Il
fortilizio
nasce come "marhala"
per offrire
ospitalità
ai
viandanti.
Qui
l’architettura
e la
geologia si
fondono
diventando
parte
integrante
del
paesaggio
stesso
Di Marco
Giammona
Unica
testimonianza
sino ad oggi
ritrovata in
Sicilia di
architettura
militare dei
Teutonici è
il castello
della
Margana, che
costituiva
il punto di
forza del
sistema di
controllo
del
territorio e
delle vie di
comunicazioni
affidato ai
cavalieri da
Federico II.
Il castello
in passato
denominato
come
“castrum” o
“fortilicium”
o “petra
Marganae” è
posto lungo
la strada
provinciale
Vicari-Prizzi,
vicino al
borgo
“Portella
della
croce”,
presentando
tutte le
caratteristiche
tipiche del
castelletto
feudale
arroccato,
in cui
l’architettura
e la
geologia si
fondono
diventando
parte
integrante
del
paesaggio
stesso.
In questa
posizione,
spettacolare
e
strategica,
il maniero
si erge
maestoso
sulla
sommità di
una
roccaforte
naturale
alta circa
465 metri
s.l.m.,
accessibile
solo da una
gradinata
che si
sviluppa in
tre lunghe
rampe
scavate
nella
roccia, al
centro di
quello che
fu un tempo
un vasto
feudo della
Commenda
della
Magione, nel
vallone dove
scorre il
fiume di
Prizzi che
lì diventa
torrente
Morgana,
costituendo
un valido
punto di
osservazione
insieme ad
un ampio
sistema di
difesa
collegato ai
vicini
castelli di
Vicari,
Caccamo e
Caltabellotta.
Il
fortilizio
nasce come “marhala”,
cioè come
ostello per
offrire
ospitalità a
chi
percorreva
la strada
che ancora
oggi,
passando
dalla
Margana,
collega
Vicari e
Prizzi.
Nel maggio
1150 Re
Guglielmo I
fece dono di
alcuni
fiorenti
casali
all’Ospedale
di San
Giovanni
Battista dei
Lebbrosi di
Palermo tra
cui quello
di Margana
con 31
villani, e
di Realginet
(quest’ultimo
nel
territorio
di Corleone)
con 23
villani
fissandone
con cura i
confini,
come risulta
da una
trascrizione
del
Mongitore: «Et
in super
concedemus,
et dona
musei dem
Hospitali
Casale
Marganae,
quae est in
contradae
Bicari».
Anche nel
1154 il
geografo
arabo
Muhammad
Idrisi, nel
descrivere i
territori
conquistati
dal re
Ruggero II
incontra il
territorio
di Margana e
così ne
parla: «Il
suo fiume,
che è quello
di Termini
[…] si
spinge oltre
verso
Margana,
rimanendo
tuttavia
lontano un
miglio a
nord di
questo
casale, che
dista
quattro
miglia da
Prizzi.
Proseguendo
il suo corso
giunge fin
sotto
Vicari, gli
rimane
discosta un
miglio a
destra; da
Margana a
Vicari
corrono tre
miglia». Nel
1197 Enrico
VI, dopo
aver
cacciato
dalla
Sicilia i
Cistercensi,
concede il
monastero
della SS.
Trinità
della
Magione con
tutti i suoi
beni
all’ordine
dei
Cavalieri
Teutonici,
che vi
stabilivano
la “mansio”
(dimora)
dell’Italia
meridionale.
Nel 1258
secondo
quanto
riportato
dal Fazello,
i Teutonici
rivendicano
anche il
possesso del
feudo di
Margana e vi
fondarono la
chiesa della
SS. Trinità
e un
castello.
Sempre
riguardo
alle origini
del castello
il Mongitore
riferisce
che con un
diploma del
14 novembre
1351,
Manfredi
Chiaramonte,
Vicario del
Regno di
Sicilia,
concede, a
nome del re
Ludovico
d’Aragona,
al
precettore
della
Magione,
Giovanni di
Mincimberga,
la licentia
aedificationis,
ossia la
facoltà di
costruire
una torre
nel
territorio
di Margana
per la
salvezza e
la difesa
dei frati e
delle
persone
abitanti nel
detto feudo.
