RASSEGNA STAMPA

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ANNO 2010

Nuovo radar nella base aeronautica «Lame»

Da lanuovavenezia.it del 4 dicembre 2010

PORTOGRUARO. Entro il 2012 la base aeronautica «Lame» di Portogruaro avrà un radar nuovo, che sostituirà il «RAT-31» attualmente in funzione. A preannunciarlo il neocomandante della base, il capitano Alessandro Pisasale (subentrato al tenente Denis Treu, comandante in sede vacante, che nello scorso luglio ha preso il posto del maggiore Augusto Palmurella), durante la cerimonia del passaggio di consegne svoltasi giovedì alla presenza del colonnello Marcello Del Signore, direttore della direzione operativa quarto reparto tecnico manutentivo di Borgo Piave (Latina), dalla quale la base portogruarese dipende. «Le operazioni di installazione del nuovo radar si concluderanno entro il 2012. Il reperimento dei pezzi di ricambio e di tecnici specializzati per la manutenzione di RAT-31, installato una decina di anni fa, sta diventando sempre più difficile», spiega Pisasale.

La base «Lame», il cui radar controlla il traffico aereo del Triveneto, è uno dei tre centri radar più importanti del nord Italia. Costruita all'inizio degli anni Sessanta su due sedimi (uno logistico ubicato a Concordia e uno operativo, dotato di una sala bunker anti-nucleare, a Portogruaro), durante la guerra fredda era inserita nella catena di difesa aerea Nato «Early Warning» che si estendeva dalla Norvegia alla Turchia, con il compito di monitorare il traffico aereo dei cieli del nord Italia e della confinante Jugoslavia. A metà degli anni Ottanta prese la denominazione di 130 Gruppo Radar, per essere ridotta a 113a Squadriglia Radar Remota nel 2001, con conseguente chiusura della sala bunker. Oggi i militari della Squadriglia si occupano del funzionamento e della manutenzione di RAT-31, l'unico radar rimasto in dotazione alla base portogruarese, che invia i dati alla base di Poggio Renatico (Ferrara). di Georgia Schiavon

 

Il Vallo alpino fra le attrazioni turistiche La fortificazione degli anni Trenta fra Resia e Parcines è ancora ben conservata

Da Alto Adige - 25 novembre 2010

SILANDRO. Per il 2011 il Forum Retico ha in programma di promuovere come attrazione turistica la visita del Vallo alpino, fortificazioni e sbarramenti anticarro fra Resia e Parcines, voluti da Mussolini negli anni Trenta e ancora in buone condizioni.  Oggetto di profonda diffidenza era allora la Germania hitleriana, successivo fatale alleato del Duce. Da rilevare che in passato la zona di Plamort/Pian dei morti, poco lontano da Resia, caratterizzata da sbarramenti anticarro, ha fatto da scena ad un pregevole film sull'antialcoolismo girato da un regista di Prato allo Stelvio.

L'iniziativa di valorizzazione turistica del Vallo alpino, patrocinata da Albrecht Plangger e Florian Eller, rispettivamente ex sindaco ed assessore di Curon, fa parte delle molte attività di collaborazione in corso fra le regioni di confine, Val Venosta, Bassa Engadina e Tirolo del Nord, associate appunto nel Forum Retico. In questi giorni hanno realizzato un incontro importante per formulare un bilancio e programmare le iniziative del 2011. I rapporti nell'istituzione interregionale sono buoni ed il lavoro procede. Ad affermarlo è stato Andreas Tappeiner, sindaco di Lasa, come neopresidente della Comunità comprensoriale nel corso della riunione alla cooperativa Geos di Silandro.

Nei prossimi due anni Tappeiner succederà al presidente svizzero uscente alla guida del Forum stesso. I programmi 2010 hanno visto realizzare iniziative a favore del traffico, del turismo, con piste ciclabili e piste di fondo interfrontaliere, informazioni e pass per 32 musei e 9 castelli. Molto interesse proviene anche da parte elvetica, tanto che, di fronte a due sindaci venostani, Tappeiner e Pinggera, ben 5 sindaci dell'Engadina erano presenti alla manifestazione a Silandro, dove sono stati ricordati, oltre ai successi con i collegamenti autobus, anche gli sforzi in corso per la realizzazione del collegamento ferroviario fra Malles e Zernez, per il quale sono tuttavia ancora sul tappeto 5 proposte.

 

Forte Boccea e la pace

Da Terra - 17 novembre 2010

INIZIATIVE. Il Csdc vuole creare un Centro per la storia dell’obiezione e la nonviolenza nella struttura militare.

Convertire la guerra in pace. Questa la proposta dal forte valore simbolico avanzata dal Centro Studi Difesa Civile (CSDC) e che ha come oggetto il Forte Boccea nel XVIII Municipio di Roma. Nel progetto c’è la creazione di un Centro di Documentazione sulla storia dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, con una Biblioteca-Emeroteca dedicata alla promozione della Cultura della Pace, della Nonviolenza, dei Diritti e della Solidarietà Internazionale. Il professor Giorgio Giannini, Presidente del CSDC, ha proposto il progetto pacifista già alla fine degli anni ‘80, da difensore civico prima e da consigliere del XVIII municipio poi. È dal 1966 che si chiese la dismissione del Forte come Carcere Giudiziario Militare, inizialmente per trasformarlo in verde pubblico, successivamente per la ristrutturazione urbanistica del quartiere e per i servizi pubblici, ed è in questo contesto che si sviluppa negli anni seguenti il progetto di trasferire il mercato rionale della vicina Via Urbano II, di costruire un parcheggio pubblico e il capolinea Cotral.
 
Si arriva così al 2000, con un’Intesa di Programma con la Regione e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che prevede la nascita di spazi culturali tra cui una biblioteca e una mediateca, ma solo nel 2005 si arriva alla dismissione di Forte Boccea come struttura militare. Ai progetti della Casa per la Pace e del mercato rionale si aggiunge quello di un parco pubblico, promosso da una petizione del 2008 sottoscritta da migliaia di cittadini. Nel 2009 si svolge l’iniziativa “L’ambiente è il nostro Forte”, voluta dai Comitati di cittadini per la salvaguardia delle aree verdi del Municipio. Ma il centrodestra non è d’accordo. «Respingiamo nettamente al mittente l’ipotesi di costituire all’interno di Forte Boccea una casa per la pace e la non violenza, oltre ad altre inutili amenità, lanciate da sconosciute associazioni di varia provenienza», dichiarano Federico Guidi, consigliere comunale Pdl e Antonino Torre, capogruppo della Lista civica per Alemanno.
 
