MONTE  FESTA

Ingresso alla batteria corazzata

 

Nella zona dell'alto Tagliamento nelle prealpi Carniche, sulle propaggini del monte Simeone a m. 1055, nel territorio comunale di Cavazzo Carnico,  di fronte all'abitato di Amaro.

Inizio lavori nel 1904 circa.

Armamento principale:

Quattro cannoni da 149 A in cupole corazzate tipo d’alta montagna ( secondo altre fonti quattro cannoni da 149 G sotto corazza del tipo "Ispettorato" ). Alla data del 26 ottobre 1917 disponeva di 2.600 colpi.

Armamento secondario:

Quattro cannoni da 149 G su affusto con sottoaffusto trasformato a perno centrale. La gittata di questi cannoni era di km. 8,3 per le granate e di km. 7,6 per gli shrapnel. Una sezione antiaerea da 75 A e una mitragliatrice Perino. Alla data del 26 ottobre 1917 disponeva di 300 colpi per i 149 G e di 400 colpi per la contraerea.

 

Particolare pozzo batteria scoperta

 

Cenni storici:

Opera facente parte della Fortezza alto Tagliamento-Fella. Il suo compito era di vigilare lo sbocco delle vallate del Fella e del But, che sfociano in quella maggiore del Tagliamento a Stazione per la Carnia ed a Tolmezzo.

Il 30 ottobre 1917 alle ore 11 i pezzi del forte aprirono il fuoco contro le truppe austriache del generale Krauss e contro quelle della 10^ armata, provenienti le une dall’Isonzo e le altre dalla "Zona Carnia"; nei giorni seguenti bloccò pressoché l’intero traffico nella valle del Fella e del Tagliamento, soprattutto nella zona di Ponte della Carnia. In quei giorni caotici, affluirono al forte uomini e armi (anche se in scarsa quantità), lo scopo evidente era quello di proteggere la ritirata delle truppe italiane ancora presenti nella zona.Il 14 novembre 1917 le truppe austroungariche passarono il Tagliamento presso Cornino e quelle italiane ripiegarono verso il Piave; da quel momento il forte rimase abbandonato a se stesso. Fece fuoco ancora nei giorni 5 e 6 novembre. La mattina del 6 una pattuglia austriaca (5^ compagnia della 94^ divisione) si  avvicinò al forte sventolando una bandiera bianca. Furono accompagnati nel forte e porsero al  capitano d’artiglieria Riccardo Noel-Winderling comandante del forte (già comandante della 262a batteria di Assedio dietro il Pal Piccolo) un comunicato in cui il comando della X armata chiedeva la resa. Il testo del messaggio era il seguente:

"Al Regio Presidio Italiano di Monte Festa: siete circondato da ogni parte ed invitato ad arrendervi. Il nostro parlamentare è atteso di ritorno per oggi alle ore 11".   Altrettanto laconica fu la risposta del Winderling:" ho l'onore di rispondere negativamente".

La guarnigione del forte, ultimate le scorte di munizioni, fece saltare le bocche da fuoco e si accinse a fuggire verso Sud, visto che da Nord e da Est era chiusa nella morsa della 5^ compagnia austriaca (alcuni componenti della guarnigione non furono in grado di fuggire e rimasero in loco affidati all'ufficiale medico tenente Del Duca). La fuga durò poco inquanto incapparono nei reparti del reggimento Pappritz della divisione Jager tedeschi, provenienti da Sud e furono quasi tutti catturati ad esclusione del Winderling e pochi altri.

Malgrado gli avvenimenti eroici di cui il forte è i soldati italiani si sono fregiati, ha subito l'onta di essere manomesso con la costruzione di una palazzina sopra il suo tetto. Tale costruzione ha richiesto la chiusura di due dei pozzi dei cannoni nella batteria permanente. Altri danni sono stati causati dall'abbandono di tale struttura che non si capisce a cosa abbia servito. Alcuni muri sono stati eretti all'interno del corridoio delle casematte all'altezza del pavimento sfondato, è stata inserita una cisterna in una delle riservette tra le scale di accesso ai pozzi ecc.