Dunque la
vera origine
del castello
si potrebbe
far risalire
a tale data
(1351) e
nella torre
di cui si
parla si
potrebbe
riconoscere,
sia per i
suoi
caratteri
tipologico-costruttivi,
sia per la
sua
posizione
strategica,
un corpo di
fabbrica di
forma
rettangolare,
ancora oggi
esistente,
posto sul
punto più
alto della
rupe
rocciosa in
direzione
ovest.
Nel 1430
viene data
al “mastro”
Tommaso
Fadaluni la
direzione
dei lavori
di
ampliamento
relativi
alla
costruzione
di un muro
di cinta “un
baglum
circum circa
dictum
castrum”,
largo tre
palmi e alto
tre canne,
di una porta
“ad voltam
de
cantonibus
intaglatis”
nel baglio e
di una torre
sopra la
porta di
detto
baglio, e
qualche anno
dopo, nel
1435 i
Teutonici
ottengono da
Alfonso V
d’Aragona la
licentia
populandi
per
costruire un
villaggio ai
piedi del
castello,
anche se
tale
concessione
rimarrà
senza esito.
Solo dopo il
1492 con
l’abolizione
dell’Ordine
Teutonico
infatti, il
castello
abbandonerà
lentamente
le
caratteristiche
militari e
si
trasformerà
in un centro
prevalentemente
a carattere
economico.
Il castello,
nel suo
nucleo
principale,
si presenta
come un
volume
articolato
ed è
costituito
da ambienti
sottomessi e
scavati
nella
roccia,
alcuni
sviluppati
su più
piani, altri
addossati a
strutture
esistenti,
altri
modificati a
seconda
delle
esigenze che
via via si
manifestavano.
L’originario
impianto
sembrerebbe
essere
costituito
dalla torre
rettangolare
posta sul
punto più
alto della
rupe e nota
come “Sala
del trono”,
alla quale
si accede
dopo aver
oltrepassato
un portale a
sesto acuto,
la cui
edificazione,
non si è
certi se
attribuirla
al 1258,
come riporta
lo storico
Fazello, o
al 1351,
come riporta
il Mongitore.
Si accede ad
essa da uno
dei due lati
corti,
attraverso
un modesto
portale a
sesto acuto,
sul cui
concio di
chiave è
sovrastato
da tre
stemmi
teutonici:
il primo
rappresenta
la croce
tipica
dell’ordine,
il secondo
la croce con
l’aquila e
il terzo un
leone
rampante.
L’ambiente
interno è
costituito
da un unico
vano,
illuminato
solo da due
feritoie
fortemente
strombate e
aperte verso
valle. Nel
castello vi
erano anche
una cappella
a pianta
rettangolare,
priva di
finestre,
dove si
conserva un
affresco con
le nozze
mistiche di
Santa
Caterina e
Santa
Alessandra,
attribuito
al famoso
pittore
palermitano
Tommaso de
Vigilia.
E anche
diversi
ambienti
come la
“Panetteria”
e la
“Dispensa”
al primo
livello e le
“camere dei
frati
Teutonici”
al secondo
livello, una
“camera
municionis”,
uno
“stabulo”
(stalla,
scuderia) ed
una “domus
curatoli”
(dimora del
curatore,
amministratore).
Al di fuori
del
perimetro
del castello
nel 1688,
veniva
eretta la
chiesetta
dedicata a
“S. Maria de
Alemanna” ed
altri corpi
di fabbrica
adibiti a
granaio e
stalla che
si
incontrano
lungo la
strada che
conduce al
castello.
Altre
strutture
hanno
completato
la
metamorfosi
del castello
medievale in
una
suggestiva
masseria
fortificata,
lasciata in
un mediocre
stato di
conservazione.
Ad oggi il
Castello
della
Margana è di
proprietà
privata e
attualmente
risulta
disabitato.
Come
raggiungere
il Castello:
Da Palermo:
strada
statale 121
per
Agrigento,
uscire a
Vicari. Dopo
pochi km
prendere a
destra per
Prizzi, e
dopo circa
10 km, al
bivio di
Portella
della Croce,
girare a
sinistra, si
raggiunge il
Castello di
Margana dopo
circa 2 km.