Ai quali risponde il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio che afferma: «Negare la necessità di un luogo d’aggregazione nella zona che abbia come denominatore la pace e la non violenza svela l’ideologia del centrodestra, per il quale i giovani sono da solo da militarizzare con programmi come quello della “mini naia” del Ministro La Russa, o come l’associazionismo schedato in stile piccoli balilla della ministra Meloni». Forte Boccea rientra, inoltre,nella serie di varianti al PRG proposte da Alemanno che sfruttando la cessione da parte dello Stato delle ex strutture militari vuole realizzare nuove cubature. Ossia speculazione. Guidi e Torre, invece, spingono per la costruzione del nuovo mercato anzcihè la Casa per la Pace, ma nulla impedisce la creazione sia del mercato, sia del parco pubblico fruibile dalla cittadinanza, sia del progetto pacifista che può usufruire tramite un’apposita legge regionale del sostegno della Regione Lazio.Emanuele Rigitano (Terra Lazio)

 

 

Forte Rivon e il Col Moschin liberato

Il Giornale di Vicenza - 13 novembre 2010

GRANDE GUERRA. Oggi in Casa San Francesco la presentazione della rivista edita dall'associazione 4 Novembre Fra i temi evidenziati la conquista di Monte Ciste l'opera di santa Bertilla Boscardin tra i feriti Viene presentato oggi alle 16 nella sala riunioni della Casa San Francesco in via Gaminella l'undicesima edizione di "Forte Rivon", il numero unico annuale dell'Associazione ricercatori storici 4 Novembre. La presentazione, a ingresso libero, sarà accompagnata dal coro alpini Novale, sezione di Valdagno.
La rivista è da un decennio uno strumento di divulgazione storica parecchio apprezzato dagli appassionati della Grande Guerra. L'ultimo numero spazia dalla liberazione di Col Moschin da parte degli Arditi durante la Battaglia del Solstizio alla storia poco nota delle origini del ciclismo militare, e ancora dal contributo italiano nella seconda battaglia della Marna e in particolare nei combattimenti di Bligny del luglio 1918 alla vita di santa Bertilla Boscardin, la suora vicentina che tanto si prodigò per malati e feriti negli ospedali di Treviso e Viggiù.
Ampio spazio viene dedicato infine alle vicende belliche della Valsugana: si parla della storia e dell'impiego del Forte Cima di Campo, della demolizione della Tagliata Scala e della Batteria Fontanelle di Primolano ad opera del genio italiano durante la ritirata del novembre 1917 e dei furiosi combattimenti per la conquista di Monte Ciste che nel 1915-1916 videro fronteggiarsi da una parte alpini e fanti italiani, dall'altra Standschützen e Landsturmern austriaci. L.V.

 

 

Le Fortezze aperte al pubblico con il circuito For-Access

Spezia Onlne - 27 Ottobre 2010

Si chiama “Ouverture- l’apertura simultanea della fortezze difensive del circuito FOR- ACCESS” alla quale aderisce anche la nostra città. E così sabato 30 e domenica 31 ottobre la Fortezza Firmafede e la Fortezza di Sarzanello resteranno aperte al pubblico dalle ore 10,30 alle 12,30 e, nel pomeriggio, dalle 15 alle 17,30. Il circuito For_Access, sostenuto e finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia Marittimo 2007/2013 e che vede il coinvolgimento, oltre che della Fondazione Carispe e di Città di Sarzana- Itinerari Culturali, di quattro regioni: Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica.

Durante le giornate di “Ouverture” le fortificazioni saranno accessibili attraverso visite guidate e incontri speciali con le scuole.

I rappresentanti dei partner di progetto metteranno a disposizione le proprie competenze allo scopo di fare conoscere gli interventi previsti per la conservazione, la valorizzazione e l’accessibilità di ogni singolo monumento. For-Access nasce con lo scopo di creare una linea di gestione comune delle fortificazioni difensive delle Regioni aderenti al progetto prevedendo anche il miglioramento della conservazione e della fruizione dei monumenti con la creazione di percorsi turistici riconoscibili.

 

Esperti di architetture militari studiano i forti Larino e Corno

Trentino — 07 ottobre 2010 pagina 40 sezione: PROVINCIA

CHIESE. L’Associazione Vauban è stata in visita alle fortificazioni dello sbarramento di Lardaro: trenta esperti internazionali di architettura militare nei celebri forti Corno e Larino. Il vicepresidente dell’Ecomuseo della Valle del Chiese e sindaco di Praso, Roberto Panelatti, con l’assessore alla cultura di Lardaro, Attilio Galliani, hanno fatto gli onori di casa, qualche giorno fa, accogliendo la delegazione di esperti dell’architettura bastionata. Vauban prende il nome dal geniale ingegnere francese Sebastien: i suoi soci stanno girando tra Lombardia, Veneto e Trentino analizzando le fortezze costruite dal ’600 ai giorni nostri. Le domande di architetti, ingegneri e storici da Francia, Belgio, Olanda e Svizzera, interessati a conoscere la risposta austriaca alle postazioni francesi e italiane del lago d’Idro, sono state incalzanti: dalla tecnica di costruzione dei forti, ai materiali impiegati, all’ammontare dei costi di ristrutturazione. Alla visita c’era l’architetto Michela Favero, che aveva seguito l’avvio dei lavori di restauro di Forte Corno. L’incontro, che è scaturito dalla collaborazione tra Ecomuseo e la Rocca d’Anfo, ampliata e progettata da ingegneri francesi dell’era napoleonica, si è concluso con uno scambio di pubblicazioni. “Vorremmo congratularci con voi”, ha detto il presidente della Vauban Alain Monferrand, “per la cura del vostro patrimonio locale”, mentre consegnava a Panelatti l’attestato di merito “per le iniziative in favore delle opere fortificate”.


 

I forti militari di Riva del Garda stupiscono gli studiosi parigini

Trentino — 07 ottobre 2010 pagina 32 sezione: PROVINCIA

RIVA. Una delegazione dell’associazione parigina «Vauban» dal 30 settembre al 3 ottobre ha soggiornato a Riva, una delle tappe del suo viaggio di studio in Italia. La nostra città è stata scelta per le fortificazioni militari, che hanno suscitato negli esperti francesi stupore per la loro ricchezza e varietà. L’associazione parigina, intitolata al grande Sébastien Le Prestre de Vauban (Saint-Léger-Vauban, 15 maggio 1633 - Parigi, 30 marzo 1707), uno dei più grandi ingegneri militari di tutti i tempi e figura di rilievo nella Francia del Re Sole, è una delle più importanti istituzioni francesi ed europee che studiano le fortificazioni militari. A Riva è venuta su suggerimento dell’architetto Paolo Bortot, conosciuto in qualità di autore del libro «I forti del Kaiser» (Ed. Tassotti, 2005), a visitare un patrimonio normalmente ben poco conosciuto, ma di notevole interesse e qualità. L’architetto roveretano, libero professionista, storico di architettura moderna e studioso di fortificazioni, autore inoltre del progetto preliminare di recupero e consolidamento di forte Garda (committente il Comune di Riva), è autore di un libro sulle fortificazioni nel Sud Tirolo italiano che gli è valso l’interesse e il contatto dell’associazione Vauban, dalla quale è stato chiamato a tenere, il 30 settembre a Trento, una conferenza sulle fortificazioni austriache di Riva del Garda; e a condurre, nel pomeriggio del primo ottobre, una visita alle fortezze sul Monte Brione. La prestigiosa delegazione è stata poi ricevuta dal sindaco Mosaner, nella serata di venerdì 1 ottobre, per un saluto e uno scambio di omaggi.

