TOMBIO

Provincia di Trento

tombio caponiera.jpg (53631 byte)Vista della caponiera dell'opera

 

Sulle pendici del monte omonimo sovrastante l'abitato di Riva del Garda a quota 750 m. sul fianco sinistro dell'insellatura che sale alle Giudicarie tramite Tenno e Ballino.

Fu costruito nel periodo 1909-1914.

Armamento principale:

Quattro obici da 10cm. M.9 in cupola corazzata girevole a prova di bomba di 15 cm. di spessore. Angolo di depressione di 15° è di 43° di elevazione.

Armamento secondario:

Il forte Tombio era armato con quattro mitragliatrici M.7 di cui una in postazione corazzata girevole con funzione anche di osservatorio, le rimanenti dietro corazza a prova di scheggia.

L'opera di sinistra era armata con 8 mitragliatrici M.7 di cui due in una postazione corazzata a prova di bomba, quattro dietro corazze a prova di cannone da campagna e le rimanenti due dietro feritoie scudate a prova di scheggia; 5 fucili su affusto.

Cenni storici:

Doveva controllare possibili aggiramenti della piazza di Riva del Garda attraverso i valichi montani che dalla Val di Ledro conducono a Campi da qui alla valle del Sarca così come la chiusura materiale della strada Campi-Pranzo. Doveva controbattere le posizioni di artiglieria nemica a lunga gittata in Val di Ledro, di Concei e presso Malga Grassi. Partecipare infine, in azione congiunta con le altre opere della fortezza di Riva, alla sua difesa in particolare nel bacino Arco-Riva-Lago di Garda e il tratto Torbole-Nago fino al lago di Loppio.

Il primo a prevedere la costruzione del forte Tombio fu il generale Huyn in un suo studio del 1859. Dopo una serie di viaggi informativi avvenuti nel biennio 1893-94, l'ispettore del Genio von Beck, riteneva opportuna la costruzione di un forte nella zona e la commissione incaricata presentò un progetto. Solo nel 1905 in uno scritto del feldmaresciallo Conrad si ritenne urgente la costruzione del forte Tombio. Il progettista nelle linee generali fu il capitano Viktor Nitsche1 cui subentrerà nella stesura dei piani esecutivi e nella successiva direzione dei lavori il capitano Leopold Schmid.

Inizialmente il forte doveva essere armato con due obici da 10cm da campagna su affusto corazzato e due cannoni da 9cm M4 a controllo della valle di Campi e della strada verso Pranzo. Nel 1906 viene presentato un progetto con modifiche all'armamento. Gli obici diventano quattro e per il controllo della valle di Campi e della strada verso Pranzo vengono previste due mitragliatrici dietro scudi corazzati.

Contrariamente agli altri forti della piazza di Riva allo scoppio del conflitto, forse per la sua posizione più defilata, non fu oggetto di pesanti bombardamenti da parte dell'artiglieria italiana. Anche in questo caso i danni maggiori sono stati fatti dai recuperanti del ferro che lo hanno ridotto allo stato di rudere.

 

Quel che resta oggi

(Umberto Zoppelletto)

 

Notizie sull'opera:

Fu costruito pochi anni prima della guerra e si avvaleva dei ritrovati tecnici più moderni e di tecnologie già collaudate da alcuni decenni. Il forte era compatto ed era contornato su tre lati da un fossato scavato nella roccia. Fu costruito in calcestruzzo armato da un fittissima maglia di putrelle di ferro. L'uso della pietra era limitato ai muri controscarpa dei fossati , delle scale interne e al parapetto della trincea aperta per fucilieri.

E' più corretto parlare di gruppo fortificato al monte Tombio - Befestigungsgruppe am M.te Tombio ed è così composto:

a. Il forte Tombio: è l'opera principale a due piani a prova di bomba; un blocco unico pseudoparallelepipedo allungato con le testate tagliate in diagonale e il fronte arcuato tendente a formare in pianta un settore di cerchio, le dimensioni sono circa 40x18mt.

b. l'opera di sinistra - Linker Annex, ad un piano, a prova di bomba, collegata al forte Tombio mediante passaggio coperto - Poterne;

c. l'opera di destra - Rechter Annex (chiamato dagli italiani Piccolo Tombio)completamente staccata a se stante su tre piani a prova di granata, a circa 110mt in linea d'aria verso nord dal forte; collegata con una Poterne ad una postazione di mitragliatrici verso il glacis di gola; riprende a scala ridotta la forma del forte principale (le misure esterne sono la metà del principale);

d. una postazione aperta per la fanteria lunga circa 80mt con alcuni vani sottostanti ricavati in roccia di sostegno - Bereitschaftsraum; formava una linea continua trincerata che aveva come vertici rispettivamente il forte e l'opera di destra, raggiungibile dalla strada di accesso.

e. un posto di osservazione a prova di scheggia vicino al ripido pendio di gola;

f. una cisterna per l'acqua della capacità di 100mc con invaso di raccolta;

Tutto il gruppo fin qui descritto chiuso da giri di reticolati il cui perimetro quasi completamente sotto controllo del tiro di fucileria; il forte principale era delimitato ulteriormente in lunghezza da due profondi fossati paralleli larghi circa 8mt sul fonte e in gola. Il primo battuto dall'opera di sinistra con funzione anche di traditor.

g. tagliata stradale Campi-Pranzo: un corpo di guardia ad un piano a prova di tiro di cannone da montagna sul lato destro della strada per chi sale da Pranzo, chiuso da giri di reticolati controllati dal tiro di mitragliatrice dell'opera di destra (Piccolo Tombio) e sulla strada due cancelli distanziati di 12mt

Poco prima dell'accesso all'opera di destra un edificio in muratura di supporto alla direzione dei lavori e l'amministrazione den Kanzlei u. Wohnbaracke, con dimensioni di 8x16mt.

