RASSEGNA STAMPA

2012 2011 2010  2009  2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001   

ANNO 2002

Forti: pagina di storia da vendere al turismo
Da l'Alto Adige del 03-03-2002
Le conclusioni di tre giorni di dibattito a Nago

Dopo i contributi su aspetti specifici, l'ultima delle tre giornate che il Museo civico ha dedicato ai forti austro-ungarici dell'Alto Garda ha affrontato l'interrogativo «Che farne?», il problema fondamentale. Primo dato: le fortificazioni in genere sono magnificamente conservate anche perchè, dopo i recuperanti dell'immediato dopoguerra che li hanno spogliati di tutto il ferro vendibile, nessuno li ha più frequentati (a parte, come ricorda una poesia di Luciano Baroni, intraprendenti giovanotti che, con la scusa della visita, cercavano di strappare un bacio alla fanciulla dei sogni). Secondo dato: le fortificazioni rappresentano un patrimonio spendibile sul fronte turistico, per arricchire un'offerta che trova schiere sempre più nutrite di appassionati, o solo di curiosi. Gli esempi si sprecano: Auronzo, Monfalcone, Carso, Slovenia con l'alto Isonzo, Monte Croce Carnico, la linea Maginot, la Bretagna sono nomi scivolati dagli atlanti della storia, dove significavano morte, malattie, fame, tutto l'orribile armamentario della guerra, ai depliant delle proposte che le agenzie turistiche sottopongono alle famiglie. Cortina - la perla delle Dolomiti, un luogo famoso nel mondo - vende alle scolaresche pacchetti con la visita al Lagazuoi ed alle Cinque Torri (intervento di recupero miliardario, pagato anche da privati operatori: aspetto incredibile per l'imprenditorialità trentina, ricca e micragnosa). Dunque il tesoro c'è, autentico: dunque bisogna scoprirlo. E a questo punto entrano in scena i politici, locali e provinciali, sfilati nella tavola rotonda conclusiva. Malossini e Parolari, Marco Benedetti e Claudio Molinari, devono sapere (è il messaggio conclusivo) che i soldi ci vogliono, ma non bastano. I forti in Trentino sono 73: assurdo pensare di recuperarli tutti; come assurdo sarebbe un intervento per tutti quelli che dal Ponale, passando per il Tombio, arrivano a Nago. Ed allora si parte da uno studio preliminare sulle caratteristiche di ciascun forte (sono tutti differenti, più o meno importanti anche sotto il profilo storico), in rapporto al territorio in cui sono inseriti e che dovevano controllare. Il censimento non deve limitarsi alla descrizione dell'immobile e dei lavori necessari per un ripristino, ma considerare l'utilizzo che se ne vuole fare: da sede di iniziative culturali (come il forte superiore di Nago che ha ospitato la manifestazione) a «museo di se stesso» come sarebbe la tagliata del Ponale, senza scartare usi più prosaici (deposito antincendio in quota, punto di ristoro) o l'abbandono. Fatte le scelte, allora si può passare agli interventi, mirati e calibrati, senza dimenticare gli oneri di gestione che continueranno a pesare, anno dopo anno, sui bilanci.

 

Al forte superiore di Nago
Da l'Arena del 28-02-2002
Previsti fino a domenica incontri, mostre, studi e approfondimenti sul recupero delle fortificazioni austroungariche nell’alto lago per iniziativa di Torbole, Riva e Arco.