 

La Gazzetta di Mantova - 25 settembre 2010

Il forte di Pietole, 36 ettari di terreno sulla sponda del lago inferiore fra Virgilio e Mantova, fu costruito dai Francesi agli inizi dell’800 per difendere la chiavica strategica che permetteva di allagare l’area sud del capoluogo a scopi difensivi. Nato per fini bellici, potrebbe “rinascere” come struttura per il turismo, e la valorizzazione del territorio. Caduti i vincoli militari, il demanio potrebbe cedere l’area al Comune

 

 

A nuovo i forti Larino e Corno

Trentino — 21 settembre 2010 pagina 34 sezione: PROVINCIA

CHIESE. Via libera dalla Provincia autonoma di Trento al finanziamento di 560 mila euro che servirà per completare i lavori di ristrutturazione e risanamento di Forte Corno e Forte Larino, le due fortificazioni di origine austroungarica già oggi meta di numerose escursioni grazie alla buona volontà degli accompagnatori di territorio. Il tutto si inserisce all’interno dell’accordo di programma sottoscritto dalla Provincia, dal Consorzio Bim del Chiese (titolare del progetto di Ecomuseo), dal Consorzio Turistico e dai Comuni di Praso e Lardaro, proprietari dei due forti. Forte Larino si trova sul fondovalle a circa 700 metri di quota e si estende su una superficie di circa 1000 metri quadri. Venne realizzato tra il 1860 e il 1861 con lo scopo di sbarrare la strada proveniente dalla Lombardia e supportava a tal proposito la vicinissima tagliata stradale del Revegler. Forte Corno venne invece costruito otto anni pi tardi. Situato ad oltre mille metri di altitudine, fu concepito allo scopo di integrare il precedente sbarramento costituito dai forti Larino, Revegler e Danzolino. E’ una fortezza di montagna molto ardita realizzata su cinque livelli per un volume di 22 mila metri cubi. Grazie agli interventi provinciali e dei due Comuni queste due fortificazioni potranno essere ora ancora meglio recuperate. Più precisamente a Forte Corno si interverrà completandone il recupero interno ed esterno oltre che sull’impiantistica, sostenendo complessivamente costi pari a 370 mila euro. A Forte larino si spenderanno invece 350 mila euro per completare gli impianti già realizzati e per l’arredo degli spazi interni. Per entrambe le strutture la Provincia garantirà un sostegno finanziari di 280 mila euro, così che rimangano a carico dei Comuni solo le spese rimanenti; le due amministrazioni comunali sono infatti a loro volta impegnate ad intervenire sugli stessi interventi: per 90 mila euro per il Comune di Praso, per 70 mila euro il Comune di Lardaro. A Forte Corno i lavori dovranno essere ultimati entro la fine del prossimo anno, mentre per Forte Larino il tutto dovrà essere ultimato entro il 31 dicembre del 2012. LA STORIA. Tra il 1860 e il 1869, ben prima insomma che la prima guerra mondiale premesse anche dal fronte meridionale, gli austriaci elevarono uno sbarramento fortificato costituito da una linea di forti di fondovalle e altri di quota. Tra i primi c’è appunto Larino, ma anche Revegler e Danzolino. Tra i secondi il Corno e il Cariola, alle pendici del monte Cadria che domina sulla val di Ledro. La ristrutturazione dei due complessi meno malconci conserverà una pagina di storia importante del nostro passato nell’Impero. © RIPRODUZIONE RISERVATA -
Stefano Poletti


 

Le trincee come palcoscenico

Trentino — 16 settembre 2010 pagina 24 sezione: PROVINCIA

MORI. Le fortificazioni, realizzate dagli austriaci sul Monte Grom, recuperato dal gruppo Ana e Sat di Mori, come palcoscenico naturale per lo spettacolo «L’ultima trincea». L’appuntamento, organizzato dal Comune e dal gruppo Ana, è sabato alle 17. La scrittura teatrale è stata ricavata, oltre che dalle memorie di Giuseppe Bresciani (Riva, 1886 - 1955), anche da testi storici di Fritz Weber (Tappe della disfatta) ed Emilio Lussu (Un anno sull’altipiano). Il commento musicale sarà affidato al gruppo “I cantori de Vermei”, diretto da Alberto Delpero. Lo spettacolo di sabato pomeriggio è inserito nel calendario della rassegna “Storie a Memoria- Castelli e forti, ville e borghi del Trentino”, organizzata dall’assessorato alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia e dal Centro servizi culturali Santa Chiara, in collaborazione con il Museo Castello del Buonconsiglio e la Fondazione Museo storico del Trentino. La rappresentazione era stata rinviata alla fine di luglio, a causa del maltempo. L’azione scenica de “L’ultima trincea” - la rappresentazione in programma a Monte Grom e al Colle di santo Stefano - si snoda attraverso un dialogo fra i protagonisti di una generazione di confine, raccontata dal giovane barbiere Giuseppe Bresciani di Riva del Garda. La documentazione epistolare e memorialistica sulle esperienze vissute da Bresciani durante la prima guerra mondiale e sulla sua partecipazione alla vita sociale di Riva del Garda tra l’inizio del secolo e il 1955 è stata donata dagli eredi alla Fondazione Museo Storico del Trentino. Risale al 1991 la pubblicazione del volume “Giuseppe Bresciani. Una generazione di confine: cultura nazionale e grande guerra negli scritti di un barbiere rivano” curato di Gianluigi Fait e inserito nella collana “Archivio della scritture popolare”. E’ lo spaccato di vita di questo giovane barbiere di Riva del Garda e della sua generazione. Dall’archivio di famiglia emergono foto, cartoline, lettere, appunti di diario, documenti. Tessere che unite l’una all’altra creano il puzzle vivido e realistico di un’epoca storica, gli anni a cavallo del 19º e 20º secolo. Il coordinamento dell’azione scenica è affidato a Bruno Vanzo, attore e regista fra i più conosciuti e apprezzati a livello provinciale, che avrà al proprio fianco gli attori della “Compagnia delle Arti” che raccoglie alcuni fra gli interpreti più validi del panorama teatrale trentino: Giuliana Germani, Andrea Franzoi, Mauro Gaddo e Gabriele Penner.


 

Forme e colori della laguna per le mostre dell'autunno

la Nuova di Venezia — 16 settembre 2010 pagina 35 sezione: PROVINCIA

CHIOGGIA. La laguna protagonista, doppiamente, degli appuntamenti culturali d’autunno. Da sabato 18 settembre fino a domenica 10 ottobre i locali dell’ex Monte di Pietà ospiteranno la mostra «Il forte San Felice e le fortificazioni della laguna meridionale di Venezia», curata da Elisa Antico e Alessia Boscolo Nata. L’esposizione ricostruisce la storia delle fortificazioni con videoproiezioni, plastici, carte storiche inedite e foto d’epoca. Un omaggio all’architettura del passato scelto come primo evento per aprire le celebrazioni per i 450 anni dalla morte di Cristoforo Sabbadino. La mostra sarà aperta dal lunedì al sabato dalle 21 alle 23 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Dal 21 settembre al 30 ottobre il museo civico ospiterà la personale di Millo Bortoluzzi junior, conosciuto come il «cantore della laguna», passione ereditata dal nonno di cui porta il nome. «Bortoluzzi - spiega l’assessore alla cultura, Nicola Boscolo Pecchie - ci regala i tesori dei nostri paesaggi naturali, ci insegna la vita, quella distrutta dal pensiero materiale». La mostra sarà aperta da martedì a sabato dalle 9 alle 13, da giovedì a domenica anche con orario dalle 15 alle 18. (e.b.a.)

