Da
silenziosi luoghi di culto a fortezze con
torri merlate e cammini di ronda per
ilcontrollo del territorio fino al mare. È
il destino che nel Medioevo è toccato
achiese, eremi e monasteri del Mediterraneo,
con l’avanzata bellicosa di popolazioni
dalnord, dall’est e dal sud.
Un tema, quello della difesa degli spazi
sacri, intorno al quale una trentina fra
storicidell’architettura e dell’arte
medievale e archeologi di prestigiosi atenei
italiani e stranierisi incontreranno a
Lipari (Me), dal 3 al 5 ottobre 2024, negli
spazi del Parco Archeologico delle Eolie –
Museo Archeologico Bernabò Brea della
Regione Sicilianaper confrontarsi sulle
ultime ricerche scientifiche. Titolo del
convegno “Difendere glispazi sacri.
Chiese e monasteri fortificati nel
Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”,
secondoappuntamento internazionale sulle
architetture medievali nel Mediterraneo che
arrivadopo quello del 2022. Di scena sarà
l’architettura religiosa fortificata dei
paesirivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla
Grecia al Marocco, dalla Croazia alla
Tunisia, laSpagna, la Francia, Malta e
l’Italia.
Il convegno è un progetto del Parco
archeologico delle Eolie – Museo
archeologico Bernabò Brea della Regione
Siciliana e del Laboratoire d'archéologie
médiévale etmoderne en Méditerranée (LA3M)
dell’Università Aix Marseille. Realizzato
con ilsostegno dell’Assessorato dei Beni
Culturali e dell’Identità Siciliana e del
Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario
Vilardo, direttore del Parco, e da Fabio
Linguanti, architettoPhD storia
dell’architettura (Politecnico di Torino /
LA3M - Aix Marseille Université),curatore
scientifico della rassegna. Enti
patrocinatori l’Università degli studi di
Catania,l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e
Santa Lucia del Mela e il Comune di Lipari.
Si inizia giovedì 3 ottobre, ore
14,30, negli spazi della Chiesa di Santa
Caterina, allapresenza di Francesco Paolo
Scarpinato (Assessore regionale dei Beni
Culturali edell’Identità Siciliana) e con
gli interventi di Vilardo e Linguanti; di
MonsignorGiovanni Accolla (Vescovo
Archimandrita di Messina, Lipari e Santa
Lucia del Mela);di Riccardo Gullo (sindaco
di Lipari) e Anne Mailloux, archeologa
medievista edirettrice del LA3M.
A seguire le relazioni di studiosi
provenienti da Marocco (con Mounsif
Ibnoussina, CadiAyyad University sulla
Moschea di Tinmel, capolavoro d’arte,
architettura e bastionesacro nella regione
dell’alto Atlante, a Marrakech); Spagna (con
Raoul Romero Medina,Uni Complutense Madrid,
sulle architetture religiose fortificate in
Andalusia, comeespressione di potere
piuttosto che spazi militari destinati alla
difesa), Malta (conCharlene Vella, Uni
Malta, sulle analogie strutturali fra il
Forte sant’Angelo di Malta e learchitetture
ecclesiastiche normanne in Sicilia e nel
regno di Napoli); Firenze (conLamia Hadda,
Uni Firenze, sulla grande Moschea di Suda,
in Tunisia, e la sua doppianatura di luogo
sacro e fortezza);
Messina (con Marie Ange Causarano,
archeologa Uni Messina sull’Abbazia
diCasalvecchio Siculo, Messina, esempio di
quella rete di monasteri italo-greci a
cavallodello Stretto) e infine da Catania
(con Adriano Napoli, Uni Catania, sulle
torri medievalidei monasteri di rito greco).
Tutto il convegno sarà fruibile in live
streaming sulla pagina Facebook del Parco
delle Eolie.
Programma
Venerdì 4 ottobre
La seconda giornata del
convegno vedrà le relazioni di studiosi
provenienti da Croazia,Grecia, USA e
dall’Italia (Bari, Catanzaro, Napoli, Roma e
Firenze); una testimonianza di storia
architettonico-artistica e di restauri con
la presentazione del libro “I
chiostrinell’area mediterranea”, a cura di
Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed.
All’insegnadel Giglio): volume riepilogativo
degli interventi esposti nel 2022, in
occasione dellaprima edizione della rassegna
dedicata al contesto dei chiostri medievali
nelMediterraneo.
Interverranno Anne
Mailloux (LA3M Aix-Marseille Université),
Silvia Beltramo e CarloTosco (Politecnico
Torino) e si tornerà a parlare anche del
Chiostro di San Bartolomeo diLipari, uno dei
monumenti meno studiati del Mediterraneo
medievale del quale adesso sidelinea il
quadro storico-costruttivo fissando una
datazione più certa: chiesa e
monasterofurono realizzate in tre fasi
vicine fra loro, un cantiere iniziato a
Lipari alla fine dell’XIsecolo e concluso
nel primo ventennio del XII.
