali sono stati predisposti per l’accumulo dell’acqua con una capacità dicirca 465 metri cubi (930 totali), mentre in quello centrale sono state realizzate tutte le opere e le componenti elettriche dell’impianto,utilizzando apparecchiature e tecnologie di nuova generazione.

La nuova linea acquedottistica, interamente controllata h24 da remoto, saràcollegata a sudovest al serbatoio Santa Sofia, a sudest al serbatoio di Biondella a sudest e quello di Monte Croson più a Nord.

Nuovi collegamenti che hanno richiesto nel corso dei mesi di lavori numerosi interventi in tratti anche non agevoli delle Torricelle.

 

Brescia, così rinasce la palazzina degli Ufficiali

Da ilgiorno.it del 3 ottobre 2024

Ristrutturata per ospitare il Museo del Risorgimento, offrendo spazi per attività didattiche e conferenze. Il progetto, frutto di una collaborazione tra Comune e Provincia, promuove la conoscenza della storia locale

La realizzazione del Museo del Risorgimento, inaugurato a gennaio 2023, ha rappresentato l’opportunità di attuare un progetto inclusivo che consentisse di ottenere nuovi spazi, dove offrire servizi ludico-didattici e formativo-scientifici. Tali servizi saranno erogati all’interno della Palazzina, affidati direttamente a Fondazione Brescia Musei, dopo la ristrutturazione effettuata da Brescia Infrastrutture.LaFondazione Brescia ha anche progettato il decoro grafico degli interni della sala affinché gli studenti in visita possano conoscere in modo dettagliato la storia del "Falco d’Italia", una delle più grandi fortezze del nostro Paese.

L’importo complessivo dell’intervento previsto nel protocollo d’intesa è di circa 600mila euro, di cui sono stati spesi ad oggi 465 mila; il resto sarà usato per progettare e sistemare il primo piano della Palazzina. Tutti i martedì e giovedì mattina le scuole della provincia di Brescia potranno ora compiere la visita al Museo e la conseguente attività didattica nella sala recuperata approfondendo la storia di questo luogo. Inoltre, in accordo con la Provincia di Brescia, ogni sabato mattina dell’anno scolastico sulla base della prenotazione, le scuole potranno,senza ulteriori oneri, tenere lezione nella palazzina e affiancare a questa lezione una piacevole mattinata in libertà, anche senza il sostegno delle attività di educazione al patrimonio. F.P.

 

Venerdi 4 ottobre a Forte Marghera inaugurazione del nuovo infopoint del Sito Patrimonio Mondiale Unesco "Venezia a la sua Laguna".

Da infopinione.it del 2 ottobre 2024

Venerdi 4 ottobre a Forte Marghera inaugurazione del nuovo infopoint del Sito Patrimonio Mondiale Unesco "Venezia a la sua Laguna".

Data: Venerdi 4 Ottobre 2024  -16:00

Luogo: Forte Marghera

Venerdi 4 Ottobre alle ore 16, sar' inaugurato il nuovo infopoint del Sito Patrimonio Mondiale Unesco "Venezia a la sua Laguna".

Alla cerimonia che avrà luogo al fabbricato 27, parteciperanno l'assessore al Turismo Simone Venturini e le altre realtà che hanno collaborato al progetto.

L'infopoint è stato realizzato grazie al finanziamento del Ministero del Turismo, nell’ambito delle iniziative a supporto dei Comuni con forte vocazione turistico-culturale e che ospitano siti riconosciuti dall’UNESCO.

La presenza degli operatori dell'informazione sarà particolarmente gradita.

 

Rap in friulano in bunker della Guerra Fredda

Da telefriuli.it del 1 ottobre 2024

Su YouTube il nuovo videoclip "Padua" di Dj Tubet

È online su YouTube il nuovo videoclip di Dj Tubet, intitolato “Padua”, tratto dal suo recente album “Fin Cumò”. Il rapper friulano, noto per il suo stile innovativo che mescola tradizione e modernità, rielabora in questo brano alcuni canti tradizionali friulani come villotte e serenate, donandogli nuova vita con un sound contemporaneo che li riporta al centro della sua musica. Il videoclip, girato per la prima volta all’interno di un autentico bunker della Guerra Fredda situato al confine tra Italia e Austria, è stato realizzato da Stefano Morandini. Il sito, gestito dall’Associazione per lo Studio e la Salvaguardia delle Fortificazioni a Nord-Est, rappresenta uno scenario ideale per la narrazione visiva del brano.