 

Il fascino delle cicatrici del forte

E’ il padre di tutti i forti del Cadore, la prima grande realizzazione difensiva voluta da un Regno d’Italia povero ma ambizioso sulle Dolomiti del Veneto. Correva l’ultimo ventennio dell’800 e i nostri strateghi, giustamente diffidenti dell’egida formale promessa dalla Triplice Alleanza, cercavano in ogni modo di sbarrare in Cadore e dintorni tutte le possibili direttrici di un’invasione austriaca. Da quel primo forte sarebbero venuti gli altri, i corazzati della generazione successiva, appollaiati sulle alte quote e supposti inespugnabili in virtù del loro cemento armato e delle cupole all’acciaio-nichelio.
 Il forte di Monte Ricco, con la sua appendice di Batteria Castello e il fratello di Col Vaccher, costituisce un documento eccezionale del primo periodo di fortificazione del Regno, di quell’Italia che, appena uscita dalla morsa della tassa sul macinato e affidatasi alle nuove speranze prospettate da Depretis e Crispi, già voleva mostrare i muscoli a tutti i possibili nemici e amici. Quel forte-prototipo doveva essere anzitutto una prova di perizia tecnica, ma pure di bellezza ostentata, di ordine e buon gusto, semplicemente esagerati rispetto alle risorse di una nazione di agricoltori ed emigranti.
 Costruito in muratura ordinaria, con batterie in barbetta, ovvero a cielo aperto, difese solo da appariscenti ma fragili traverse, era dotato di depositi, cisterne e camerate, ma quello che stupiva (e stupisce) più di tutto era l’attenzione all’estetica, all’esteriorità, con pietre rigorosamente squadrate e fugate, in singolare contrappunto con la realtà delle povere dimore della gente comune, ovviamente non solo cadorina.
 Dopo i limitati sabotaggi operati dalle truppe italiane nel dopo Caporetto e le esplosioni austriache dell’ottobre 1918, il vecchio forte, più simile con il suo ponte levatoio, la caponiera e le caditoie a un castello del medioevo che ad una fortificazione moderna, ha atteso paziente il momento del riscatto. Superando quasi 100 anni di lotta con la fatiscenza e l’invadente vegetazione, ritorna com’era per una vera lezione di storia. Anzi, non proprio com’era, piuttosto con il dono supplementare delle cicatrici evidenti causate dalla guerra, che costituiscono pur esse valore storico e documentario, come insegna la legge 78/2001.
 In questi ultimi anni il Forte di Monte Ricco è stato oggetto di un restauro della Soprintendenza, con la suddivisione del lotto in due stralci, il primo dei quali sta per concludersi e ha compreso il risanamento conservativo del complesso. Si è provveduto a isolare il sistema di copertura, riposizionare le pietre originali nelle loro sedi murarie, recuperare il fossato, bloccare lo sfaldamento del calcestruzzo, incanalare le acque piovane e recuperare la polveriera sotterranea.
 L’intervento ha bloccato il degrado, ma al contempo ha evidenziato tecniche costruttive e materiali, lasciando intatti i segni del tempo e degli usi del complesso nel ‘900, tutti visibili. Se sono riconoscibili e leggibili le distruzioni perpetrate dagli austriaci, lo sono altrettanto i graffiti sulle pareti dei vani del forte, testimonianza preziosa delle presenze succedutesi nel tempo. Ma l’opera non è conclusa: il secondo intervento sarà mirato a soddisfare le esigenze legate alla destinazione del complesso, che sarà esclusivamente culturale, con finalità perseguite col determinante contributo della Fondazione Cariverona.
 Relativamente alla destinazione, gli obiettivi dell’amministrazione comunale sono ambiziosi: se nei secoli passati il Monte Ricco è stato luogo di presidio difensivo del territorio, ora diverrà luogo di difesa di storia e valori di montagna e Dolomiti. Non sarà una struttura che custodisce oggetti, come un tradizionale museo, ma uno spazio che racconterà la storia attraverso l’uso della multimedialità e dell’interattività.
 Dovrà essere un riferimento per la conoscenza della nostra storia, nel quale innovazione e capacità di attrarre visite ed interessi costituiranno la sfida per il successo dell’intera operazione. In questo contesto quindi esso dovrà porsi pure come attrazione turistica e al contempo rimandare il visitatore verso il territorio d’appartenenza, proponendosi come sua ideale narrazione e chiave di interpretazione.
 I lavori di restauro, consolidamento e valorizzazione del I stralcio - 1º lotto, approvati nell’aprile 2008 (importo euro 1.404.629) ed iniziati nel maggio 2009, sono stati diretti da Luigi Girardini, assistito da Sirio Andrich, da Carlo Kehrer e da Ian Ferrarato. L’impresa esecutrice è stata la Eurocostruzioni di Padova, direttore di cantiere Maurizio De Rossi. L’opera è stata realizzata con il contributo regionale ai sensi della Lr 16/06/2003 n. 15 “Norme per la tutela e la valorizzazione delle città murate del Veneto”.
 Di tutto ciò e molto altro si parlerà nell’incontro organizzato dal Comune di Pieve per stasera alle 20.30, all’Auditorium Cos.Mo. L’architetto Girardini presenterà lo stato di avanzamento dei lavori, soffermandosi sui criteri seguiti, rigorosamente “filologici”, ovvero rispettosi sì delle caratteristiche originarie, ma pure dei segni impressi da 120 anni circa di storia.  Walter Musizza

 

Riaprono i forti della Grande guerra

Trentino — 12 settembre 2010 pagina 36 sezione: PROVINCIA


 

Base missilistica, un futuro incerto

 BAGNOLI. E’ avvolto dall’incertezza il futuro dell’ex base dell’aeronautica militare di San Siro. L’unica conferma, al momento, è che tutta l’area è passata nelle disponibilità del Demanio Militare, che potrebbe decidere domani, come fra anni, una eventuale nuova destinazione. Per adesso in municipio non è arrivata nessuna richiesta di variazione del piano regolatore, nonostante le voci insistenti. «Abbiamo ricevuto solamente un paio di telefonate. - afferma - Una da parte di un sottosegretario del ministero di cui mi sfugge il nome e l’altra da parte di un generale che ci ha chiesto di fissare un incontro per discutere della base. Niente di più. L’appuntamento deve ancora essere fissato ma penso proprio che non ci sia fretta. Di questi tempi, poi, mi pare altamente improbabile che qualcuno, sia pure lo stesso Ministero della Difesa, possa essere intenzionato a valorizzare l’area dal punto di vista urbanistico - edilizio».
 In ogni caso, aggiunge il sindaco, qualsiasi progetto dovrebbe necessariamente passare in municipio per la variante al piano regolatore generale. Ma quale piano, poi, visto che il nuovo strumento urbanistico di Bagnoli giace in Regione da almeno tre anni. «Speriamo che settembre sia il mese buono per l’approvazione definitiva. - dice Rasi - In ogni caso sarà molto difficile trovare nel breve periodo una soluzione per la base di San Siro. Anche perché, qualunque sia la destinazione dell’area, sarà necessario un complesso e laborioso intervento di bonifica». Un paio d’anni fa, all’indomani della chiusura, l’allora sindaco Alessandro Borile aveva cercato di coinvolgere i colleghi dei Comuni vicini per mettere a punto un progetto alternativo, soprattutto per scongiurare l’ipotesi, di tanto in tanto, rilanciata di un centro di identificazione ed espulsione degli immigrati clandestini. Ora che la sede veneta è stata trovata altrove non c’è più l’urgenza di indicare una soluzione per l’ex base aeronautica, anche se in tanti vorrebbero che quell’ampia area non restasse per decenni in instato di abbandono e di incuria. Probabilmente se ne saprà qualcosa di più dopo l’incontro fra i responsabili del Ministero e gli amministratori di Bagnoli.

