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Forte San  PROCOLO - Vorwerk St. Procolo

Opere Staccate

                                  

Pianta austriaca dell'opera

 

Opera staccata attorno alla cinta continua. Sulla destra dell’Adige a circa 300 metri a nord dell’omonimo bastione della cinta continua.

Fu terminato nel 1842

Armamento principale:

Quattordici cannoni.

Cenni storici:

Fu costruito secondo il piano predisposto dal Von Scholl. Nell’ultimo periodo della occupazione austriaca e durante la campagna del 1866 era stato armato con dodici cannoni a canna liscia e due a canna rigata a lunga gittata. Questo forte rimase in efficienza per vari anni anche sotto il governo italiano.

Durante la prima Guerra Mondiale fu usato come carcere militare. I prigionieri venivano concentrati ed interrogati. Da qui, nel 1918 alcuni volontari polacchi si offrirono spontaneamente per una azione di propaganda al fronte.

Altro "ospite" del forte-carcere fu il soldato Smarda Giovanni, che aveva disertato nelle Giudicarie sin dal 1915 ( aveva disertato dall’esercito austro-ungarico). Dopo tre anni di permanenza, si offrì come volontario per una azione di sabotaggio e propaganda anti Austro-ungarica. Durante quest’azione, fu catturato proprio lo Smarda assieme al caporale Storck. Tuttavia se la cavò con soli tre mesi di reclusione, visto che la vittoria finale dell’Italia spalancò le porte della sua prigione.

Fu successivamente demolito nelle sue opere in terra per la costruzione del campo di tiro a segno. Fino alla metà (circa) degli anni '80 del secolo scorso fu in uso all'esercito adibito ad officina. Attualmente esiste il ridotto centrale e le quattro caponiere.

Negli ultimi anni è diventato un alloggio per extra-comunitari.

Una delle poche immagini dove si vede il forte senza vegetazione

da "Verona Militare"

 

Notizie sull'opera:

Opera su pianta poligonale chiusa di sette lati e cioè senza un vero e proprio fronte di gola. Al centro ha un grande ridotto quadrato a prova di bomba con difese casamattate ai quattro angoli. Ha numerose postazioni in barbetta che gli permettevano di battere quasi l’intero giro di orizzonte e cioè la riva sinistra dell’Adige, la valle di Avesa, Quinzano, la collina di S. Dionigi nonché un’ampio settore verso ovest. Nelle casematte delle quattro caponiere collegate con gallerie al piazzale interno, erano postate otto bocche da fuoco per battere i fossati. L’ingresso era sul lato sud-ovest e protetto da un "Blockhaus".

In questa opera, troviamo delle particolarità costruttive uniche e non presenti nelle altre fortificazioni veronesi. Stupisce molto la costruzione del ridotto centrale: potremmo paragonarlo ad un forte del 1500, di pianta quadrata con i quattro bastioni. Tale ridotto (escluse le difese agli angoli) era destinato a dormitorio.

Questo forte, costruito a soli 300 metri dalla cinta continua veniva a integrare e addirittura a surrogare validamente la funzione difensiva dell’omonimo bastione di questa cinta e soprattutto del bastione di Spagna.

Durante la campagna del 1866 aveva un presidio di 250 uomini ma poteva ospitarne fino a 450.

Vie d'accesso all'opera:

Si trova poco distante dal centro di Verona vicino al bastione San Procolo.  Per i motivi citati nei cenni storici, si sconsiglia la visita alle singole persone.

 

Immagine del forte durante il periodo in uso all'esercito Italiano

Dalla tesi di laurea "Salvagente" di Filippo Olioso

 

 

 

 

 

 

 

Immagini di maggio 2012 - Ridotto Centrale

Immagini di maggio 2012 - Caponiere