La storia raccontata si ispira alle implicazioni psicologiche degli Alpini d’Arresto che presidiavano queste fortificazioni durante il conflitto, con particolare attenzione alle emozioni e ai pensieri legati alla guerra: la noia, la paura costante di un attacco imminente, e il desiderio verso le fidanzate lasciate a casa. Centrale nella trama è la rievocazione di una storia d’amore tra un militare e una ragazza, un tema che richiama anche alcune villotte ottocentesche tradizionalmente incentrate sull’amore.

Prima del lancio su YouTube, “Padua” è stato presentato in anteprima durante una serie di eventi dedicati e sarà proiettato anche sul grande schermo. La sera di venerdì 11 ottobre, alle ore 20:30, sarà infatti possibile assistere alla proiezione presso il Cinema Visionario di Udine, all’interno della serata che prevede anche la visione del mediometraggio “Goriški Zid – Il Muro di Gorizia” di Aeten Production. Il videoclip è una delle opere realizzate nell’ambito del progetto culturale “W.A.R.S. – Where Are Real Stories. Luoghi, vicende e arti per conoscere la Storia del Novecento”, curato dall’associazione Espressione Est, che celebra quest’anno il suo trentesimo anniversario. Il progetto, sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio storico e umano. legato soprattutto alle vicende belliche del secolo scorso.

 

Chiese e monasteri fortificati del MareNostrum: convegno internazionale a Lipari

Da messinatoday.it del 1 ottobre 2024

Da silenziosi luoghi di culto a fortezze con torri merlate e cammini di ronda per ilcontrollo del territorio fino al mare. È il destino che nel Medioevo è toccato achiese, eremi e monasteri del Mediterraneo, con l’avanzata bellicosa di popolazioni dalnord, dall’est e dal sud.

Un tema, quello della difesa degli spazi sacri, intorno al quale una trentina fra storicidell’architettura e dell’arte medievale e archeologi di prestigiosi atenei italiani e stranierisi incontreranno a Lipari (Me), dal 3 al 5 ottobre 2024, negli spazi del Parco Archeologico delle Eolie – Museo Archeologico Bernabò Brea della Regione Sicilianaper confrontarsi sulle ultime ricerche scientifiche. Titolo del convegno “Difendere glispazi sacri.

Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondoappuntamento internazionale sulle architetture medievali nel Mediterraneo che arrivadopo quello del 2022. Di scena sarà l’architettura religiosa fortificata dei paesirivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla Grecia al Marocco, dalla Croazia alla Tunisia, laSpagna, la Francia, Malta e l’Italia.

Il convegno è un progetto del Parco archeologico delle Eolie – Museo archeologico Bernabò Brea della Regione Siciliana e del Laboratoire d'archéologie médiévale etmoderne en Méditerranée (LA3M) dell’Università Aix Marseille. Realizzato con ilsostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo, direttore del Parco, e da Fabio Linguanti, architettoPhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M - Aix Marseille Université),curatore scientifico della rassegna. Enti patrocinatori l’Università degli studi di Catania,l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e il Comune di Lipari.

Si inizia giovedì 3 ottobre, ore 14,30, negli spazi della Chiesa di Santa Caterina, allapresenza di Francesco Paolo Scarpinato (Assessore regionale dei Beni Culturali edell’Identità Siciliana) e con gli interventi di Vilardo e Linguanti; di MonsignorGiovanni Accolla (Vescovo Archimandrita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela);di Riccardo Gullo (sindaco di Lipari) e Anne Mailloux, archeologa medievista edirettrice del LA3M.

A seguire le relazioni di studiosi provenienti da Marocco (con Mounsif Ibnoussina, CadiAyyad University sulla Moschea di Tinmel, capolavoro d’arte, architettura e bastionesacro nella regione dell’alto Atlante, a Marrakech); Spagna (con Raoul Romero Medina,Uni Complutense Madrid, sulle architetture religiose fortificate in Andalusia, comeespressione di potere piuttosto che spazi militari destinati alla difesa), Malta (conCharlene Vella, Uni Malta, sulle analogie strutturali fra il Forte sant’Angelo di Malta e learchitetture ecclesiastiche normanne in Sicilia e nel regno di Napoli); Firenze (conLamia Hadda, Uni Firenze, sulla grande Moschea di Suda, in Tunisia, e la sua doppianatura di luogo sacro e fortezza);

Messina (con Marie Ange Causarano, archeologa Uni Messina sull’Abbazia diCasalvecchio Siculo, Messina, esempio di quella rete di monasteri italo-greci a cavallodello Stretto) e infine da Catania (con Adriano Napoli, Uni Catania, sulle torri medievalidei monasteri di rito greco).