 

Le donne di Luserna nei cantieri dei forti

Trentino — 31 agosto 2010 pagina 36 sezione: SPETTACOLOCULTURA E SPETTACOLI


 

Quando comandavo la base di Zelo

Da Il Mattino di Padova - 24 agosto 2010 —   pagina 13   sezione: Altre

 

L’Idv: la Regione si opponga a Zelo

Da Il Mattino di Padova - 13 agosto 2010 —   pagina 10   sezione: Regione

 

Dall'esperto dei forti racconti dal fronte

Trentino — 06 agosto 2010 pagina 32 sezione: PROVINCIA

 

Le batterie corazzate di Walter Belotti

Brescia Oggi - 29 luglio 2010

TEMÙ. Per la rassegna «Passi nella neve»

La rassegna «Passi nella neve» - teatro, racconti e voci in Adamello - ha in programma stasera alle 21, nella sala polifunzionale del Comune di Temù, la presentazione del libro «Le batterie corazzate»: i sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l'età moderna e la Grande Guerra. Alla serata sarà presente l'autore Walter Belotti, introdotto da Erminio Giavini. L'ingresso alla serata è gratuito.
Il libro è la continuazione di altre due pubblicazioni (in due volumi), dello stesso autore, dal titolo «Dallo Stelvio al Garda alla scoperta dei manufatti della Prima guerra mondiale», tesi alla valorizzazione e alla salvaguardia di quell'immenso e prezioso patrimonio costituito dalle opere militari reliazzate durante la Grande guerra.
IN PARTICOLARE, il volume ci porta a conoscere nel dettaglio le sette batterie corazzate presenti sul territorio lombardo, di cui quattro in Valtellina, una in Valle Camonica (il forte di Corno d'Aola) e due in Valle Sabbia. Si tratta di strutture militari, alcune delle quali ancora ben conservate, tra cui il Forte Montecchio Nord di Colico, che rappresenta un'eccellenza unica in Europa.

 

Nei bunker nascosti della Guerra fredda

il Piccolo — 29 luglio 2010 pagina 11 sezione: REGIONE

 

«Bunker» mostra di foto a Fortezza

Alto Adige — 21 luglio 2010 pagina 33 sezione: SPETTACOLO CULTURA E SPETTACOLI

 

Distrutte le fortificazioni della Grande guerra: a processo

martedì 6 luglio 2010 Tratto da: http://www.patrimoniosos.it/index.php

Alla sbarra il progettista e l’esecutore di una bonifica agraria. La difesa: nessuno ne era a conoscenza
 
Era una banale bonifica agraria, peraltro autorizzata. Peccato che a quanto pare nessuno sapeva che sotto la coltre verde, gli alberi e i cespugli c’erano delle fortificazioni della Grande guerra. Una perla per la storia del Trentino e d’Italia, ma a quanto pare loro, il progettista e l’esecutore dei lavori, lo ignoravano. Così avrebbero più volte spiegato agli inquirenti, ma questo non li ha salvati da una richiesta di rinvio a giudizio della Procura.

Sono finiti a processo per violazione della legge 78 del sette marzo 2001, sul valore storico e culturale delle vestiga della prima guerra mondiale, nonché smaltimento illecito di rifiuti per aver «smaltito rifiuti speciali non pericolosi», Lorenzo Piffer, 46 anni e Danilo Piffer, 48 anni, rispettivamente progettista ed esecutore materiale della bonifica agraria in località Pianizza a Villazzano, finita al centro di un’inchiesta penale. Al progettista è stata contestata anche la falsità ideologica per non aver inserito nella relazione tecnico-illustrativa l’indicazione della presenza di una fortificazione di grande valore storico-culturale nell’area interessata alla bonifica, ma il tecnico, difeso dall’avvocato Andrea Lorenzi, non l’avrebbe fatto semplicemente perché non ne era informato, come l’esecutore, difeso dall’avvocato Paolo Mazzoni, che era all’oscuro di tutto e sarebbe stato solo incaricato di eseguire i lavori. Tanto più perché quella non è una zona nota per le vestiga della Grande guerra.

È il primo caso di questo tipo che si verifica in Trentino e in verità in un primo momento nei guai con la giustizia erano finiti anche la proprietaria del terreno, Mara Mittestainer e il geologo, ma per loro il fascicolo è stato poi archiviato. Ieri mattina si è invece aperto il processo a carico dei due Piffer, l’udienza è stata però rinviata al 26 ottobre per l’audizione dei testi dell’accusa. Nel frattempo le difese hanno chiesto di togliere i sigilli al terreno, posto sotto sequestro dal 2008.

Le ruspe avevano iniziato a lavorare tra luglio e agosto del 2008 e avevano reso un terreno prima caratterizzato da muri e avallamenti, parti della «Fortezza di Trento», del periodo austro-ungarico, in un terreno pianeggiante. A denunciare «lo scempio» e a far scattare le indagini era stato l’ingegnere meccanico di origine tedesca residente a Villamontagna, considerato il massimo esperto per le fortificazioni austro-ungariche del Trentino, Volker Jeschkeit. «Sotto la terra— aveva spiegato— è rimasta la grande casamatta in calcestruzzo della batteria degli obici "Valsorda", l’ultima che era in questa zona». L’ingegnere aveva accusato Soprintendenza e Comune per non aver fatto nulla per tutelare un patrimonio di così grande valore e di aver permesso che le ruspe facessero sparire le fortificazioni.

Secondo la ricostruzione della Procura, le indagini sono state coordinate dal pm Salvatore Ferraro, la fortificazione in calcestruzzo delle dimensioni di dodici per quattro metri, come detto facente parte della fortificazione di Trento, risalente al primo conflitto mondiale, sarebbe stata danneggiata in modo irreparabile. Secondo l’accusa i due imputati avrebbero anche omesso di segnalare la presenza del bene, portato alla luce dalle ruspe, alla Soprintendenza dei beni architettonici della Provincia.
 


 

A Forte Belvedere tra guerra e pace

trentinomese - luglio 2010 - pagg. 64-65

Un percorso che conduce idealmente all'anniversario dei cent'anni dallo scoppio della Grande Guerra e che propone una riflessione su quei tragici fatti attraverso le emozioni e gli stimoli resi possibili dall'utilizzo di nuovi linguaggi creativi. Visitare questa struttura diventa così un'esperienza sensoriale a tutto tondo, da vivere attraverso un itinerario formato da sei tappe multimediali. Nell'ambito di questo progetto nessun spazio all'interno del museo è stato reinventato: tutto rispecchia il rigore architettonico del luogo e la sua natura prettamente militare. E proprio per dare la possibilità ai visitatori di comprendere meglio le funzioni, la forma e la collocazione delle architetture e degli armamenti del forte è stato realizzato un Plastico Animato. La presenza del pubblico o un semplice gesto della mano attivano automaticamente la proiezione di una serie di informazioni dinamiche, immagini e indicazioni, complete di commento sonoro, che permettono di comprendere meglio il mondo della fortezza.

