LUSERNA

Provincia di Trento

luserna fossato frontale.jpg (95977 byte)Sorge a nord del paese omonimo a quota 1549 m. all’angolo sud-est del pianoro di Lavarone. Il terreno su cui poggia precipita a nord-est nella valletta incassata del Rio Val Morta, a sud e sud-est si prolunga con un costone verso Cima Norre, a ovest precipita nella valle ripida del Rio Torto. L’area occupata è di 2076,59 mq di cui 1567,55 in territorio catastale di Luserna e 509,04 mq in quello di Lavarone.

Fu costruito tra gli anni 1907 e 1914.

Armamento principale:Quattro obici da 100 mm.  in cupole girevoli M.09 d’acciaio di 25 cm. di spessore.

Il forte durante la guerra

Armamento secondario: Due cannoni da 60 mm. Mod. 15, mitragliatrici.

Cenni storici:

Era uno dei forti austriaci più potenti e attrezzati dell’intero fronte. Faceva parte dello Sperre Lavarone. Aveva il compito di appoggiare l’avanzata delle truppe austriache verso M. Verena, M. Erio, Cima Campolongo nonché quella verso il Passo della Vena e sul pianoro di Tonezza. Suo malgrado subì nei primi giorni di guerra un cannoneggiamento martellante ( in tre - quattro giorni, incassò circa 5000 colpi di calibro medio-grosso ) e il suo comandante ( il boemo Tenente Emanuel Nebesar fino al 28.5.1915 sostituito il 30.5.1915 con il Tenente Josef Heinrich Schaufler) fece issare la bandiera bianca per arrendersi .

Fu in quel momento, che i forti austriaci adiacenti ( Verle e Belvedere ) iniziarono subito a tirare contro di lui, mentre una pattuglia di Standschutzen provvedeva di eliminare la bandiera bianca e ristabiliva il controllo sostituendo il comandante e iniziando lavori di ripristino.

Nel 1916 fu rimesso in ordine. Il 12-08-1927 fu dismesso dal Demanio Italiano con R.D. n. 1882 e dato in affitto il 01-06-1930 al comune di Luserna per venti anni ( L. 100 all’anno di canone ). Successivamente fu venduto allo stesso comune ( che tutt’oggi ne è il proprietario ) il 03-06-1935 per L.31.000. Ultimamente è stato in parte recuperato dalla Regione Trentino.                    

Notizie sull'opera:

Era chiamato anche Forte di Campo o in tedesco Werk Luserna. Il suo sopranome era Padre Eterno. Progettista e direttore dei lavori fu l’Ing. Capitano dello Stato Maggiore del Genio Eduard Lacom.

A pianta trapezoidale con sovraccoperta in lamiera di zinco. Era al centro di un vasto sistema di trincee e si avvaleva di due capisaldi fiancheggianti, Wiaz a est m. 1507 (durante l’offensiva del maggio 1916 venne usato come osservatorio per l’obice da 380 mm. M.16 Barbara, gli italiani lo bombardarono il 16 aprile 1916 con 74 colpi e il 17 con altri 96 colpi ma non fu mai colpito ) e Oberwiesen a ovest m. 1517   ( ricavato nella roccia ) dotati di pezzi a corta gittata e mitragliatrici ( comandava il caposaldo, il Tenente August von Denaro fino al 28.5.1915 dopo tale data passo al comando diretto del forte Luserna).

I due capisaldi erano collegati telefonicamente con il forte tramite linee dedicate alle artiglierie ( quattro per l’Oberwiesen e quattro per il Wiaz ) altre due linee per gli avamposti di C. Nore. La sua centrale telefonica era collegata con sei linee esterne ( forte Pizzo di Vezzena, Verle, Monte Rover, Luserna e il forte Belvedere ). Il Luserna poteva essere battuto dalle zone di Verena e Campolongo e con mortai da 210 mm. dall’angolo Nord dell’Altopiano di Tonezza; per questo il suo armamento per la lotta lontana doveva aver pieno campo di tiro da Cima Vezzena a Cima Campolongo e dal Passo della Vena fino a Baito Casalena nella zona di Osteria Fiorentini. Il corpo delle casematte alla gola doveva venir orientato in modo da rimaner sottratto all’offesa proveniente da quelle posizioni; per questo la batteria degli obici veniva separata dalla caserma di gola e le due costruzioni prendevano la pianta a V.

Da una parte le torri, con gli anelli di fondazione in cemento armato incastrati nella roccia, collegate dal corridoio di batteria con esclusione di locali vuoti ed intercapedini. Dall’altra la caserma di gola senza caponiere e sporgenze, portante al vertice di congiunzione con la batteria degli obici gli appostamenti corazzati per il traditor. Il tutto affondato nel suolo il più possibile; il suolo è di roccia compatta di media durezza.

L’osservazione avviene dal posto di comando, posto in casamatta metallica fissa, situato in centro alla batteria degli obici. Essendo uno dei forti più attrezzati, aveva una sua centrale elettrica.

L’illuminazione notturna del fossato e del terreno antistante i pezzi del traditor avveniva tramite piccoli proiettori a scomparsa entro le apposite aperture a sezione quadrata, attraversanti i muri delle casematte e dei cofani di controscarpa ( era inoltre dotato di riflettori trasportabili da portare sulla copertura del forte e nelle adiacenze ). Aveva una sorgente di acqua potabile ( portata 0,6 litri al secondo ) e due cisterne. Era dotato di depositi e magazzini che gli assicuravano un lungo periodo di autonomia ( 45 giorni ). I locali del corpo delle casematte ed i magazzini munizioni sono isolati dalla roccia a mezzo di intercapedini.

Il frontale del forte ai nostri giorni 

La sua guarnigione era di circa 180 artiglieri e 80 landschutzen. Come altri forti costruiti dopo il 1900, aveva scudi d’acciaio alle finestre con feritoie per la difesa ravvicinata. Il forte era stato dipinto a macchie verdi e rossastre a scopo mimetico.

Attorno al forte corre una triplice linea di reticolati. In prossimità a nord-est e sud-est sono state organizzate delle abbattute di alberi. Si dipartono inoltre linee di trincee e di reticolato in tre direzioni diverse: a sud-ovest verso Luserna, a nord-ovest verso Millegrobe di sotto, a nord verso Millegrobe di sopra.

A sud-ovest la trincea è fatta a protezione del paese di Luserna e lo circonda a mezzogiorno e ad est con una serie di ridottine.

Dopo la guerra, fu ridotto ad cumulo di macerie, dall’accanimento dei recuperanti, decisi a ricavarne tutto il materiale ferroso possibile.

Era collegato con telegrafo ottico con il forte Belvedere, Cherle e Vezzena. I collegamenti telefonici avvenivano tramite la centrale di M. Rover.

Fu radiato dalle opere militari con R.D. del 12.8.1927 nr.1882 per poterne recuperare il ferro. Dista dal forte Belvedere km. 3.750 e dal forte Verle km. 5.800.

 

Vie d'accesso all'opera:

Dopo essersi portati nel paese di Luserna, si procede sino alla malga Millegrobbe di sotto, da qui per strada ex militare, a piedi in circa mezz’ora.

Il traditor del forte oggi

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