Immersi nelle vicende belliche della Prima guerra mondiale. Il recupero delle fortificazioni austroungariche nell'Alto Garda è il nocciolo di una serie d'incontri, mostre, studi e approfondimenti che sono da mercoledì in corso di svolgimento al forte superiore di Nago. L'iniziativa, promossa dal museo civico di Riva, dai comuni di Torbole e Riva in collaborazione con l'associazione Riccardo Pinter e l'assessorato alla cultura di Arco, è una ghiotta occasione per fare il punto sulle innumerevoli fortificazioni, patrimonio di cultura, che costellano l'area trentina del Benàco. Ma non solo. Più che mai attesa la relazione di Camillo Zadra in programma sabato mattina sul «Censimento, recupero e valorizzazione delle fortificazioni della Prima guerra nelle province del Triveneto. I progetti di collaborazione europea». Un intervento che potrebbe dire molto anche per la serie di postazioni militari sparse nel Veronese e in particolare nell'entroterra gardesano. Il seminario di studi, sempre con sede il forte di Nago, si articola in cinque giorni ed è suddiviso in diversi momenti. Il primo è costituito da una ricognizione, fra storia e documentario, dell'esistente con particolare attenzione alla viabilità militare dell'Alto Garda e alla valorizzazione dei forti (questa sera a partire dalle 20,30). Domani occhi puntati su «I numeri della memoria. Morti internati, volontari trentini durante la Grande guerra». Una ricerca condotta da Aldo Miorelli che precederà l'intervento di Lodovico Tavernini incentrato su «I primi sconfitti. Prigionieri austroungarici nei campi di concentramento in Italia dal 1915 al 1920». Moderatore della serata Vincenzo Calì, direttore del Museo storico di Trento. Sabato, con inizio alle 9 entrano in campo gli amministratori pubblici locali e provinciali che delineranno gli impegni e le prospettive di investimento nel settore per il recupero di alcuni dei forti presenti sul territorio. L'occasione per presentare anche il libro di Donato Riccadonna «Sguardi militari sul Garda». Domenica, a chiusura dei lavori, visita guidata alle postazioni ed ai forti del Monte Brione con ritrovo dei partecipanti,alle 9 al porto di San Nicolò a Riva. Davvero imponente è il patrimonio dei forti dell'Alto Lago con il settore di Riva che comprende la Tagliata del ponale, il forte Bellavista, la batteria sulla spiaggia, il forte San Nicolò, il forte Garda, la Batteria di mezzo, il forte Sant’ Alessandro, due batterie mortai sul Brione, il forte Tombio ed i due forti di Nago-Torbole. Un area così ben protetta che era obiettivamente impossibile per gli italiani pensare di raggiungere durante la Prima guerra mondiale risultati di una qualche consistenza strategica contro l'impero austroungarico. La riprova l'assenza lungo il confine italiano di opere di permanente carattere fortificatorio. Contro la linea austriaca si riteneva sufficiente avere il dominio diretto del Monte Baldo e il sostegno di due grossi cannoni da Marina installati a Malcesine e Limone. Ciò portò ad una relativa calma sul versante meridionale del fronte e le vicende belliche più significative riguardano da vicino la zona del Ponale - Monte Rocchetta ed il Monte Baldo. Al massimo le azione belliche si risolsero in scontri di pattuglie o piccoli colpi di mano come quando il 5 maggio del 1918 a sorpresa una squadriglia di motoscafi armati Mas entrò nel lido di Torbole per far esplodere un deposito. In precedenza nell'aprile del 1916 un dirigibile scaricò quaranta granate sulla Rocchetta e sulla stazione ferroviaria di Riva. Il risultato: la definitiva evacuazione dal centro trentino e dai paesi limitrofi della popolazione civile.

 

Alla scoperta dei forti austroungarici
Da l'Arena del 24-02-2002

Per cinque giorni, da mercoledì 27 febbraio a domenica 3 marzo, il forte superiore di Nago ospita una serie di incontri e dibattiti

Alla scoperta delle fortificazioni austroungariche nell'Alto Garda. Per cinque giorni, da mercoledì 27 febbraio a domenica 3 marzo, il forte superiore di Nago ospita una serie di incontri e dibattiti incentrati sul recupero delle fortezze della prima guerra mondiale. Collegato alle varie tavole rotonde la presentazione di alcune mostre incentrate sulla viabilità militare dell'Alto Garda, il progetto di restauro della Tagliata del Ponale, la valorizzazione del Forte Superiore di Nago e la posta militare dei trentini durante la Grande Guerra (orari d'apertura della mostra dalle 15 alle 18). Non mancherà domenica la visita guidata alle postazioni del Monte Brione. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il museo civico di Riva (0464.573.869).

 

Se volete collaborare a questa rassegna vi prego di inviare gli articoli stessi in formato Word e di segnalare la testata in cui sono apparsi.