  • Gli Obici dei Suoni si propongono invece come un'opera sonora che occupa le piazzole delle batterie degli obici. Nell'apertura della cupola è stato installato un cannone sonoro che spara i suoni, i rumori e le musiche che richiamano modi, attività, situazioni del periodo bellico. Una messa in scena avvolgente ed emozionante, dalla quale emergono voci, comandi, commenti umani, colpi di tosse, respiri attutiti, colpi di artiglieria.

  • L'installazione Occhi di Luce rievoca invece il telegrafo ottico collegato durante la Grande Guerra con la stazione situata sulla sommità del Monte Rust, nei pressi del Lago di Lavarone, ed è composto da un " Tavolo delle comunicazioni " sul quale viene proiettato un segno di luce seguito da immagini animate.

  • Il percorso prosegue con i Diari dei Nidi delle Mitragliatrici, grazie alla quale il visitatore vede in controluce dei lampi che simulano le fiammate della canna della mitragliatrice e sente il suono secco di una raffica, vivendo quindi un'esperienza molto intensa che ricorda quella vissuta da tanti soldati durante la Prima Guerra Mondiale. Lo sguardo si posa quindi su uno schermo, dove appare lentamente l'immagine di un testimone del conflitto, mentre una voce fuori campo legge brani tratti da lettere e diari scritti proprio dalla persona ritratta nella foto.

  • Anche l'installazione L'Angelo degli Alpini è sonora: in un'unica esperienza percettiva si uniscono qui la bellezza naturale del paesaggio e quella poetica di testi dal grande valore storico e letterario. Due voci femminili, attivate automaticamente dai visitatori, si alternano recitando Mario Rigoni Stern e Piero Jahier.

 

 

I forti altogardesani non hanno segreti

Trentino — 04 luglio 2010 pagina 27 sezione: PROVINCIA

 

Il Comune fa suoi il Forte Rivon e l'Osservatorio

Il Giornale di Vicenza - 26 giugno 2010

LA TRATTATIVA. Rilevati i terreni sul Novegno per 40 mila euro Il Comune conquista la vetta del Novegno e compra i terreni su cui sorgono Forte Rivon e osservatorio astronomico. L'intento dell'operazione, che sarà approvata in Consiglio comunale lunedì, è quello di trasformare in patrimonio pubblico, in modo definitivo e completo, un territorio di grande importanze culturale per la città.
I terreni interessati sono l'area circostante l'osservatorio e la sua servitù di accesso, mentre per quanto riguarda l'area del Forte e relativi manufatti, che negli anni sono stati oggetto di interventi di restauro, si parla di una superficie di 3000-3500 metri quadrati.
«Anche in un momento difficile, c'è la volontà di cogliere questa occasione per acquistare, e quindi aggiungere al patrimonio pubblico della città, un'area che con i suoi manufatti è simbolo della storia, della cultura e dell'identità di Schio – sottolinea l'assessore Mario Benvenuti. – È questo un modo anche per valorizzare l'impegno delle associazioni che da tempo lavorano per promuovere l'utilizzo e la fruibilità di questi spazi».
Per comprarli dall'Associazione allevatori di Vicenza Apa, il Comune dovrà sborsare 40 mila euro e dare in concessione gratuita per 99 anni tre appezzamenti a pascolo confinanti con la malga di proprietà dell'Apa. L'acquisizione da parte del Comune consentirà di snellire gli intricati aspetti burocratici che ogni volta risultavano necessari per effettuare interventi sui manufatti esistenti nella zona.
Interventi di recupero notevoli, come ad esempio quelli sul patrimonio della Grande Guerra, in particolare il Forte di Monte Rivon, con le relative casematte, polveriere, trincee, e caverne, realizzati negli anni sia da privati ed in particolare dell'associazione IV Novembre, sia con il sostegno di Comunità Montana, Comune e dei contributi provinciali e statali.
Oggi sono fruibili tramite la gestione dell'associazione IV Novembre e sono oggetto di visite da parte di amanti della storia ed escursionisti che visitano questo vero e proprio museo all'aperto. «Il totale controllo pubblico favorirà lo sviluppo di iniziative e progetti in un territorio per troppo tempo dimenticato - ha sottolineato Giorgio Dall'Igna, presidente IV Novebre.- Sul Novegno si può fare molto per il turismo, dal punto di vista ambientale, storico e culturale. Se la montagna e i suoi manufatti sono ben tenuti e vi si relizzano valide iniziative, la gente viene.

All'ultima nostra rievocazione storica ad esempio c'erano migliaia di persone». In modo analogo funziona anche l'osservatorio, struttura importante sotto il profilo scientifico ed amatoriale, la cui gestione è affidata al Gruppo Astrofili Schio.[FIRMA]
Silvia Dal Ceredo

 

 

Alla scoperta delle fortificazioni

Trentino — 25 giugno 2010 pagina 33 sezione: PROVINCIA

 

Trentino — 19 giugno 2010 pagina 21 sezione: CRONACA


 

Fortificazioni da salvare

Trentino — 18 giugno 2010 pagina 43 sezione: CRONACA

 

 

Lepanto, Forte Boccea e le altre. Alemanno vende 15 caserme

Il Sole 24ore - 8 giugno 2010

Il federalismo demaniale parte da Roma. E fa le prove generali a Eire, Expo Italia real estate, la Fiera dell'immobiliare che inizia oggi a Rho Fiera Milano per concludersi giovedì. Un appuntamento che vede riuniti 473 espositori con 50 paesi rappresentati su 35mila metri quadrati di superficie occupata, 14mila visitatori attesi in tre giorni e oltre 300 giornalisti accreditati. E se l'immobiliare vale in Italia, in termini di fatturato, 213,8 miliardi, con la crisi sono stati persi 137mila posti di lavoro, 200mila se si calcola l'indotto, e in tre anni sono venuti a mancare il 18% degli investimenti, pari a 28 miliardi di euro.

«Ma se guardiamo solo all'edilizia abitativa – spiega Filippo Maria Oriana, presidente nazionale di Aspesi, che presenterà una ricerca in proposito mercoledì pomeriggio – vediamo che accusa un meno 30% di investimenti e questo nonostante manchino ogni anno 350mila nuove unità abitative». Insomma, c'è bisogno di un bel colpo di reni per riprendersi dalle batoste. Come? La ricetta viene da Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi (che organizza Eire) e ideatore della manifestazione. Secondo il quale sono tre i filoni da seguire per una via della ripresa: la sfida internazionale con le opportunità offerte dal bacino del Mediterraneo, in particolare il Nordafrica, e dall'America Latina; il federalismo demaniale; il social housing. Vale a dire i tre temi principali su cui si snoccioleranno gli eventi istituzionali della tre giorni milanese. E proprio oggi pomeriggio il sindaco di Roma Gianni Alemanno presenterà i dettagli di un cospicuo piano di valorizzazione immobiliare che vede protagonisti 15 siti del ministero della Difesa che, grazie al protocollo d'intesa tra il comune di Roma e il ministero stesso, dà il primo via al federalismo demaniale.

