BATTERIA AMALFI

Provincia di Venezia

Plastico della batteria conservato all'ISCAG


A nord-est della laguna di Venezia lungo il litorale del Cavallino in località Ca’ Savio, via Amalfi.

I lavori iniziarono nel settembre 1915 e finirono dopo diciassette mesi. 

Armamento principale:

Una torre binata da 381/40 Vickers corazzata girevole con settore di tiro orizzontale di 360° e una elevazione massima di 20°. La gittata massima era di 18.900 m. La cadenza di tiro massima era di un colpo/min. 

Armamento secondario:

Sei pezzi da 76/30 mod.1915 con funzione contraerea sistemati su camion; Quattordici pezzi da 37/25.
 

amalfi sezione.jpg (26420 byte)Sezione della batteria

Cenni storici:

Prima del 1915, la soluzione di ospitare in una batteria una torre corazzata tipo navale era stata adottata solo dagli americani nel Forte Drum a protezione di Manila. La batteria era considerata il fiore a l’occhiello della difesa di Venezia, ma il cruccio della sua guarnigione era di non partecipare alla guerra, visto la distanza dal fronte. Tuttavia, nel novembre 1917 dopo i fatti di Caporetto, tenne sotto tiro i ponti sul Piave e riuscì a far saltare quello di San Donà prima che gli austriaci riuscissero ad attraversarlo. Dopo questi fatti fu pronta ad intervenire nel giugno 1918 durante la battaglia del solstizio. Durante la II G.M. era in piena efficienza e contrastò, assieme alla vicina batteria Pisani, un’azione a fuoco condotta da due corvette inglesi. Dopo essere stata dismessa e abbandonata dall’esercito italiano, ha subito la spogliazione dell’armamento e della maggior parte delle parti metalliche oltre ad atti vari di vandalismo. Oggigiorno si trova nelle adiacenze di un campeggio e bisogna quindi chiedere il permesso per visitarla. 

Notizie sull'opera :

Tutta la costruzione era stata fondata su palificazione in calcestruzzo armato (circa 8000 pali ) vista la natura sabbiosa del terreno. Tale soluzione era già stata usata per i forti più moderni della piazza di Venezia. La batteria era composta dalla costruzione che ospitava la torre corazzata e da altre due grosse costruzioni che contenevano ciascuno una centrale elettrica composta da un motore diesel ed un gruppo elettrogeno. L’energia elettrica serviva per azionare i vari movimenti della torre, elettrici ed idraulici. Il peso della parte fissa dell’impianto era di kg. 512.000; la parte girevole pesava kg. 560.770 ed ogni cannone kg. 83.675.

Il corpo principale della batteria è in calcestruzzo ed era poi dotato di avancorazza ( kg. 430.000 ) e spalto corazzato ( kg. 220.000 ). Lo spessore dei muri perimetrali è di m. 9 nei lati sud e ad est, mentre le volte hanno uno spessore di m. 3 ( non bisogna scordare che all’epoca della sua costruzione, la minaccia aerea era ancora irrisoria ). All’interno della batteria erano stati ricavati anche vari locali: le riservette per proietti e cariche, oltre ai servizi per il personale ( uffici, alloggi per la truppa ed ufficiali, lavatoi, latrine, ecc. ). Le due costruzioni attigue, adibite a centrale elettrica, erano collegate alla batteria tramite due gallerie e distanziate in maniera opportuna per evitare che la batteria fosse neutralizzata a causa di una mancanza di energia elettrica. 

amalfi b-n.jpg (52318 byte)La batteria nel 1917 si apprestava ad eseguire i tiri di prova

La polveriera era situata distante dalla batteria per evitare pericolosi incidenti. Era a forma di semi-elissoide, suddivisa in due camere separate per proietti e cariche di lancio. Anche gli alloggiamenti principali della guarnigione si trovavano a distanza dalla batteria. Erano comunque collegati tramite camminamenti coperti. Il limite naturale della batteria era di poter sparare solo 400 colpi prima che le canne fossero inutilizzabili. Un terrapieno proteggeva la batteria stessa e faceva si che solo la parte più alta della torre fosse allo scoperto. Ora il terrapieno non esiste più e le gallerie di collegamento con le due centrali sono in parte scoperte. E’ da notare che, i progettisti della Batteria Amalfi non vollero limitare il settore orizzontale solo verso il mare, ma resero possibile anche l’eventuale tiro a 360° ( nelle azione citate in precedenza, non sarebbe infatti stato possibile il suo intervento ).

Altro difetto di questo tipo di installazione era il costo altissimo ( diciotto milioni di lire per la sua costruzione ed armamento e il munizionamento che costava cinquemila lire ogni proietto ).

Alla data del 10 febbraio 1944 il suo personale ammontava a cinque ufficiali, dieci sottufficiali e centotre soldati. 

Vie d'accesso all'opera:

Dopo essersi portati a Jesolo, si procede in direzione Punta Sabbioni. Circa un chilometro prima di arrivare a Punta Sabbioni, si gira a sinistra in via Amalfi e da qui si arriva dopo qualche centinaio di metri alla Batteria Amalfi.

Altre foto disponibili

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