La Piazzaforte di ROVIGO

 

Forte di Boara Forte di Borsea
Forte di Roverdicrè Forte di Sarzano
Batteria Ceresolo Batteria Colombara
Batteria Tassina Batteria Rosada

Cenni storici generali

Fin dal 1849 l'Austria approfittò dell'acquistata preponderanza in Italia e dell'esperienza delle ultime guerre, per estendere il proprio sistema difensivo anche alla destra del Po, creando in Piacenza un punto di sbarramento di questa sponda. Così la base di operazioni dell'Austria in Italia da quel giorno non si limitò soltanto al quadrilatero, ma ad una linea Piacenza-Ticino, o Piacenza-Po-Mincio, che si estendeva per tutta la larghezza della valle padana.

Dopo il 1859 perduta Piacenza, ed allargata la potenza del suo naturale nemico in Italia, l'Austria trovò più che mai necessario di mantenere una larga base di manovra contro l'Italia, e costruì a nuovo la piazza di Rovigo, che, forte più per le accidentalità topografiche in mezzo alle quali essa si trovava, che per la importanza delle sue fortificazioni, completò la base di operazioni, od il sistema difensivo-offensivo degli austriaci nel Veneto.

Difatti nel 1866 la base austriaca appoggiava la destra al Tirolo, la sinistra all'Adriatico, e si estendeva lungo il Mincio ed il basso Po. I punti da qui prendeva la sua forza erano Peschiera e Mantova in prima, Pastrengo, Verona e Legnago in seconda linea, verso la Lombardia; Mantova, Legnago e Rovigo in prima, Verona e Venezia in seconda linea verso la bassa Emilia.

Tale e non diversa era l'ultima base austriaca in Italia, da non confondersi colla posizione tattica del Quadrilatero, il quale non era che una parte di essa, vulnerabile per il basso Po, senza le fortificazioni di Rovigo e Venezia; le quali collegate con il Quadrilatero stesso costituivano la base di operazione di quella potenza in Italia.

Arrivò il 1866 e le truppe dell'esercito Italiano avanzano verso il Veneto. Dopo l'assedio e la successiva conquista della testa di ponte a Borgoforte, i generali spingono per proseguire l'avanzata. Nella notte dell'otto giugno il Cialdini passa il Po, ma subito si ferma, perché sembra che l'Arciduca Alberto si sposti verso Rovigo. Il 9 giugno giunge però all'Arciduca l'ordine di ripiegare ai confini del Veneto, e lo stesso giorno gli Austriaci sgombrano Rovigo, facendo saltare i forti.

Il 10 vi entrano gli Italiani e l'11 il Cialdini vi pone il suo Quartiere Generale.

 

 

 

(notizie tratte da: A. Gandolfi, Difesa Interna, 1875; Piero Pieri in Come fu visto il problema della guerra nel Quadrilatero nel 1848, nel 1859 e nel 1866, Atti del convegno di Studio tenuto a Verona dal 13 al 16 ottobre 1966)