Durante il servizio di questa palazzina, era stato approntato un reticolato perimetrale dotato di un cancello (tuttora esistente) che deturpa il panorama che si gode da questa posizione. Naturalmente, dopo l'abbandono della palazzina, si è assistito non alla demolizione della stessa, ma all'attacco da parte dei visitatori del forte a caccia di qualche ricordo. Molti oggetti che sono stati tolti dalla palazzina, sono stati gettati all'interno del forte.

Stiamo assistendo al giusto premio per l'unico forte italiano che ha saputo resistere all'invasione austro-ungarica del 1917?  Se il forte di Monte Festa si fosse trovato in Francia od in qualche altro stato civile sicuramente non avrebbe avuto tale umiliazione. Chissa che qualcuno possa dare una risposta in merito.

 

Vista d'insieme della batteria scoperta

 

 

Notizie sull'opera:    Pianta del complesso        

Il forte si trova in una posizione che gli permetteva di dominare un vasto tratto della Valle del Tagliamento, la Valle del Lago dei 3 Comuni e dei rilievi circostanti.

Era collegato telefonicamente con il paese di Bordano e disponeva di tre eliografi. Poteva sfruttare due osservatori: uno sulla vetta del San Simeone e l’altro alla forcella Amariana, sulla sinistra del Tagliamento.

Tramite una teleferica era invece collegato con Amaro. Dopo la guerra il forte subì un forte smantellamento delle sue strutture in ferro e solo la batteria allo scoperto rimase in buono stato di conservazione. Ora l’opera sta andando progressivamente in rovina. E’ comunque possibile accedere all’interno del forte. Particolarmente interessanti sono le caverne con gli ex depositi delle polveri delle munizioni, perché al loro interno sono stati costruiti dei locali che presentano una muratura in mattoni forati con rivestimento impermeabile e pavimenti in legno per evitare tra l’altro il formarsi di scintille tra il pavimento e gli scarponi chiodati dei soldati. A mezza altezza fra le caverne inferiori e la batteria corazzata c’è un cunicolo che attraversa la roccia ed a metà circa presenta una caverna per i due ascensori delle munizioni e relativi motori.

La batteria corazzata si raggiunge percorrendo la strada d’accesso girando attorno al monte. Tra un pozzo dei cannoni e l’altro, esiste un magazzino munizioni. Siccome nell’ala sinistra il pavimento del corridoio della batteria è stato sfondato nelle fasi dei recuperi delle strutture di ferro, qui e nel sotterraneo è bene usare molta cautela. Si può raggiungere il tetto del forte attraverso l’accesso alla postazione IV dei cannoni oppure lungo la scala a destra dell’ingresso del forte. Nonostante l’asporto delle strutture in ferro, la batteria permanente allo scoperto presenta uno stato di conservazione sostanzialmente buona.

Corridoio delle casematte

 

Vicino alla batteria allo scoperto, c’era la centrale elettrica. Il complesso dimostra un miglioramento della tecnica edilizia in fatto di fortificazioni dell’epoca (rispetto il vicino forte Chiusaforte ) ma non era comunque in grado di sopportare i colpi del mortaio austriaco da 305 o di cannoni ancor più pesanti.

Vie d'accesso all'opera:

Ci si stacca dalla SS.13 Pontebbana e attraversato il paese di Bordano si prende in direzione Interneppo. Poco dopo alcuni tornanti,  si trova sulla dx un cartello con le indicazioni Monte Festa e Monte Simeone. Percorrendo questa strada non asfaltata si arriva presto ad una biforcazione. Conviene lasciare l’automobile qui, e prendere a piedi verso sx.  La strada è franata in diversi punti e dopo la prima parte abbastanza larga, diventa stretta e invasa dalla vegetazione. Un sentiero la attraversa in alcuni punti permettendo di risparmiare alcuni tratti. La lunghezza della strada è di km. 11 e può essere percorsa in circa due ore.

Altre foto disponibili