Tutto il convegno sarà fruibile in live streaming sulla pagina Facebook del Parco delle Eolie.

Programma

Venerdì 4 ottobre

La seconda giornata del convegno vedrà le relazioni di studiosi provenienti da Croazia,Grecia, USA e dall’Italia (Bari, Catanzaro, Napoli, Roma e Firenze); una testimonianza di storia architettonico-artistica e di restauri con la presentazione del libro “I chiostrinell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegnadel Giglio): volume riepilogativo degli interventi esposti nel 2022, in occasione dellaprima edizione della rassegna dedicata al contesto dei chiostri medievali nelMediterraneo.

Interverranno Anne Mailloux (LA3M Aix-Marseille Université), Silvia Beltramo e CarloTosco (Politecnico Torino) e si tornerà a parlare anche del Chiostro di San Bartolomeo diLipari, uno dei monumenti meno studiati del Mediterraneo medievale del quale adesso sidelinea il quadro storico-costruttivo fissando una datazione più certa: chiesa e monasterofurono realizzate in tre fasi vicine fra loro, un cantiere iniziato a Lipari alla fine dell’XIsecolo e concluso nel primo ventennio del XII.

Si inizia da Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), cheparlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sullaGrecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitturemurali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pitturainfluenzò l’arte ortodossa;

l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico diHosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultimenovità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres. Quindi si torna in Italia con gli studi suimonasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gliarcheologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamentisull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di UrsulaWierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema difossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centroeconomico del territorio.

Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate diSant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (UniSapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli). SempreMarazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei acastrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange(aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede
(Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardosulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (UniSapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.

Sabato 5 ottobre

La terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l'area tirrenica settentrionaledel Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del nord e Sardegna. Si inizia conNicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” diMaguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittimasostenuta degli istituti religiosi.

A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale diSaint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d'armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont(Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale diFrancia: un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revelricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento dieccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti.

Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo)sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antelami”, corporazionemedievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati aiCistercensi. Un'iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storicodel Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto distudio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni aPorto Venere, a cura di S. Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura laSardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione diValeria Carta (Uni Cagliari).

Il Parco archeologico delle Isole Eolie si sviluppa nelle isole di Lipari, Panarea, Filicudie Salina e comprende suggestivi villaggi preistorici, necropoli di età greca e romana,terme romane e tante altre testimonianze. La sede principale è il Museo archeologicoLuigi Bernabò Brea, aperto al pubblico nel 1954 – quest’anno ricorre il 70°anniversario
dall’istituzione - e situato sul Castello di Lipari, una cittadella fortificata a strapiombosul mare. Abitata fin dal Neolitico, e poi nell’età del Rame e all’età del Bronzo, tantoche riveste una fondamentale importanza per la preistoria del Mediterraneo.

Il Museo Archeologico ripercorre la storia delle isole Eolie dalla preistoria all’età grecae romana e custodisce migliaia di reperti (vasi, statuette, la più grande collezione dimaschere teatrali, gioielli) provenienti dalle ricerche e dagli scavi archeologici condottisoprattutto nell’Arcipelago ed, in particolare, dai corredi funerari delle circa tremilatombe della necropoli di Contrada Diana. Una sala è dedicata anche all’archeologiasubacquea, un’altra alla storia della formazione del Museo, mentre un padiglione ha perprotagonisti i vulcani. Un’ala del Castello di Lipari, le ex carceri, sono dedicate all’artecontemporanea con una collezione permanente dal titolo Mare Motus.

Nell’estate 2024, in occasione della celebrazione dei 70° anni del museo, è stata allestitauna mostra permanente che ricostruisce la sua nascita e il febbrile lavoro di ricercacondotto per oltre mezzo secolo nell’arcipelago eoliano dagli archeologi Luigi BernabòBrea, ligure e dal 1942 Soprintendente archeologo della Sicilia orientale, e dalla franceseMadeleine Cavalier, legati dalla comune passione per la storia archeologica delle Eolie.Dal 2019 il direttore del Parco delle Eolie è l’architetto Rosario Vilardo.