Il ministero della Difesa promuove la costituzione "fondi immobiliari di investimento" con lo scopo di valorizzare e alienare alcuni immobili militari attraverso Accordi di programma con gli enti locali (art. 2 comma 189 legge 191/2009), si legge nel documento. E inoltre: «Al comune di Roma è attribuito un importo di 600 milioni di euro, di cui 500 milioni al Commissario straordinario, attraverso l'operazione di valorizzazione degli immobili della Difesa individuati nel protocollo odierno (art. 2 comma 195 legge 191/2009)». I tempi sono definiti dal protocollo stesso, che sancisce in un massimo di un anno il termine per il trasferimento effettivo dei 15 siti al comune. Di che beni si tratta? Sono 15 siti (si vedano la tabella e la cartina) di grande pregio, la cui destinazione è naturalmente tutta da valutare, ma che occupano in totale 82 ettari di superficie, per un 1,5 milioni di metri cubi e una superficie complessiva lorda di 500mila mq, con una stima economica a seguito della valorizzazione pari a 2,4 miliardi di euro. Le caserme di via Flaminia/Guido Reni; via dei Papareschi; via del Porto Fluviale; Forte Boccea hanno insieme una superficie di 11 ettari e daranno origine a 130mila mq di superficie lorda utilizzabile per un valore complessivo di 770 milioni. Inoltre il comune di Roma, attraverso l'attuazione del Protocollo con il ministero della Difesa, entrerà in possesso di quattro Forti: Boccea, Trionfale, Tiburtino, Pietralata, che si vanno ad aggiungere agli altri già nel patrimonio dell'amministrazione comunale: Bravetta (attraverso analogo iter con protocollo d'intesa con l'Agenzia del demanio, del 29 aprile 2009), Portuense, Ardeatino, Prenestino e Monte Antenne. In questo modo, il comune di Roma entra in possesso del più grande e importante campo trincerato d'Europa. Si tratta di una gigantesca opera pubblica che, una volta messa a sistema, riqualificata e valorizzata, potrà diventare, secondo quanto spiegato dal comune stesso, «da "sistema escludente" a "sistema includente" per tutte le periferie della Capitale. I Forti, infatti, vennero realizzati fuori della cintura delle Mura Aureliane a fini difensivi e oggi sono una parte integrante del tessuto urbano che attende di essere riconsegnato alla vita della città».

 

 

Un forte per difendere la chiusa e la torre romana sotto la torba

La Gazzetta di Mantova - 07 giugno 2010

 

 

Santa Viola, rinasce il forte che l'incuria aveva demolito

Dall'arena.it - 1 giugno 2010

E col federalismo il Forte napoleonico passa al Comune

La Gazzetta di Mantova - 19 maggio 2010

 

Sofia, Lugagnano e Santa Caterina, fortezze nel mirino

L'Arena - 14 - maggio 2010

Forte di Santa Sofia

Sono numerosi i beni demaniali che il Comune chiede allo Stato con il decreto sul federalismo demaniale. Tra questi anche la caserma Riva di Villasanta, fra San Zeno e la zona Navigatori, in cui verranno ricavati uffici e parcheggi per l'Azienda ospedaliera. Il Comune punta anche ai forti Lugagnano, Sofia (in via San Leonardo, verso le Torricelle), al Preare detto John, a Montorio, e all'aliquota B del Forte Santa caterina, tutt'ora proprietà del Demanio militare. Ma si punta anche all'Ospedale militare.


 

Base Militare Usaf sul monte Nardello in Aspromonte!

Da naturalmentebrancaleone.org del 10 maggio 2010

 

Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata

Università.it Pubblicato il 07 maggio 2010 da Lucia Mazzetti in Bandi Premi di laurea

A chi è rivolto

E’ indetto un concorso nazionale a premi per la valorizzazione e lo studio del patrimonio dell’Architettura Fortificata Italiana, riservato ai laureati delle facoltà di Architettura, Ingegneria e Lettere e Filosofia.

Le tesi di laurea presentate al concorso devono riguardare tematiche castellane nell’ambito della ricerca scientifica storico-critica, del rilievo manuale e strumentale dei monumenti, del restauro architettonico, del riuso e riqualificazione degli spazi interesterni della progettazione e della composizione architettonica su una architettura fortificata esistenti sul territorio italiano.

L’importo

I premi di laurea sono così suddivisi:

  • 1° premio di 2.000,00 euro

  • 2° premio di 1.500,00 euro

  • 3° premio di 1.000,00 euro

  • 4° premio di 500,00 euro

I requisiti richiesti

Possono partecipare al concorso il laureati delle facoltà di Architettura, Ingegneria e Lettere e Filosofia che abbiano discusso la tesi di laurea negli anni 2009-2010 (entro il 30 aprile 2010).

Come e quando presentare la domanda

La domanda di partecipazione, insieme ad una copia dell’elaborato deve pervenire entro il 30 maggio 2010 all’Istituto Italiano dei Castelli.

La due giorni degli scout «Invaso» forte Gazzera

la Nuova di Venezia — 01 maggio 2010   pagina 29   sezione: CRONACA

 

Non cancellare i simboli della Grande guerra

il Piccolo — 30 aprile 2010   pagina 05   sezione: GORIZIA

 

Coperti e lordati i ceppi della Grande Guerra

la Nuova di Venezia — 28 aprile 2010   pagina 27   sezione: PROVINCIA

 

 

Cimeli e immagini della grande guerra

il Corriere delle Alpi — 28 aprile 2010   pagina 21   sezione: PROVINCIA

 

Rinasce forte Mezzacapo

la Nuova di Venezia — 21 aprile 2010   pagina 20   sezione: CRONACA

 

Alla scoperta del tuo paese

la Nuova di Venezia — 18 aprile 2010 pagina 46 sezione: GIORNO/NOTTE


 

Convegno su fortificazioni e reparti d'arresto in Friuli

Messaggero Veneto — 16 aprile 2010   pagina 16   sezione: UDINE

 

 

Fortificazioni costiere, arrivano i finanziamenti per interventi strutturali

la Nuova Sardegna — 14 aprile 2010   pagina 04   sezione: OLBIA

 

 

Lavori alla Batteria Roncogno

L'Adige 7 aprile 2010

 

La Nostra Storia

Da aaajacotenente.it del 28 marzo 2010

 

 

Serata con proiezioni sulle fortificazioni

Messaggero Veneto — 27 marzo 2010   pagina 14   sezione: UDINE

"Un grande albergo a Forte Antenne"

Il Roma - 25 marzo 2010

Un hotel immerso nel verde con vista panoramica, da realizzare ristrutturando l´ex forte militare di Monte Antenne, patrimonio del Comune. È quanto prevede il progetto presentato al Campidoglio da una società

Forte Bravetta. Fu il luogo delle esecuzioni nazifasciste

Un grande albergo, immerso nel verde e con vista panoramica, da realizzare ristrutturando l´ex forte militare di Monte Antenne oggi nel patrimonio del Comune. Il progetto, con investimento comprensivo di restauro e successiva gestione, è stato presentato al Campidoglio da una importante società e le trattative sono già andate avanti. Nei giorni scorsi alcuni emissari della cordata di imprenditori hanno compiuto un sopralluogo nell´ex forte per illustrare i dettagli dell´intervento ai tecnici della Sovrintendenza ai Beni culturali del Comune di Roma.

