Recensioni

Giuseppe Morando artefice del sistema difensivo di Ancona Piazzaforte militare. 1860-1868


 

E’ uscito, fresco di stampa, un libro su un Colonnello del Genio Militare, una gloria pressoché sconosciuta del nostro Risorgimento, Giuseppe MORANDO. L’autore è un Ufficiale della Marina Militare in congedo che ha svolto ricerche negli archivi di Genova, Torino, Roma, Asti, dove G. Morando nasce il 17 giu 1822, Firenze e naturalmente Ancona. Formatosi alla scuola di G. De Andreis, Gio.Batta e Agostino Chiodo a Genova, dove consegue a pieni voti la laurea in Architettura Civile (05 ago 1845), G. Morando potrà esprimere al meglio la sua non comune preparazione in fatto di fortificazioni e di costruzione di caserme, ad Ancona, dove presterà servizio per otto anni (1860- 186 8).

Non senza aver partecipato in precedenza, alla spedizione di Crimea (ott 1855 – giu 1856), all’assedio ed alla conquista della Rocca di San Leo (set 1860) e di Civitella del Tronto (1861), dove viene insignito delle decorazioni a cavaliere ed ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Inizialmente opera ad Ancona come collaboratore del Col. G. Bruzzo, genovese e futuro iniziatore materiale del campo trincerato di Roma. In analogia alla difesa di Genova (e della Spezia) il progetto Bruzzo/Morando prevede la formazione di una cinta muraria continua per la difesa ed a diretto contatto con l’abitato, un concetto imposto dai revisori del progetto, anche se ormai largamente superato dopo l’introduzione nel 1858 della rigatura delle bocche da fuoco. La cinta è rinforzata dalle batterie S. Francesco, Calamo, S. Stefano. La difesa verso terra è impostata su forti staccati per la difesa in profondità. Quelli in 1^ linea sono i forti di M. Acuto, M. Ago (mai realizzato), Torre e Montagnolo. I forti staccati di 2^ linea sono quelli di Altavilla, M. Pelago (ribattezzato Umberto, oggi forte Garibaldi), Scrima. Il fronte a mare viene difeso dalle batterie Millo (ex forte Savio), S. Lucia, Porta Pia, S. Agostino, Dorica, Lanterna, Marano (o Guasco), S. Augusto, S. Luigi, Cappuccini, S. Teresa, S. Giuseppe.

L’A. illustra queste opere fortificate con delle splendide tavole a colori, che riproducono i disegni originali conservati nell’allora Museo del Genio (oggi ISCAG) e con immagini d’epoca ed attuali.

Un patrimonio imperdibile di architettura militare del nostro primo Risorgimento, che il Comandante C. Bruschi ha il merito di averne raccolto le testimonianze storiche ed illustrato i valori artistici e culturali.

Un contorno, quello dei forti e delle batterie progettate e realizzate dal Col. G. Morando, che costituiscono degna cornice alla cinquecentesca Cittadella di Ancona, che rappresenta, unitamente alle più note Rocca Paolina di Perugia e Fortezza da Basso di Firenze, non soltanto una delle opere fortificatorie più cospicue di Antonio da Sangallo il Giovane, ma anche la rappresentazione più significativa del fronte bastionato all’italiana, un esempio imitato in tutta Italia e poi esportato negli Stati più avanzati dell’ Europa continentale. Un’opera, quella della Cittadella, magistralmente descritta dal Prof. F. Pugnaloni ancora nel 1984, nel suo “Dell’Architettura militare: l’epoca dei Sangalli e la Cittadella di Ancona”. Lo stesso illustre Docente che ora ci introduce alla lettura del libro di Claudio Bruschi e conclude la sua presentazione affermando come queste “emergenze urbane storiche” rappresentate dai “forti militari ottocenteschi”, oggi debbano essere salvaguardate come “poli di aggregazione” rappresentativi del “concetto di bene pubblico inalienabile”.

Un volume, questo che ci narra di “Giuseppe Morando artefice del sistema difensivo di Ancona Piazzaforte Militare 1860 -1868”, che suggeriamo a tutti i cultori di arte fortificatoria.