POZZI ALTI

Provincia di Trento

saccarana.jpg (198102 byte)Foto del forte durante il conflitto

 

Si trova sul lato destro della valletta del Vermigliana a quota 1880 m.

I lavori delle opere complementari iniziarono nel novembre 1906 e la costruzione finì nel 1912.

Armamento principale:

Tre obici da 100 mm. in cupole girevoli corazzate M 09 ( TH 2-4 ) con un interasse di m. 16,80 .

Armamento secondario:

Due cannoni da 80 mm. M.05 in casamatte corazzate ( KP 5 e 6 ) e 15 mitragliatrici da 8 mm. M 07/12 sistema Schwarzlose.

Cenni storici:

La classica "tenaglia" tanto cara al Comando Austriaco ( Sperre Tonale ), era completata dal quest'opera, unica sul fianco destro del Vermigliana. Lo scopo principale dell’opera era di battere le eventuali provenienze dal Passo del Tonale e le pendici del monte omonimo dall’Ospizio a Stavel. La Commissione del 1905 dava priorità assoluta alla realizzazione di questo forte, ma soltanto nel novembre del 1906 il cantiere poté disporre dei necessari mezzi finanziari, concessi dal Ministero della guerra nella somma di K. 198.500 per i primi lavori.

Dopo la pausa invernale, i lavori complementari, così come l’incarico della progettazione del forte stesso, furono consegnati al cap. del Genio Adolf Gross.

Furono avviati i lavori di costruzione del forte sulla base di un preventivo dei costi di K. 1.030.000. Secondo il progetto approvato, i lavori dovevano essere conclusi entro il 1910.

Come si presenta oggi l'opera

 

Sull’opera pesava il non indifferente difetto, già ravvisato nel corso dei lavori di costruzione, di non essere assolutamente in grado di controllare il terreno a monte, se non per mezzo delle torri per obici, inadatti per il combattimento a distanza ravvicinata. Al nuovo ufficiale dirigente i lavori, ten. Hermann Buchgraber, al quale erano stati consegnati tutti i cantieri presenti nel Tonale a partire dal maggio 1912, non rimase che avanzare la proposta di aggiungere al forte esistente un hangard per riflettori e mitragliatrici da erigere poco sopra di esso. Ma le discussioni in proposito, come di consuetudine, si dilungarono in maniera decisamente sproporzionata rispetto all’urgenza che la risoluzione del problema richiedeva: i lavori, che dovevano essere iniziati col 1914, furono troncati sul nascere a causa della mobilitazione generale di agosto.

Il costo totale dell’opera ammontava a K. 1.456.792

Danni al forte vennero inflitti nell'agosto del 1915 da due mortai italiani da 280 in postazione a Pontagna e dai pezzi del forte italiano del Corno d'Aola. Furono sparati circa 450 colpi, ma solo il 4% di essi colpi l’opera. Gli austriaci spostarono però in tempo i pezzi del forte. Nel 1915 divenne sede del Comando Tattico della Divisione che difendeva la zona. Nel novembre 1918 i pezzi del forte continuavano a sparare per proteggere la ritirata degli austro-ungarici. Il Comando Italiano ordinò al capitano Patroni che con la sua 161a compagnia conquistasse il forte. Malgrado lo slancio dei suoi uomini, gli austriaci spazzavano il terreno antistante con mitragliatrici piazzate in postazioni blindate, rendendo quasi impossibile l’avvicinamento alla distanza utile per il lancio delle bombe a mano. Riuscirono a penetrare nell’opera tramite una galleria venuta allo scoperto da un’esplosione, che aducceva all’interno della fortezza. Quando il fumo dello scoppio si diradò, gli alpini approfittarono della sorpresa e non lasciarono agli austriaci il tempo di riorganizzarsi. Nel combattimento che seguì, fu ferito lo stesso capitano Patroni. Gli alpini riuscirono ad avere il sopravvento sui difensori frastornati. Ora i malandati ruderi sono di proprietà del comune di Vermiglio.

                                         

Il forte durante l'inverno

 

Notizie sull'opera:

Sezioni dell'opera  Pianta del  piano sotterraneo

Era chiamato in tedesco Werk Presanella. Il forte era anticipato, sul crinale sul quale era costruito, da una caserma, ed era continuato da una galleria a monte " adibita a deposito di munizioni " tuttora visitabile. La costruzione raccolta in un parallelepipedo lungo m. 52 e largo m. 12 si sviluppava su due piani fuori terra e un sotterraneo; era stata addossata ad un roccione che la proteggeva dai tiri provenienti dal Passo del Tonale e dall’Ospizio. La copertura del forte risultava a rasopiano del roccione che venne opportunamente sagomato e coperto.