Si inizia da Istria e
Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo
(Uni Zagabria), cheparlerà di alcuni
monasteri fortificati del litorale adriatico
orientale; tre i contributi sullaGrecia con
Athanasios Semoglou (Aristotele Uni
Thessalonike) e gli studi sulle
pitturemurali bizantine nei monasteri del
Monte Athos, centro spirituale la cui scuola
di pitturainfluenzò l’arte ortodossa;
l’archeologo Alessandro
Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso
monastico diHosios Loukas in Beozia, mentre
Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà
le ultimenovità sulla Chiesa di Kosmosoteira
a Feres. Quindi si torna in Italia con gli
studi suimonasteri del Gargano a cura di
Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con
gliarcheologi Alberto Agresti e Lorenzo
Crescioli, per importanti
aggiornamentisull’Abbazia di Settimo a
Scandicci, condotti con la direzione
scientifica di UrsulaWierer, Soprintendente
BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso
sistema difossati, ponti e torri che
consentiva ai monaci cistercensi di
proteggere l’abbazia, centroeconomico del
territorio.
Ancora sul territorio
italiano, a Roma, con il racconto delle
strutture fortificate diSant’Agnese fuori le
mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca
Lembo Fazio (UniSapienza, Roma) e Federico
Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli).
SempreMarazzi approfondirà il tema della
trasformazione dei monasteri da “civitas dei
acastrum fidei” con focus sull’Italia
centro-meridionale. Quindi la Calabria con
le grange(aziende agricole e pastorali)
fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed
Elena Di Fede
(Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude
la seconda giornata di studi lo sguardosulle
abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con
gli interventi di Renzo Chiovelli
(UniSapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni
Lione) e Vania Rocchi.
Sabato 5 ottobre
La terza e ultima
giornata del convegno vede protagonista
l'area tirrenica settentrionaledel
Mediterraneo, con interventi su Francia,
Italia del nord e Sardegna. Si inizia
conNicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille
Université) e le “cattedrali del mare”
diMaguelone e Agde, chiese fortificate
connesse all’istituzione di una guardia
marittimasostenuta degli istituti religiosi.
A seguire Marie Pier
Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université)
sulla chiesa abbaziale diSaint Victor a
Marsiglia completata da torri, campanili,
sale d'armi, recinti e camminamenti merlati
dall’abate poi divenuto papa Urbano V.
Quindi Pierre Laffont(Uni Rennes) con un
eccezionale documento custodito nella
Biblioteca Nazionale diFrancia: un
manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come
Armoriale di Guillaume Revelricco di
illustrazioni e disegni di castelli, città e
villaggi del tempo. Un documento
dieccezionale valore perché si tratta della
più antica rappresentazione figurativa di
questi monumenti.
Tre i contributi dedicati
alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie
Kojima (Uni Tokyo)sulla Chiesa di Santa
Maria del Castello e il ruolo dei “magistri
antelami”, corporazionemedievale di
costruttori itineranti, generalmente di
origine lombarda e legati aiCistercensi.
Un'iscrizione li indica infatti come autori
della chiesa nel quartiere storicodel Molo.
Ancora in Liguria con il monastero di
Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto distudio di
Alessandra Panicco (Politecnico di Torino);
infine chiese e fortificazioni aPorto
Venere, a cura di S. Caldano (Associazione
Piemonte Medievale). In chiusura laSardegna
e Cagliari con il Santuario di Nostra
Signora di Bonaria, nella relazione
diValeria Carta (Uni Cagliari).
Il Parco archeologico
delle Isole Eolie si sviluppa nelle isole di
Lipari, Panarea, Filicudie Salina e
comprende suggestivi villaggi preistorici,
necropoli di età greca e romana,terme romane
e tante altre testimonianze. La sede
principale è il Museo archeologicoLuigi
Bernabò Brea, aperto al pubblico nel 1954 –
quest’anno ricorre il 70°anniversario
dall’istituzione - e situato sul Castello di
Lipari, una cittadella fortificata a
strapiombosul mare. Abitata fin dal
Neolitico, e poi nell’età del Rame e all’età
del Bronzo, tantoche riveste una
fondamentale importanza per la preistoria
del Mediterraneo.
Il Museo Archeologico
ripercorre la storia delle isole Eolie dalla
preistoria all’età grecae romana e
custodisce migliaia di reperti (vasi,
statuette, la più grande collezione
dimaschere teatrali, gioielli) provenienti
dalle ricerche e dagli scavi archeologici
condottisoprattutto nell’Arcipelago ed, in
particolare, dai corredi funerari delle
circa tremilatombe della necropoli di
Contrada Diana. Una sala è dedicata anche
all’archeologiasubacquea, un’altra alla
storia della formazione del Museo, mentre un
padiglione ha perprotagonisti i vulcani.
Un’ala del Castello di Lipari, le ex
carceri, sono dedicate all’artecontemporanea
con una collezione permanente dal titolo
Mare Motus.
Nell’estate 2024, in
occasione della celebrazione dei 70° anni
del museo, è stata allestitauna mostra
permanente che ricostruisce la sua nascita e
il febbrile lavoro di ricercacondotto per
oltre mezzo secolo nell’arcipelago eoliano
dagli archeologi Luigi BernabòBrea, ligure e
dal 1942 Soprintendente archeologo della
Sicilia orientale, e dalla franceseMadeleine
Cavalier, legati dalla comune passione per
la storia archeologica delle Eolie.Dal 2019
il direttore del Parco delle Eolie è
l’architetto Rosario Vilardo.