Le Fortificazioni della Lombardia

DOSSACCIO

Sondrio

Le cupole dell'opera ancora installate

 

Costruito nella conca di Bormio sulle falde orientali del monte Masucco a quota 1730 m.

Armamento principale:

Quattro cannoni da 120/40 in cupola corazzata leggera tipo Armstrong ( diametro m. 4,500 con spessore di 40 mm ).  Portata di 12,800 m. con granate del peso di 24 Kg. circa

Inizio dei lavori nel 1909 fino al 1914.

Quattro mitragliatrici a scomparsa Gardner M. 1886.

Cenni storici:

Opera facente parte dello Sbarramento di Bormio. Il programma di difesa preparato dal Comitato di Artiglieria e Genio nel 1908 aveva previsto per la zona di Bormio la costruzione di una batteria corazzata nella località Dossaccio. Nel 1914 furono effettuati i primi collaudi e la messa in opera dell'armamento previsto.

Il suo compito era quello di battere lo sbocco di Val di Braulio, le creste del Cristallo, il monte Scorluzzo e le immediate retrovie delle difese austriache dello Stelvio. Venne messo in stato di difesa dal 22 maggio 1915.  Il 5 giugno bombardò la cima dello Scorluzzo. Continuò il cannoneggiamento contro le posizioni austriache fino all’estate del 1916 ma senza riuscire a scacciare il nemico.  Vista la posizione arretrata in cui si venne a trovare, fu poi disarmato e due dei suoi pezzi vennero portati al Ricovero di Monte delle Scale (m. 2900 ) e gli altri due ai Fortini ( a sud del Passo Pedranzini, tra la I a e II a  cantoniera dello Stelvio ).  Anche le mitragliatrici vennero tolte e portate in Val Zebrù.  

Interno di una delle cupole

 

Nel maggio del 1918, temendo una massiccia controffensiva austriaca, il generale Badoglio dispose di riarmare il forte. Anche dopo la fine della guerra rimase presidiato da un reparto di artiglieria da montagna.Nel 1938 vennero compiuti importanti lavori di ristrutturazione e miglioramento, volti a rendere più efficiente l'impiego della batteria. Vennero sostituite le anime dei cannoni e fu inserito nel dispositivo di difesa del XXII settore GaF.

Dal 1946 al 1958 l’opera venne mantenuta in efficienza e nell’estate del 1958 i cannoni vennero rimossi per essere rottamati ma si salvarono le cupole.  Da quella data fu abbandonato e cominciò a subire atti di vandalismo ed espogliazioni varie.

Recentemente è stato acquistato dal comune di Valdisotto che ha iniziato una serie di lavori di restauro.

Cortile interno dell'opera

Notizie sull'opera:

Era chiamato anche forte Venini o forte Oga.  Il costo dell’opera, insieme alla strada d’accesso, fu di 1.400.000.  Le caratteristiche dell’opera sono quelle tipiche delle costruzioni similari italiane del primo decennio del secolo, scaturite dagli studi teorici del Generale. Enrico Rocchi che si era rifatto agli studi del francese Brialmont. La forma classica a parallelepipedo in calcestruzzo e pietra su due piani, non emergente dal terreno, sulla cui sommità affiorano le cupole corazzate. E' circondato completamente da un fossato. Si raccomanda di visitare il forte con attenzione perché è uno dei pochi ancora integri. Le visite sono limitate ai mesi estivi, consultare l'APT di Bormio o la Pro Loco do Valdisotto precedentemente.

Vie d'accesso all'opera:

Dall’abitato di Bormio seguire la strada statale fino a S.Lucia e dopo aver attraversato l’Adda, portarsi in località Oga. Da qui tramite sentieri si raggiunge il forte.