L’ala destra il roccione lasciava scoperto le postazioni corazzate dei cannoni traditori aventi campo di tiro verso M. Tonale; mentre verso sinistra era attraversato da una poterna che conduceva ad una postazione doppia per mitragliatrici installata in un rientrante ricavato con la sagomatura del roccione stesso. Innanzi alla prima torre era una casamatta metallica fissa armata con due mitragliatrici e che veniva usata anche come osservatorio.

Nel centro dell’opera, affacciata verso valle, era incastrata una postazione corazzata per due mitragliatrici. Posto nell’ala destra, c’era l’osservatorio principale in cupola corazzata girevole. Un altro osservatorio, sempre in cupola corazzata girevole, era posizionato sotto la postazione dei cannoni traditori.

La parte destra dell’opera, terminava in una caponiera avente una postazione scudata doppia per mitragliatrici. Il fosso parziale aveva nel cofano di controscarpa una postazione scudata doppia per mitragliatrici.

L’entrata del forte si trovava al piano terreno nella parte destra. Appena dentro, a destra, c’era subito una caponiera. Andando verso sinistra, lungo il corridoio, si trovava in successione: il corpo di guardia, la centrale telefonica ( era collegato con la centrale di Strino ), la cucina, un locale per riunioni, un alloggio per ufficiali, un alloggio per la guarnigione e i servizi igienici. Prima di questi, una scala scendeva al cofano di controscarpa. Alla fine del corridoio esisteva la cripta mortuaria.

Dirimpetto a questi locali c’erano: la centrale dei telegrafi ottici ( poteva trasmettere con tutti gli altri forti dello sbarramento ), il deposito per il materiale del genio ( da qui una scala scendeva ad un osservatorio in cupola ), un magazzino munizioni, un deposito viveri e un altro magazzino munizioni. Subito dopo c’era un corridoio che portava al cofano di scarpa.

Nel sotterraneo trovavano posto: il sistema di depurazione per l’acqua e la cisterna di contenimento, la fogna e la ghiacciaia. Alcuni corridoi di collegamento erano presenti in questo livello.

Saliti al primo piano ( la scala era tra la cucina e la sala riunioni ), percorrendo il lungo corridoio, si trovava sulla destra: un ampio locale per l’alloggiamento della guarnigione e l’alloggio del comandante. Sulla sinistra invece: altri due ampi locali per l’alloggiamento della guarnigione, un uscita che dava sulla copertura dell’opera, i servizi e un deposito per i materiali d’artiglieria.

Frontalmente c’erano: un corridoio che portava dapprima alla scala d’accesso ad una cupola e poi a una casamatta fissa per mitragliatrici, un deposito munizioni, un altro corridoio che portava a una casamatta fissa per mitragliatrici, una scala d’accesso ad una cupola, un altro deposito munizioni, un’altra scala d’accesso ad una cupola, un deposito munizioni e le due casamatte corazzate del traditor. Dal corridoio principale, si accedeva tramite scaletta ad un osservatorio. Era dotato di quattro riflettori ad acetilene del tipo normale da 30 cm. a specchio rientrabili nelle solite feritoie quadrate munite di portelli d’acciaio, che potevano illuminare le adiacenze del forte. Tutti i locali erano dotati di stufe a legna ed illuminazione ad acetilene.

Una teleferica partiva a valle dai Masi di Stavel ed arrivava al forte. Tale teleferica serviva anche al rifornimento del sovrastante Rifugio Denza da cui partiva un teleforo che riforniva a sua volta il Passo Gabbiolo.

Unica fortificazione esistente dotata di un grande paravalanghe a protezione del fossato di gola.

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Vie d'accesso all'opera:

Percorrendo la strada del Tonale, si passa il paese di Vermiglio e ci porta alla frazione di Velon e si imbocca sulla destra una mulattiera che dopo circa otto chilometri conduce ad un bivio. La strada sulla sinistra porta al rifugio Denza alla Presanella mentre quella di destra, porta subito dopo ai ruderi del forte.

 

I resti dell'opera 

 

Foto dell'interno del forte