BATTERIA  CASTELLO

Provincia di Belluno

La Batteria Castello oggi (agosto 2012)


Posizionata in cima alla collina ( da cui prende il nome ) che domina il paese di Pieve di Cadore a quota 954 m. si trova infatti nell’ambito del suo territorio comunale in località Sottocastello in provincia di Belluno.

Costruita nel periodo tra il 1885 e 1895.

Armamento principale:

Due cannoni da 120 mm. o 150 mm. a retrocarica ( secondo altre fonti due obici da 210 G ).

Armamento secondario:

Due pezzi a tiro rapido per coprire il fossato.

Cenni storici:

In posizione centrale della Fortezza Cadore - Maè furono costruite alcune opere, formanti il Ridotto Cadorino, tra cui la Batteria Castello. Tuttavia, allo scoppio delle ostilità si ridimensionarono molto le funzioni e le ambizioni di queste opere. La distanza dal fronte e la costruzione superata tecnicamente le fece declassare e subire un lento ma inesorabile prelievo di uomini e materiali. Trascorse come le altre opere, quindi, il periodo bellico in stato di relativa calma ( la distanza dalle fortificazioni Austriache era tale da non creare problemi di essere colpiti ). Dopo i fatti di Caporetto venne abbandonata senza colpo ferire e fino alla fine della guerra restò in mano austriaca.

La caponiera ai nostri giorni

Notizie sull'opera:

La Batteria Castello, aveva una facciata diritta lunga circa 25 m., delimitata da due traverse vuote e dotata di parapetto dello spessore di 8 m. La piattaforma originaria della facciata, larga più di 9 m. e collegata mediante scale al terrapieno, era sufficiente per la postazione di due pezzi di medio calibro, mentre i fianchi, perpendicolari alla facciata e alla gola, venivano a racchiudere uno stretto cortile, dal quale due rampe di scale salivano prima al camminamento superiore, dal quale le sentinelle sorvegliavano fossato e fianchi, e successivamente alla stessa piattaforma dei cannoni. Sotto il terrapieno della facciata, come pure sotto quello dei fianchi, erano state ricavate casematte organizzate dappertutto su di un piano, ad eccezione del terrapieno della gola, dove si era potuto ricavare lo spazio per due piani.

 

 

Il nome è ancora presente sul frontale

 

La facciata e i fianchi non erano difesi da trincee che ostacolassero l’avvicinamento, in quanto la stessa scarpata rocciosa, in parte naturale ed in parte scavata, rendeva inaccessibile la batteria. La gola, superata da un ponte levatoio in ferro, aveva un fossato d’impedimento largo 5 m., con una controscarpa in muratura, alla cui difesa provvedevano tra l’altro le numerose finestre delle casematte, il terrapieno di copertura e soprattutto la caponiera, concepita come prolungamento del fianco sud-est. Dalle casematte situate sotto la facciata era possibile accedere mediante scale alle traverse cave e al corridoio interno di comunicazione, lungo il quale si trovavano anche i due elevatori per le munizioni. Il magazzino di queste ultime era situato sotto il fianco sinistro, in una posizione cioè in cui veniva protetto dall’antistante blocco di roccia naturale, e ad esso si arrivava percorrendo un corridoio isolato.
Il rifornimento di acqua avveniva mediante un acquedotto dalla cisterna del vicino forte di M. Ricco. Secondo informazioni non verificabili, la Batteria Castello ed il forte di M. Ricco, erano collegati da una poterna oltre alla strada tuttora esistente. Ad est e ad ovest erano situate delle postazioni di artiglieria campale per completare le prestazioni della Batteria Castello e del forte di M. Ricco. La guarnigione era composta da circa 200 uomini. 

 

Vie d’accesso all’opera:

Dal paese di Pieve di Cadore si prende una stradina chiusa al traffico che passa in mezzo al bosco. Al bivio prendere a sinistra e si sale con un tornante, al prossimo incrocio si va ancora a sinistra e si passa per la postazione Ovest. Ancora 200 metri e si arriva all'opera.

Foto d'epoca

Foto di agosto 2012

 

Foto aerea del complesso Batteria Castello - Monte Ricco (Alvise Contarini)