Su entrambi i piani esiste un corridoio centrale dove si affacciano i locali e l'impostazione della pianta è simmetrica sull'asse trasversale. A piano terra l'entrata avviene sulla testata di destra protetta da uno Zwinger e il locale della guardia; dopo lo Zwinger uno slargo e sulla destra il corridoio che porta al cofano che controlla d'infilata l'accesso - Schulterkoffer. Subito sulla sinistra invece la scala rettilinea di collegamento ai due piani e i locali che si aprono in gola così di seguito: le latrine, la stanza ufficiali, l'infermeria, una stanza per la truppa, la cucina e una seconda stanza per la truppa da dove si accede al cofano di gola. Sul vertice opposto di sinistra del corridoio la discesa alla Poterne che porta all'opera staccata di sinistra. La seconda serie di vani ciechi verso il fronte W, parallela alla prima destinati a deposito di vario genere (legname, viveri).

Al primo piano verso la gola locali per la truppa, verso il fronte magazzini munizioni con le cinque risalite alle cupole: le quattro per gli obici e, quella centrale per l'osservazione.

L'illuminazione esterna era assicurata da 3 riflettori da 35cm posizionati nell'opera sinistra; due da 21cm nel forte e e altri due nell'opera di sinistra; una lampada elettrica per il fossato del forte; tre riflettori ad acetilene per uso mobile; due lanterne ad acetilene nel corpo di guardia sulla tagliata stradale, infine 8 pistole lanciarazzi di cui sei nel forte, una nell'opera di sinistra e una nel corpo di guardia. L'autonomia del sistema prevista in 45 giorni per i viveri e il materiale combustibile; acqua nella cisterna per un minimo di 60 giorni.

Collegamento telefonico con linea aerea alla centrale di fortezza posta nella batteria di Mezzo sul Brione; tra il forte e l'opera di destra ben quattro collegamenti telefonici: duplice, di fortezza, (uno aereo ed uno interrato), uno per l'artiglieria ed uno per l'illuminazione (interrati). Collegamento ottico del forte con il Garda e la batteria di Mezzo.

La guarnigione del forte e dell'opera di sinistra era di 160 uomini. Quella della tagliata era composta da sette uomini solamente.

Vie d'accesso all'opera:

Dall'abitato di Riva si prende la strada che porta fuori del paese verso le frazioni di Pranzo e Campi e tramite una strada ex militare si arriva in una mezz'ora a piedi.

Note:

1) Nitsche Viktor Edler von. Quasi nulle le notizie su questo ufficiale di nobile casato. Si sa solo che è capitano dal 1° novembre 1902 e alla direzione del Genio di Trento dal 1906 ove vi rimane solo due anni. Sarà infatti trasferito nel 1908 alla direzione del Genio di Gyulafehervar.

2) Schmid Leopold nato a Keltschan (Moravia) il 21 novembre 1874. Sottotenente il 1-11-1895 nel battaglione pionieri n.5 a Klosterneuburg. Frequenta il corso superiore del Genio a Vienna dove è promosso al gradi tenente (1899), poi dal 1901 al 1903 alla direzione del Genio di Cattaro. Qui è ufficiale di settore nelle zone di Cattaro, Teodo e Tagliata Kosmac; dirige i lavori per la costruzione di cisterne sul Lustica e Kobila. Alla fine del 1903 conduce ricognizioni con il 5. Corpo nella zona di Pozsony dove dirige lavori campali per la relativa testa di ponte. Dopo un anno nel reggimento di fanteria n.13 a Cracovia dove è promosso capitano (1-11-1904) è trasferito alla direzione del Genio di Bressanone.

E' nominato Objektgenieoffizier per gli sbarramenti di Sesto, Landro e Platzwiese più tardi anche di Tre Sassi e Buchenstein. Elabora diversi progetti tra cui il completamento della tagliata di Gomagoi. Dal 1° marzo del 1908 alla direzione di Riva dove svolge il ruolo Objektoffizier per i forti Garda, batteria Nord e di Mezzo sul Brione. Dirige i lavori per le nuove linee telefoniche e telegrafiche della piazza di Riva. Direttore dei lavori per il forte Tombio dal 1° novembre 1908 fino al 1° maggio 1911 data del suo trasferimento alla direzione del Genio di Cracovia.

Dopo solo un anno è nuovamente in movimento per la direzione di Pola dove progetta il costiero Cope. Raggiunge il grado di colonnello il 1° maggio del 1916.

Numerosi i riconoscimenti specie per il suo comportamento in tempo di guerra. Da menzionare allo scoppio del conflitto l'offensiva contro i Serbi nel 1914, battaglie della Drina (costruzione di ponti e vie di comunicazione). Nel 1915 a Timisoara dirige i lavori di fortificazione, viaggi studio verso il fronte sud-occidentale e, dal 10-10-1915 all'importante testa di ponte di Belgrado a capo della locale direzione del Genio.

Negli anni 1917-'18 presso la direzione di Pola sovrintende i lavori mobilitazione per il porto, le strade, le batterie costiere..., misure sanitarie contro la diffusione della malaria, azioni su aerei e dirigibili contro il nemico nell'area di Pola.