La Piazzaforte di ROVIGO Forte di Boara

Pianta tipica dei forti di Rovigo (Rudi Rolf)

 

Si trovava nella frazione omonima del comune di Rovigo presso l'argine dell'Adige.

Fu costruito nel 1859

Armamento dell'opera:

Quarantaquattro pezzi disposti su due livelli.

Cenni storici:

Il 3 febbraio del 1866, furono eseguite delle manovre di simulazione di un finto attacco e il forte sparò con cariche talmente ridotte che il rumore dei colpi arrivò a mala pena in centro città. In tale occasione, il forte, dimostrò la sua poca solidità, e tutti accennarono al difetto della ristrettezza dei locali delle cannoniere, alla bassezza ed allo scarso diametro dei caminetti evacuatori dei fumi. Tale problema rendeva difficoltosa la respirazione ai serventi.

Il 21 giugno del 1866, il Tenente Maresciallo Habermann fece pubblicare il proclama dove si annunciò lo stato di assedio. Il giorno seguente, fece seguito la notificazione del Tenente Colonnello e comandante della Fortezza Daniel Barone di Salis. Tale notifica limitava la circolazione nelle strade e piazze alla sera. Erano vietati i segnali di ogni sorte e non si poteva avvicinarsi ai forti.

Verso la fine di giugno gli austriaci sentivano vicino l'arrivo degli italiani e si preparavano a resistere con tutta la loro forza (circa diecimila uomini). Il comandante della fortezza chiese al comando di Padova istruzioni sul da farsi ma quest'ultimi pensò ad un ordine sollecito di ritirata.

Il dieci di luglio alle nove di sera, gli austriaci lasciarono Rovigo. Restarono solo gli incaricati a far saltare le mine collocate nei forti per farli saltare. Furono minate anche le batterie e i ponti della Ferrovia e sull'Adige.

Alle undici di sera apparve nell'orizzonte un lampo seguito da una così potente detonazione che ruppe vetri nella città e nelle ville vicine, fece tremare case oscillandole, e questo scoppio udito sino in Adria ed Ferrara era il forte di Borsea, che minato con sacchi di polvere, con cannoni ripieni di mitraglia, razzi incendiari, erasi spezzato. Così presidiati dalla polvere distruttrice arsero e fecero rovina l'uno dopo l'altro gli altri tre forti e le cinque potentissime lunette (batterie) a spazio di eguale distanza di tempo.

Il comandante della fortezza aveva fissato l'orario di scoppio delle mine in modo da poter godere dello spettacolo dalla Rocca di Monselice!! Tuttavia, non tutto il materiale scoppiò subito, per molti giorni (qualcuno parla di due mesi) si udirono esplosioni anche potenti.

Notizie sull'opera:

Il forte fu terminato nel dicembre del 1862 e comportò una spesa superiore a quella degli altri tre. La spesa lievitò rispetto alle previsioni in quanto le fondazioni davano segni di cedimento. Le palificazioni impiantate nel terreno paludoso non erano abbastanza profonde e fu necessario con "grossissime chiavi di ferro".  Malgrado tutto la commissione civile e militare non tranquilla di quel riparo decretava di fondare un giro di fabbrica nella batteria inferiore formata questa di ventidue lati , come la superiore in luogo di dieci lati simili agli altri forti. Questa nuova murazione riunita alla precedente formò un centro solido importando la spesa di altri 120.000 fiorini che unita alle altre portò il totale a 440.000 fiorini.

Il collaudo del forte fu eseguito con cariche ridotte. Il forte ha una forma poligona di ventidue lati. La guarnigione era formata da 150 soldati.

Immagine del forte esposta alla mostra di Rovigo