La prospettiva di un ‘resort´ sulla vetta più alta di Villa Ada supera la fantasia dello scrittore Niccolò Ammaniti, che nel suo ultimo romanzo "Che la festa cominci" aveva ipotizzato l´acquisto del parco da parte del fantasmagorico immobiliarista Sasà Chiatti. Ma il progetto è stato confermato dalla dirigente dell´Ufficio ville e parchi storici della Sovrintendenza capitolina in un incontro con l´associazione ‘Amici di Villa Ada´. "Per la mancanza di fondi – ha spiegato l´architetto Alberta Campitelli – l´indicazione che ci è stata data è quella di dare priorità alla messa a reddito del patrimonio, trattando solo con chi è in grado di garantire risorse adeguate per il recupero e la gestione degli immobili".

L´architetto Campitelli ha precisato però che per Forte Antenne è in campo anche l´ipotesi di sede dell´università privata Luiss "in considerazione delle difficoltà di adeguamento alle finalità dell´ateneo dell´immobile vincolato di Villa Blanc sulla Nomentana e considerato che la struttura militare offre invece tante piccole ‘cellette´ che potrebbero prestarsi bene ad un uso didattico". Resta però la delicatezza di un intervento che riguarda la struttura di un forte costruito tra il 1882 e il 1891, con una struttura trapezoidale che racchiude una superficie di ben 2,5 ettari ed è immersa nel verde protetto – anche se degradato per scarsa manutenzione – del parco di Villa Ada. Per non parlare della presenza sulla vetta del prezioso sito archeologico dell´antica città di Antemnae.

"Nel piano di utilizzo di Villa Ada l´ex forte era stato destinato inizialmente a Ostello della gioventù, con tanto di fondi del programma Roma Capitale. Previsione cancellata nel 1993 e trasformata in sede espositiva – ricorda Dario Esposito, assessore all´Ambiente nella giunta Veltroni - in tempi più recenti erano state avanzate anche soluzioni ‘militari´, quali l´accasermamento del Reggimento Corazzieri e la sede del Noe dei Carabinieri".
C´è infine un´ombra anche sulla proprietà dell´immobile: l´ex forte venne ceduto dal Demanio militare al Comune nel 1958 per realizzare nel parco un camping in vista delle Olimpiadi del 1960, poi l´area ha ospitato un campo nomadi sgomberato negli anni ´90. Nel forte abitano alcune famiglie che erano lì da prima del passaggio di consegne e – cosa ancor più sorprendente – non vi sarebbe mai stato l´atto di donazione che avrebbe dovuto perfezionare la consegna provvisoria al Campidoglio. di
LORENZO GRASSI

 

Quindici fortezze, 200 ettari: un tesoro immobiliare

la Repubblica — 25 marzo 2010   pagina 7   sezione: ROMA

 

 

Bonificato dalle bombe ha riaperto Forte Tron

la Nuova di Venezia — 24 marzo 2010   pagina 24   sezione: CRONACA

 

 

Il museo del Piave ricorda tutti i caduti

il Corriere delle Alpi — 21 marzo 2010   pagina 24   sezione: PROVINCIA

 

«Le persone prima di tutto»

la Nuova di Venezia — 18 marzo 2010 pagina 36 sezione: PROVINCIA

 

Meolo, il Comune acquista l’ex base missilistica Nato

Da La Nuova Venezia - 14 marzo 2010 —   pagina 34   sezione: Provincia

 

Forte di San Briccio, lo Stato apre la strada all'acquisizione

L'Arena - 10 marzo 2010

 

«Sede della Fondazione al forte di Montericco»

 

1.600 firme per «salvare» Forte Marghera


 

Dal deposito bici al museo delle fortificazioni

La Gazzetta di Mantova - 28 febbraio 2010

VIRGILIO. Per 50 anni il Comune di Virgilio avrà a disposizione il forte di Pietole. Molte sono le possibilità di utilizzo prospettate dal demanio. Oltre ad un centro amministrativo, infatti, sarà possibile realizzare un deposito-noleggio bici, un museo delle fortificazioni, uno spazio esposizioni, una sala polifunzionale. Il fortino potrebbe diventare, in effetti, un vero punto di attrazione turistica, sia per la propria posizione strategica, sia per l’appartenenza al sistema di fortificazioni del quadrilatero. (v.b.)

 

il Corriere delle Alpi — 26 febbraio 2010   pagina 29   sezione: PROVINCIA

 

 

 

Caprera, futuro denso di incognite

 
 

 

Nove gli itinerari da ammirare attraverso trincee, doline e postazioni di cannoniere

 

Boom di pic-nic a forte Gazzera

 

Dove la storia è spettacolo

la Nuova di Venezia — 12 febbraio 2010   pagina 27   sezione: CRONACA

  

 

Forte Rossarol va per 30 anni al Don Milani

Gente Veneta online - 12 febbraio 2010



 

 

È stato costruito nel 1907

 
 

 

L'ex polveriera sarà un parco

 
 

 

Grande Guerra, un archivio di mille foto del fronte austriaco donato al Museo di Rovereto

 

28 gennaio 2010

 

 

La città «verde» si presenta

 
 

 

Tron inaccessibile da 4 anni

 
 

 

Il «Pepe» inghiottito dagli arbusti

 
 

 

Domenica ecologica senza blocco del traffico

 
 

 

Guerra e pace , progetti con il Museo di Verdun

 
 

 

Grande guerra, patrimonio da valorizzare

 

Messaggero Veneto — 19 gennaio 2010   pagina 08   sezione: PORDENONE

 

 
 

 

 

L'ecomuseo della Grande Guerra

il Corriere delle Alpi — 15 gennaio 2010   pagina 24   sezione: AGENDA

 

 

Mezzacapo a baluardo del territorio

la Nuova di Venezia — 12 gennaio 2010   pagina 21   sezione: CRONACA

 

 

Il «Gazzera» a difesa della cultura

la Nuova di Venezia — 10 gennaio 2010   pagina 29   sezione: CRONACA

 

 

IL CAMPO TRINCERATO

 

CARPENEDO.  Costruito tra il 1887 e il 1890 in via Vallon, il Carpenedo è uno dei gemelli (l’altro è il Tron) del forte Gazzera, con la stessa estensione. Visitabile attraverso un percorso museale, al suo interno sono stati ricostruiti alcuni tipici ambienti militari del secolo scorso, la parte esterna invece è sede di un Centro di educazione ambientale.   ZELARINO. Realizzato negli anni a ridosso della Grande Guerra, forte Mezzacapo a Zelarino si trova in via Scaramuzza ed è da poco passato sotto la gestione del Comune di Venezia. Il complesso al momento non è visitabile, visto che la bonifica dell’amianto presente nelle vecchie strutture è terminata solo lo scorso 31 dicembre.   GAZZERA. Costruito tra il 1883 e il 1887, forte Gazzera si trova in via Brendole. Come altre strutture del campo trincerato, era una postazione di artiglieria pesante a difesa di Venezia. Ora è molto visitato, animato dal comitato di gestione di forte Gazzera. Si estende per circa 12 ettari e ospita al suo interno alcuni musei.

 

Passa per i forti l identità della città

la Nuova di Venezia — 09 gennaio 2010   pagina 23   sezione: CRONACA

 

"Cermis, patto segreto dietro il processo"

da repubblica.it del 4 gennaio 2010